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Sala Lettura

  • La descrizione di un quadro che possiedo

    16 SEP 2021 · "La descrizione di un quadro che possiedo" è una poesia di Alessandro Muresu. Voce e musica: Alessandro Muresu. Un fiume di pelle correva intrepido alle cascate Liberato dai palazzi di un mattino degli anni Sessanta Cauti occhi ammassati sugli argini sfitti A tenere il registro di una rigogliosa piena Schiene così dritte non si vedono spesso Un gusto armonico per il via vai concreto di umori E il terrapieno suona i calici marroni di radici ammezzate Come vedi dal continente obliquo passarono cervi e mammuth Si estinsero in algebre, padri pellegrini kilowattora Sull'altro lato le capanne maturano un'altra stagione Immaginazione fosforescente senza persone vive E arterie telefoniche, comandi vocali, antenne Gli alberi non arretrano ed allagano il patio muscolare Dove la buona circolazione sanguigna è decisa ai dadi Prima della fine, e poi della firma che non so decifrare
    4m 8s
  • 4m 28s
  • Coesistenza

    12 AUG 2021 · "Coesistenza", poesia di Alessandro Muresu. Voce e musica: Alessandro Muresu. Allora vidi bene, allineati e stretti tenendosi la coda l'un l'altro scendevano beati lungo un piano di etere tutti felici, scorticati alla base dei ginocchi coi vestiti lievi di lanette chiare ombelicali, spogliati del gesto, assicurati ad un'unghia di morfina il sogno a metà via si era infranto Ti hanno beccata, ti hanno beccata un'altra volta, maestosa amica mia e cara giuravi di essere a posto, ti hanno tolto la valvola la spina dai sandali e la cresta del gallo ti hanno fatto il nome da un vaso canopo sparso salve di fucile a salutare i tuoi demoni, e adesso che si fa? ti daresti pena per una cosa inutile ti azzarderesti un poco nei trastulli di una visita che non è richiesta o gradita avviarsi così, come la prima foglia caduta L'aria è perfettamente dritta e infrangibile ti origlia grandiosamente attenta per tramite degli alberi Guardiani in fiamme zompano sulla colonna quando parte la scazzottata fuori da un bar allegra coreografia di sedie affilate esonda in corte spire d'oro, la gente scatta foto funebri contro i cofani di sudore delle pareti con l'ittero Canti di paralisi sorvolano a briglie sciolte il suolo propaggini di stelle alla testa di un mondo uomini blu, carovane di raggi ultravioletti e ancora inquietudini, cani, sporgenze, occhi aliti d'incenso tossito sulle spalle basse che precedono sempre quelle davanti, che procedono in avanti avanti alla cieca Continua... Continua...
    4m 27s
  • Linea

    9 AUG 2021 · "Linea" è una poesia di Alessandro Muresu. Voce e musica: Alessandro Muresu. Avanzammo mani a terra palmo a palmo strizzando le guance alle pozze certi di lambire quell'uscio invisibile intonando canti tossici con la punta dei reni, i polsi maleodoranti passammo attraverso archi di radici inattaccabili e gli anni di scuola elementare e blocchi di nutrienti flemmatici in un paesaggio sterile, come in vacanza Lasciami alle alghe, a fare e disfare i tratti somatici crepitano nel rancio rappreso di ieri Sono senza sonno mi aggiro in trance da un patio all'altro dei sensi accovacciato in ostensione Sono la tigna da cui trarre e sorbire in un’assemblea che non recede C'è chi sviene per mezzo del rammarico d'altri e negli altri fa millimetrare fosse vergini vestite di un rado mosaico di tenebra In soffitta andammo di nascosto a bere a farci scappare il mormorio inerte di una risata col dito al buio poi scorremmo l'enciclopedia le voci apodittiche e ciĂ² che è male e ciĂ² che viene bene e le assurditĂ  la nuova geografia delle persone Ancora fummo in strada alla vista ingenua buttati nella fredda capitale degli sguardi proiettile Udii il tumulto di valige aperte sistemate in un ventre Noi non siamo stati come siamo Dimmi tu da dove proviene il sibilo alto di una macchina guastatrice che quadra i tuoi coaguli infilaci un ago d'osso in quei germogli le cose veramente antiche ci fanno deboli quando sembriamo folli e normali pronti ad essere morti a puntino Tanti tormenti floreali, notturni idoli di grido che soccombono in cifra doppia fra opinione e scherno, rumore e pensiero Il capo chino meriterĂ  una scossa che permeerĂ  tutta l’unione Quella si dice è una pianta esotica automatica, l'albero della gelosia eterna alla base del tronco ho steso un po' di colla come mi ha indicato il macellaio e ho filosofato, mantrizzato, apologizzato ai suoi talloni secondo la sagacia del vetraio un giorno in cui non era rimasto rifugio Ciononostante in una linea s'intagliĂ² l'ultimo pezzettino di me bruciĂ² la prova delle fessure e la ricevuta di ritorno girĂ² a vuoto un corso di mezzo grado sopra il soffio scheletrico di un fumaiolo Emissioni di linfa e bozzolo e topi e ghiande e calamari e stati recettivi d’ombra immortalarono le vite in avanscoperta e quelle a venire la melma prodigiosa cadeva in stracci orizzontalitĂ  a perdita d'occhio sedendo al trono del mare istintivamente evaporato
    4m 31s
  • Luminaria degli anni

