Settings
Light Theme
Dark Theme
Podcast Cover

Soundscapes

  • "Il mistero in un sms"

    12 FEB 2019 · - by Ilaria Simonella, 3B Liceo Scientifico - Salgo sul tram numero 42, mi porterà alla giusta fermata. Ci sono parecchie persone sedute, vedo una signora parlare al telefono con gli auricolari, un'altra alla sinistra si sta truccando, noto che indossa un elegante vestito rosso, “forse andrà ad una festa”, penso. Mi piace immaginare le vite di questi sconosciuti, cosa faranno queste persone e fantasticare sul luogo dove potrebbero recarsi. Un posto si è liberato nel frattempo, posso sedermi anche io. Di fronte a me ho un ragazzo, mi sembra triste e allo stesso tempo furioso, probabilmente ha litigato con qualcuno. Sta maneggiando con una certa rabbia il display del telefono, sembra proprio agitato. Non so chi sia, eppure mi sorprendo a sperare che non sia nulla di grave ciò che lo preoccupa. Ecco, è arrivata la mia fermata. Scendo e mi incammino verso il luogo che mi era stato indicato nel SMS. Lungo la strada incontro parecchie persone, tutte hanno una cosa in comune: il cellulare in mano, sia grandi sia piccoli. Chissà cosa avranno tanto da guardare in quel piccolo “attrezzo”. Ma anche io lo sto guardando: controllo la via che sto cercando e mi guardo intorno finché la vedo. La palestra è circondata da auto parcheggiate. Sono lì davanti all’ingresso ora, mi faccio coraggio ed entro. Con grande sorpresa mi trovo ad assistere a un raduno di cani, ce ne sono di molte razze, ognuno accompagnato dal padrone. L’abbaiare forsennato crea ancora più confusione in testa. Cerco di farmi spazio tra la gente, non capisco il motivo per cui quel messaggio mi abbia portato lì. Dopo poco intravedo da lontano un ragazzo: mi fa cenno di avvicinarmi. Ci metto un po’ a riconoscerlo. Ora capisco perché mi ha detto di recarmi lì. Lui adora gli animali.
    50s
  • "La centrifuga della vita"

    1 FEB 2019 · - By Giorgia Achilli, 3ITE - Sono le 7 del mattino, la mia mamma si sta pian piano svegliando per iniziare la solita intensa giornata di lavoro. Scende dal letto e in punta di piedi raggiunge la porta cercando di non svegliarmi. Non ci riesce, il rumore della maniglia interrompe il tranquillo sonno. Guarda l’orologio, è tardi. Scende di corsa le scale, apre il portone ed è avvolta dall’aria frizzante del sabato mattina. Lo sfrecciare delle macchine rende quel giorno davvero frenetico. La sento aprire la sua lavanderia e mettersi all’opera. Un’intera giornata chiusa li dentro tra camicie da stirare e panni da lavare. La centrifuga della lavatrice gira all’impazzata, proprio come lei, preoccupata per una macchia che non riesce a togliere. Il vecchio ferro sbuffa, quasi non riesce più a sostenere tutta la fatica. Mamma è ricurva, concentrata a non lasciare nemmeno una piega a quell’elegante camicia. È triste però, quante cose vorrebbe fare…magari passare un intero weekend con i figli, invece no, l’insormontabile lavoro le toglie il tempo. Solo un rumore rallegra l’atmosfera: è quello costante della lavatrice più grande di tutte, che richiama la mamma a tornare con i piedi a terra, distogliendola da pensieri un po’ tristi.
    1m
  • "Blue Monday"

    1 FEB 2019 · - By Alessia Xu, 3A Liceo Scientifico - Ah! Ancora un lunedì, il più deprimente e triste dell’anno: il Blue Monday. Mi strofino gli occhi per scuotere via il sonno, come al solito. E come al solito non funziona. Mi preparo per un’altra mattinata di scuola. Esco da casa e non ricordo neanche cosa ho mangiato pochi secondi fa per colazione. Alzo gli occhi al cielo, non c’è l’ombra del sole. Tutto mi sembra così insensato. Sento di essere vivo solo per il freddo lancinante che punge la punta del mio naso. Provo dolore, addirittura. Odio l’inverno. In realtà odio anche l’estate, la primavera, l’autunno. Trovo sempre un difetto in tutte le cose. Perso nei miei pensieri, non mi accorgo che sono già arrivato a scuola. Un grande senso di stanchezza mi pervade. Entro in classe e vengo accolto da saluti falsi, già ho dimenticato i volti di coloro che mi hanno rivolto la parola. Mi siedo in ultima fila e cerco di ascoltare la lezione. Inutile....oggi proprio non riesco. Maledetto Blue Monday. Le ore sembrano infinite ma la tanto attesa campanella mi riscuote dallo stato di trance: eh sì, ho proprio fame. Meglio fare l’intervallo. Quando finalmente esco dalla scuola, una luce mi abbaglia. Sbaglio o prima non c’era il sole? Il calore che sento scalda il mio corpo e con esso anche l’animo. Apro gli occhi, mi sembra di vedere un mondo nuovo. Il cinguettio degli uccelli richiama la mia attenzione: nascosto tra i rami di un albero spoglio, c’è un nido di passeri e quel canto soave mi fa dimenticare tutto il resto. Una sola foglia verde in cima a uno di quei rami, tradisce l’inizio della nuova vita e il tutto mi sembra straordinariamente armonioso. Anche se il tempo non si può fermare; anche se tutto sembra insensato, a volte triste e noioso, sono certi piccoli dettagli della vita a renderla sopportabile. Alla fine tutto è una questione di punti di vista.
    25s
  • "La mia natura"

    1 FEB 2019 · - By Maria Andreozzi, 3B Liceo Scientifico - Mi sono svegliata prima del solito, questa mattina; come sempre, mi sono affacciata alla finestra per sentire il cinguettare dolce degli uccelli. Credo sia una sensazione meravigliosa. Era un canto accompagnato dal lento, sottile cadere della pioggia che risuonava sull'asfalto, laggiù in strada. E in lontananza, le oche allevate dal mio vicino: insistentemente, starnazzavano . Da sempre è la natura, per me, la più grande fonte di serenità, di pace, il luogo in cui mi rifugio per evadere dalla realtà in quei momenti di sconforto, che ogni tanto mi colgono.
    33s
  • "La passeggiata delle emozioni"

    30 JAN 2019 · - By Elia Mira, 3ITE - Come di consuetudine, anche stamattina scendo dall’autobus per andare a scuola. E’ la solita storia. Un via vai di auto che passano, chi per un motivo chi per un altro, chi va a lavoro per tirare a campare, per portare avanti la famiglia, chi per andare al bar a prendersi un caffè, leggere la Gazzetta o sfogliarla distrattamente. Se sia meglio o peggio non lo so, ma io, a differenza loro, sono qua per entrare a scuola. L’anno scolastico è ancora molto lungo e ogni giorno, lungo questo piccolo tragitto – pochi passi dalla fermata dell’autobus all’entrata dell’istituto – si rincorrono le emozioni, tante e diverse tra loro: non si direbbe, sembriamo tutti assonnati, assenti, ma se ci osservate bene mentre ci incamminiamo, noterete chi sta in ansia per un compito in classe, chi per una interrogazione, chi è felice perché il giorno prima ha preso un 9, chi perché quel giorno ha materie più “leggere” rispetto ad altre, chi ha il cuore che palpita per qualcuno o qualcuna, chi per la squadra del cuore che la sera prima ha giocato e vinto, chi sta passando un momento "un po' così". Giro l’angolo adesso, vedo tutti gli amici che scendono dalle altre corriere. Un cenno e, scherzando, ci fermiamo a fare due chiacchiere col sottofondo delle campane del paese: ci ricordano che dobbiamo sbrigarci, sono già le 8, occorre entrare in classe. E allora via, giù per le scalette che scendono verso il cortile di quella scuola di vita che noi studenti chiamiamo “casa”.
    1m 16s
  • "Una dura giornata"

    30 JAN 2019 · - By Claudia Timi, 3B Liceo Scientifico - Mary si prepara, è mattino presto. Tra poco uscirà di casa, deve andare al lavoro. Ieri sera c’è stata una forte nevicata, di quelle che sbiancano completamente le campagne. E ancora fiocchi cadono, quando esce la ragazza. Fuori di casa apre l’ombrello. Il paesaggio intorno è imprigionato nel gelo; il coraggio è sfidare una lastra di ghiaccio cammnandoci sopra; il rischio è che si rompa, il conforto è che lasci spazio alla neve candida, lì sotto: un manto morbido e soffice, in cui affondare. E' vicina ormai alla strada principale, Mary, sente adesso le auto: sembrano circolare regolarmente. Non lavora lontano dalla propria abitazione, come ogni mattina raggiunge a piedi il luogo di lavoro. È un’impiegata d’ufficio: tutto il giorno davanti al computer. Quando la sera torna a casa è distrutta, per non parlare dello stipendio: è difficile pagare l’affitto se si è soli, come lei. Conclusa è anche quella giornata. Torna al suo rifugio la ragazza. L’abitazione è fredda, Mary accende il caminetto. Prepara la cena; non vede l’ora di andare a dormire per sognare qualcosa di migliore.
    1m
  • "Dream on"