    5 AUG 2021 · "Luminaria degli anni", poesia di Alessandro Muresu. Voce e Musica: Alessandro Muresu. Dal furore dei mitocondri bianchi abbandonati sulla soglia di casa alla gola cordiale, nella fattispecie ci azioniamo in un teatro dell'ansia che incoccia su una ics il movimento incapace, l'urlo dei coriandoli la lunga stringa d'oro sdrucita ad arte Ho memorie piane di vittorie incompatibili che una ad una mi fanno bene la guardia Le ho radunate nella rete casuale abbracciate al silicone le ho impilate di petto senza fortuna e ad ogni applauso dietro alla curva onomastica rintocca un MI a morto La sera ha riportato i suoi vermi a passeggio volumi di ossigeno trino accantonati da un lato Quante sono le canzoni, quanti sono i miei nomi Guarda i promeneurs che si attardano hanno il fiato di una chioccia e le membra trasparenti fanno lascito sul corrimano del ponte con un Morse di unto Come noi, una banda che non sa che pezzo intonare in quale ritiro me ne andrĂ², me ne andrĂ² a sistemare le articolazioni terracquee stile grande impero risalendo in funivia circa la metĂ  delle generazioni sghembo e diritto, poi rovescio fino all'aura di uno stemma perpetuo tolte le scarpe, vuoterĂ² la pentola agiterĂ² anch'io la pipa nasale con garbo ammaliato punto per punto da vortici primari il gioco si sa fare duro, gli anni passano di soppiatto senza farsi vedere da un orecchio all'altro ci sento ancora qualcosa e la barba è poco piĂ¹ di un segno
    4m 6s
  • Non è un gioco di parole