    30 JAN 2019 · - By Diego Giandomenico, 4A Liceo Scientifico - Camminava verso l’ignoto; nemmeno lui sapeva dove conducessero i suoi passi, ma continuava: negli auricolari aveva la sua canzone preferita. Era strano come il tutto concordasse alla perfezione con il verso dei cardellini, che lo scrutavano curiosi dalla sommità dei nidi. Ad un tratto i passi si interrompono, gli uccelli ammutoliscono e un’atmosfera cupa, tenebrosa guadagna spazio. E’ stordito dalla musica, il ragazzo: la sente andare a ritroso. Lo sgomento gli toglie, con un gesto fulmineo, gli auricolari. La canzone continua ancora a risuonare nella sua testa, ora sembra quasi un lamento di disperazione. Si guarda attorno, il ragazzo, e non vede altro che il vuoto. All’improvviso vaghe immagini iniziano a scorrergli davanti agli occhi. Erano sui ricordi? Era come se stesse viaggiando nel proprio passato, ma ad una velocità elevatissima, che gli confondeva la smente. Nient’altro che il caos. Risorgeva da un buco nero il ricordo dei suoi primi disegni. Sentiva il fruscio della grafite ritrarre su un cartoncino altre immagini, reminiscenze ben nascoste nelle vie contorte dell’animo. Cade improvvisamente una moneta a ricondurlo nel precipitare temporaneo della sua vita presente: di delusioni ne stava ricevendo a bizzeffe in quel periodo ed era stato il sogno a riportando indietro nel tempo, quando tutto era ancora radioso e spensierato, quando l’unica delusione poteva essere quella di perdere una partita di calcio un istante prima dei tre fischi finali.
    1m
  • "Nell'appartamento"

    30 JAN 2019 · - By Elena Azzurro, 4ITE - Quando le persone mi vedono, non possono far altro che osservare la tranquillità. Sono una di quelle che gli altri definiscono 'semplice', con una vita semplice, una casa semplice, dei semplici vestiti. Ed è ciò che voglio trasmettere, ma quell'immagine serena è niente altro che un'illusione. La mia è una vita frenetica, tra il lavoro, la famiglia, la casa; forse non so ancora bene come gestire tutto questo: sono ancora giovane, appena trasferita in una grande città, sola, con un grande sogno, ma non conosco nessuno. L'unico posto dove non entra l'uragano che c'è nella mia testa è il mio appartamento. È come se davanti alla porta ci fosse un cartello con su scritto “Vietata l'entrata ai problemi”, perché quando sono a casa voglio pensare solo a me e alla mia gatta: Luna. E’ una piccola abitazione la mia: lì posso essere me stessa senza pensare ai problemi quotidiani. Quando l’ho visitata per la prima me ne sono innamorata: è piccola, sì, ha una sola camera da letto, un bagno, una cucina ed un salotto. La particolarità, mi raccontava allora la proprietaria, è che in tutto il palazzo è l'unico appartamento ad avere un camino. L’ho presa in affitto immediatamente. Ed ora eccomi qua, davanti alla porta di una casa non più vuota. A riempirla c’è una ragazza che vuole lasciare fuori dalla porta la frenesia della vita. Apro e ad accogliermi c'è Luna, mi saluta sempre appena torno, anche adesso. Non mi giudica mai. Mi tolgo le scarpe, mi metto dei vestiti più comodi e preparo un tè caldo. Sono solo le 5 del pomeriggio, eppure mi sembra che siano le 11 di sera. Controllo il camino e c'è ancora la fiamma accesa. Mi piego per aprire lo sportello e un'ondata di calore travolge il mio viso. Lancio uno sguardo al libro che ho lasciato sopra il tavolo il giorno precedente, tendo il braccio cerco di prenderlo. Luna viene verso di me, miagola, poi salta su quella che io chiamo 'il trono di Luna': niente altro che un cuscino rosso accanto al camino. Le faccio una piccola carezza in testa e mi giro per prendere un pezzo di legno da buttare sul fuoco; è la legna che mio padre porta a casa ogni fine settimana dalla campagna, solo per me. Mi pulisco le mani, le stropiccio, le sfrego e faccio un sorso del mio tè. Pensando a mio padre, la mia espressione si intenerisce subito, poi cambio espressione: gli voglio un mondo di bene, ma crea ogni giorno problemi a destra e a manca e sono sempre io, sua figlia, a dover rimediare. Si intestardisce per ogni piccola cosa, una partita di calcio in tv o al bar con gli amici; e quando si arrabbia diventa una persona diversa: violenta, ingestibile. Perciò ogni giorno torno a casa prima da lavoro, mi cambio, mi metto comoda davanti al camino. Con Luna, che dorme vicino a me, e un buon libro aspetto la chiamata di papà, del bar, o addirittura dei carabinieri: mi preparo mentalmente, cerco di ricaricare le energie per diventare quella persona tranquilla e semplice che tutti vedono in me.
    55s
  • "Evadere"

    30 JAN 2019 · - By Sofia Scoccia, 3B Liceo Scientifico - Ci sono enormi distese di campi coltivati, il radioso sole che risplende, il rilassante cinguettio degli uccellini, il fruscio del vento fra le foglie, la leggera brezza. Quel cielo magnificamente blu, il profumo della terra, dell’erba, del fieno. E ancora i campi, il cocente sole, il canto degli uccelli, il vento tra gli alberi. Quel cielo blu, l’odore della terra, dell’erba e del fieno. E di nuovo i campi, il rovente sole, il fastidioso vento. Quel cielo blu, quel fetore di letame e di animali. Vorrei solo evadere da qui. Fuggire da questa monotonia. Là, tra le strade affollate, tra il brusio della gente, dei turisti. Tra solenni monumenti, teatri, maestose chiese, palazzi che trasudano cultura, storia e leggenda. Là vorrei stare.
    1m 20s
  • "Alla ricerca del manicomio perduto"

    30 JAN 2019 · - By Samuele Tacchetti, 3B Liceo Scientifico Si era nel New Jersey e accadde nei primi anni del '900. Quella notte pioveva, mentre andavamo in cerca di un manicomio in cui si credeva fossero stati rinchiusi i più pazzi e pericolosi uomini al mondo. Proprio questo ci incuriosiva, volevamo a tutti i costi ritrovare quell'ospedale psichiatrico ormai sperduto; percorremmo le strade dell'intera città, accompagnati dalle auto che viaggiavano in piena notte e sotto un'impetuosa tempesta. Usciti dalla città, sempre più lontani, arrivammo nei pressi in una boscaglia: ora c'erano solo il fruscio delle foglie e lo scrosciare della pioggia intorno a noi. Percorremmo un sentiero, quando un rumore inatteso ci avvicinò. Avvertimmo la sensazione che volesse indicarci la via per giungere al manicomio. Sinistri canti di uccelli cominciammo a sentire di lì a poco e subito l'eco di risate inquietanti, come di persone per noi tutt'altro che normali. Capimmo di essere ormai vicini e, nonostante il freddo, la pioggia e la paura, decidemmo di andare fino in fondo. Più ci avvicinavamo, più quelle risate aumentavano di intensità, finchè sentimmo un ramo spezzarsi e la voce di un uomo, ma non capimmo esattamente quali parole avesse pronunciato. L'ospedale statale di Trenton si spalancò allora davanti ai nostri occhi. Quando entrammo, centinaia di persone erano lì, raccolte in una grande platea, simile a quella di un cinema. Ci guardavano e ridevano in continuazione: ci sembrò che ridessero come se noi fossimo attori comici di un film, poi capimmo che ridevano di noi. Ai loro occhi, eravamo noi i folli.
    46s

Paesaggi da ascoltare, da immaginare e da leggere. Una playlist di "paesaggi sonori" registrati dagli studenti del modulo "www...radio-tv1", PON Competenze base. Con un doppio clic su ogni traccia, sotto...

show more
Paesaggi da ascoltare, da immaginare e da leggere. Una playlist di "paesaggi sonori" registrati dagli studenti del modulo "www...radio-tv1", PON Competenze base. Con un doppio clic su ogni traccia, sotto "info", è possibile leggere anche le rispettive narrazioni a cura degli studenti stessi: brevi storie, stati d'animo, riflessioni, schegge di pensieri che raccontano gli ambiente registrati.
show less
Information
Author Radio-Medi
Categories Education
Website -
Email -

Looks like you don't have any active episode

Browse Spreaker Catalogue to discover great new content

Current

Looks like you don't have any episodes in your queue

Browse Spreaker Catalogue to discover great new content

Next Up

Episode Cover Episode Cover

It's so quiet here...

Time to discover new episodes!

Discover
Your Library
Search