    3 AUG 2021 · "Non è un gioco di parole," poesia di Alessandro Muresu. Voce e musica: Alessandro Muresu. Stavo per buttare dalla finestra un resoconto in codice, ed ecco cosa accadde All'ancora giĂ¹ al fresco mi attorniavano le ore in selvagge risme da una goccia ne ho fatte tre-quattro trovato l'angolo della saracinesca verso la strada orrenda dove vedemmo accadere ammutoliti il saggio finale della storia Si cercavano le mani, mani con le mani passanti e passanti ci sono passanti e passanti ricordi inanimati flessi a qualunque stadio di incomprensione Alt, disse il corvo con la sua mezza testa una testa unica nel suo genere che non diresti preziosa chiusa ad arte su ambo i lati Posa pure le tue briciole, ti ricordo che tu fuoriesci dal mio gambo nero Un retrogusto immobile di orecchie un colore che stenta fra pochi lo sguardo contundente infilzato alla rovescia sotto al dolcevita Ogni dettaglio accarezza gli alvei e il vento e la calura celebrano unioni repentine le luci si sono spente tra loro prossime ai radi solai di gomma invincibili La fiamma di una lancia, giĂ  lì, ogni tanto veniva soffiata contro la fĂ²rmica combine abbietta di un mantice a disposizione Attraverso il punto di unione ritrovammo elenchi di nomi e di elementi solidi, gentili, succhi gialli sedimentati all’ozono polimeri catalizzati nella loro gabbia impianti di rigenerazione sattvica che grattano il calcare dal musetto dei ragni Ci hanno mollati qui in una bisaccia cucita stretta Mandati a calci a prendervi vi metteremo in un frigo interplanetario Sì, spingiamo questi addendi spicci sul terrazzo, Dio sa con che cosa, una lisca alla volta gli elettroni piani come zattere discendono e perlustrano la breccia polare del vero Come vedete, abbiamo le palle stracolme di tutta la vostra roba originale lo riportano i piĂ¹ recenti studi Se tu vuoi il nettare della discordia poi di che cosa ti vorrai sedare? Le sale baronali sono congestionate dai troni, il tempo miete la sommitĂ  scoscesa di un teschio: fra un po' non si sentirĂ  un raglio neppure a pagarlo Nessuno s'è visto nessuno ha attraversato la soglia al gesto nĂ© lo sputo di un dispaccio qualsiasi epitaffio ci strattona con l’analisi logica e l’ombelico del cieco profetizza in silenzio Il rumore pesante di un pelo pubico che si schianta inaspettatamente fra due ali strenue di morchia Questa vita non puĂ² piĂ¹ essere, questa vita è così, il male cresce di un estinto per volta Ci sono afidi che svolgono lavori massacranti scattano piĂ¹ lesti delle nostre manifatture Sottoscrivi in toto ciĂ² che dico corri a farti una bella polizza al gorgogliatore Sempre si dimostra un falso allarme Al mattino, da una parte o l’altra del letto mette piede per terra la stessa mandria mortale Ho visto uno, uno talmente annoiato che spinava i fianchi di una tovaglia incurante delle vostre ultime sofisticate regole Ogni volta una cosa diversa, una cosa che ruota che somiglia vagamente a te, se vuoi ai filari di bambole infilzate sui comĂ² ai caldi colpi d'occhi sversati meritoriamente dallo spioncino lungo il dorso monumentale di carovane vuote Lasciate stare, lasciateli stare presto non saranno altro che la polvere della polvere Siamo andati finalmente a dormire fuori io e lei nudi all'aria abbandonata della sera promessi a molte stelle precettate per la guardia mi ha chiesto di non dirlo a nessuno, nemmeno a noi che eravamo gli unici remoti i teli leggeri di fiore di lana sporgevano attaccati sulla roccia ed è stato allora che abbiamo scaricato Siamo abituati ad essere contenti a fare talismani dai sintomi di un esaurimento Che spettacolo il ritardo di cui ci avete degnati, cari fantasmi A furia di tagliare i capelli non ci ricrescono piĂ¹ Continuiamo a mangiarci le unghie nella vita subacquea mi sono divorato giorno dopo giorno, mi sono dato uno morso dietro talmente forte che mi sono addormentato urlando Troppi scherzi in questo grande secchio e il coperchio si è quasi è rotto Gli appigli monchi e i ganci lasciati dai giganti li ricordo in eoni a prezzo moderato non ci aiutano a salire Colpe, colpe, a chi la do la colpa Largo ai nuovi cataloghi chi è morto di caldo non è morto di freddo, di un quarto di luna, di falange, di attaccabrighe Non c'è piĂ¹ impeto nelle braccia disseccate tanfo, languore Le tre braccia che mi rimangono tutte di un solo tipo vigono come arto di figlio, mosquito preso alla fune Così è da e per l'ira, ecco, se volete proprio guardare
    8m 14s
  • In attesa sul canale

    3 AUG 2021 · "In attesa sul canale", poesia di Alessandro Muresu. Voce e musica: Alessandro Muresu. Sto sfogliando un giornale al tavolino di una veranda, pagina uno, pagina due, questo è il giornale dell'asino transitano vecchi signori con le lenti accovacciate nella borsa e le ossa riservate sempre secondo il bollettino sono diretti al mare e sfidano il sole coi titoli di coda Appresso, i cani molto piccoli scolpiti nella linea di mezzo delle calle Io resto immobile impaziente, chi mi tocca è perso è colpito da lontano, da un lupo, lo faccio schioccare come una nocca di scimmia La curvatura degli occhi il cipiglio magico ruttano sulla faccia dimensioni parche alla velocitĂ  delle vite che subissano Secondo il caro manuale di istruzioni me le aspetto, aderisco volentieri al suono di una campana preda del tormento Così scappa una chiaroveggenza L'anno scorso a quell'appuntamento di cui ti raccontavo nei piĂ¹ asciutti dettagli quella notte di agio a Venezia una ragazza era caduta ripetutamente dalla bicicletta abbiamo fatto la gara per entrare dalla miss-medico e prima il sondaggio e il drenaggio e i camici inerti di temperatura, di sospetto incendio di caratterizzazione del rischio di farsa perĂ² lei ha sempre avuto la meglio da grande ferita sul campo quale era è passata avanti e se n’è andata complice la sua indefinita etĂ , la stranita linea del coccige, qualcuno di non troppo lontano aspettava la sua treccia rampante da stringere per benino Sono sceso dal mio palazzo di scheletro per dirmene un’altra salva e ho atteso tanto ma proprio tanto nella tasca dell’orologio la sua insegna cosmica sorretta da vele puntate ad ogni quarto non mi ha piĂ¹, questo sembra, questo segna, la medesima mimica solare tarata dalla disciplina di chi sa I parenti mi ricordano troppo la sciagura e quando fanno ritorno prego che se ne vadano Mai piĂ¹ rivisti, mai piĂ¹ sentiti, risonanti tubuli alito che si scassa nel vento che porta pantano e voglie inammissibili cip cip cip è il vespro, è ancora minimamente umano che si rifa comunque sotto a quel coso cip cip il palco che fremeva ingerisce la platea Un uomo apposito la sera piscia dalla catapecchia rimasta in disuso documenti alla mano, nessun villano si adopera per scacciarlo lui scompare all’arrivo dei manovali che asciugano coi fogli della carta intestata SarĂ  messo a verbale, potete contarci L’acqua minerale viene grattata dalle vene dei muri questa è l’epoca dell'ipofisi che arranca che aggiunge un letto per un paio di mummie da entrambi gli approcci staccate Quanto imposto gli servirĂ  per agire e trottare e fare la lotta, chiamiamola con altri rumori una quantitĂ  di garze e di nervi nell’aldilĂ , al di qua tanti aloni che rimarranno mesi nel fosso apologetico a coagulare Adesso che voi siete padroni una volta sposati che cosa succede? Andrete pian pianino ad Est, per i vicoli dei mercati calpestando i vermi schierati a difesa di cattedre larghe e i gatti maestosi mescolati nell’ombra cantano cori degni di un principato Voialtri nel destino, i biglietti ambigui di auguri certo saranno spediti da ogni scoglio minacciando di saltare di sotto Si chiama ammutinamento dove i crateri da grandi si fanno scorrevoli e si puĂ² contrattare nel foyer assieme agli indiziati I colli delle camicie si allentano di anno in anno e le scapole si allungano in avanti fino a baciarsi intarsiate di impronte lisce leggibili da lontano con un sentimento di poi Andrete scavalcando i giunchi i tuffi di testa e di petto, rimpianti, alibi non vi calmeranno arriva al dunque questa confusione palloncini bianchi di gomma sfiorano le tegole del cimitero ma questo sarĂ  quando sarĂ  il momento, state a vegliare indifferenti lenti e duri cordoli ritti nel paesaggio aspettate non si sa che cosa Puoi sganciarti un piede, ed uno dopo l'altro mettili a raffreddare davanti al termos in una meditazione che trasforma il dolore delle zanzare ospiti di una ghirlanda di calze rotte Chi si rimastica bene fa un'opera mirabile, avanzano sagge prescrizioni, le mezze frasi copiate di ieri saranno considerate presto laute razzie rimastica bene e fai spazio che di pane ce n'è di luoghi abbattuti e pestati con la spada ce ne sono cuniculi e atri risultano ad oggi oh oh, come dire, dispersi inimmaginabili Qualche attimo e ricrescono alle note secche sferrate dai nostri abbagli Il rimedio lo conosco e potrei venire a portarlo sulla punta delle dita mi si stringe il cuore con grande freddezza ciononostante siamo arrivati fino qui e non andremo via facilmente o contenti se non dopo la valanga, all’indomani della disfatta
    10m 44s
  • Esperimento

    3 AUG 2021 · "Esperimento", poesia di Alessandro Muresu. Voce e musica: Alessandro Muresu. Nel pozzo dove a stento si tenevano a galla i dormienti e i giri rapidi attorno alla forca della steppa nazionale chi ha controllato è incolume, chi è controllato reciso Si dia la vita ad un’assise famelica e i viaggi per il mondo e da ogni mondo nella bocca di lupi presi a prestito dal lato esterno del bosco sono caduti in mano ad una sola giornata di vento fra bugie e rughe peste coi follicoli in sciopero Arriva prima o poi il vino che avete comandato bisognerà rovesciarlo tutto o si mieteranno i lumi Alibi taciturni di calzanti ragioni fanno vanità delle crepe in vista Cosicché per terra sarà scorta di molecole che non si lasciano bollire, a rifinirle bene vi sono altri drappi ai quali tendere un invito stoico per andare a odorare i piedi agli strani corpi riversi Hanno avvistato doppi sintetici frustarsi col cinturino di una ghirlanda di smegma scherzavano su nulla ad un concorso di monadi urlanti
    3m 7s
  • Ha ragione il mare

    3 AUG 2021 · "Ha ragione il mare", poesia di Alessandro Muresu. Voce e Musica: Alessandro Muresu. ProfonditĂ  a picco sulla luce, profonditĂ  d’ali è questo che forza lo stipite del vecchio disegno Ad ogni battito, il caos perde un millimetro e i giacigli spuntano davanti al tumulo del desiderio Coda di girino, brusio umano, servosistemi, sete, il fiume collettivo pulsa nelle caditoie fino ai piedi della torre trifore, bifore, moduli setticemici in consegna alla cricca antalgica Tu hai fatto di tutto per me, prima di qualunque altro vuoto conservo perciĂ² il numero, quello della gita in barca fino allo stabilimento puĂ² darsi che chiamerĂ² ma sarĂ  verso la fine dell'anno quando sarĂ² tornato dai monti vicini, diciamo sul tardi per allora mi sarĂ  cresciuto il setoso indice di narvalo Il disco di Alvin L. volteggiava da solo sulla roccia gelido ricordo in stallo che manca l'atterraggio l'esempio di un’assuefazione folle, indiscreta Doppio cono d'ombra, miriadi di sottotipi precettati nei solchi umettati al laser il suono era il tentativo di un regno inudibile
    4m 43s
  • Bottiglie

    25 JUL 2021 · "Bottiglie", poesia di Alessandro Muresu. Voce e musica: Alessandro Muresu. L'aria oggi si è fatta un ampio fermaglio di luce dallo scafandro frontale scivola la copia della nereide che batte la chioma sugli estinti e li offende Molta è la paura nella memoria del fuoco non sottovalutarne l’archivio fa andare le sfere da una parte o da un'altra ma nessuna per ora trionfa all’apice e allora dillo anche tu che siamo invitati metti una cotta alla carta abrasiva per scalare con vigore soffitte in tempesta nei nostri aliti rimasti chiusi all'agonia col groppone carico di cravatte trattato come caso d'urgenza sui picchi si schiarisce la gola la marea esausta per troppa salita e discesa coi cataloghi di corpi rimessi in vassoi d’argento alle onde dimenticate manca la voce Le volte sotto cui ci incamminammo dalla banchina girevole al minimo sospetto fanno una faccia si dileguano Siamo stati a lungo dentro a bottiglie di gassosa e continuiamo il baccano vuoto inibito l’aliseo sottomarino rammendato alla ricerca del fervore nell'occhio del pesce Il cielo di ieri lo hanno pettinato le meteore e a questa carezza è diventato sereno la settimana giace nel sibilo di un concreto esilio andiamo a fare un giro da soli imbarchiamoci sul carretto di legno, entra prima tu che ci stai nella fila di posti unificati in fondo, mi raccomando, tienimi la mano o mi verrĂ  la nausea Gli stipetti improvvisamente ballano e non c'è pace per le povere teste Una volta ancora lancerĂ² quei dadi che tengo nella blusa legati con cento lire di spago così che possiamo interpretarci iscritti al duro corso A terra nel patio la spanna di un toupet di foglie scosso all'uscita indiavolata dei predecessori Le persone erano al parapiglia dopo una sberla sufficiente si sono dette col muso alle ginocchia: Beh, mi andrĂ² a rileggere il libro e quello mi basterĂ , mi somministrerĂ², mi sommerĂ² a questi chiaroudenti, vediamo che cosa succede Mancano pochi gradi di allucinazione ad occhi chiusi mi sento piĂ¹ sicuro tu tienimi la mano non sopporto il tuo paesaggio che si allenta una pira di linoleum si accende alla fantasmagoria dove siamo accolti con gli inni e i cesti di fiori bucati Una donna che ricorda la canzone desta il suo bambino Un gatto a una certa ora se ne va bene alla tenebra suggestioni odori schiacciati antichitĂ  rubate identitĂ  d’ossa E si misero comodi distesi nel discreto fango come il lievito di un anno
    5m 37s

In questo podcast intitolato "Sala Lettura", via via presenterĂ² la lettura di alcuni provini tratti dal mio percorso autoriale, ripreso nell'estate 2021 dopo 15 anni di altro. A caratterizzare queste...

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In questo podcast intitolato "Sala Lettura", via via presenterĂ² la lettura di alcuni provini tratti dal mio percorso autoriale, ripreso nell'estate 2021 dopo 15 anni di altro. A caratterizzare queste saltuarie selezioni, mie musiche originali.
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Author Alessandro Muresu
Categories Books
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