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Rino Cammilleri - BastaBugie.it

  • La verità su Gaza che nessuno dice

    9 APR 2024 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7751 LA VERITA' SU GAZA CHE NESSUNO DICE di Rino Cammilleri Ma perché devo pagare un canone, per giunta salato, per farmi disinformare e/o deformare? Possibile che nemmeno con la destra al governo si riesca a sgravare il cittadino da questa odiosissima tassa? E passi per le gayate di Sanremo, passi per le trasmissioni-propaganda affidate a militanti sinistri, passi per le fastidiose interruzioni pubblicitarie che servono solo a portare altri soldi agli strapagatissimi Raisti e che sono giustificate solo nelle reti commerciali. Ma pure l'informazione deve essere uno sberleffo al contribuente? Per esempio, perché quella della Russia all'Ucraina è un'abietta aggressione, tale da meritare il continuo invio di soldi e armi a Zelensky, mentre quella di Hamas a Israele è, tutto sommato, cosa veniale? Perché devo convincermi che è giusto e doveroso il mio impoverimento da boicottaggio degli affari con Putin e Netanyahu? Perché il conteggio delle vittime civili che mi viene ammannito ogni giorno è quello fornito da Zelensky e Hamas? Perché gli inviati nel russofono Donbass intervistano solo i filo-ucraini? In realtà la risposta la so, e su questo sito l'ho riferita più volte. Quel che non mi aspettavo è la sollevazione mondiale contro Israele. Ma anche qui, ragionando, la risposta si trova. Il pensiero woke americano non è altro che marxismo con altro nome, così come da noi tutto ciò che è di sinistra. Il denominatore comune è l'odio mortale all'Occidente capitalista, che rende disposti anche a tagliarsi i cabbasisi pur di fargli un dispetto. Cioè, tifare per la Sharia. Israele è un pezzo di Occidente nel mare islamico, da qui l'odio. Le efferatezze gratuite e talebaniche di Hamas nel suo proditorio attacco (donne, vecchi, bambini e stupri e decapitazioni) teso a vanificare gli Accordi di Abramo hanno provocato la reazione di Israele - come da calcolo - ed ecco che dall'Onu in giù, Biden compreso, tutti a dare addosso agli israeliani. I quali però non nascondono missili negli ospedali e nelle scuole, né si fanno scudo dei civili. Rivogliono solo i loro ostaggi e sono disposti allo scambio ineguale: centinaia di terroristi prigionieri per ogni ostaggio. Macché. Il messaggio che passa è che i nazisti ebraici bombardano palestinesi inermi. Ma nessuno che suggerisca a Israele un altro modo per liberare i suoi ostaggi. Il dialogo? Le trattative? Con chi, con quelli? C'erano quasi, ma poi Biden ha praticamente autorizzato l'Onu a ordinare il cessate il fuoco su Gaza e Hamas, contento, ha ritirato la sua offerta. Bel colpo. Biden, si sa, ha problemi elettivi personali con i musulmani d'America. Gli europei, dopo aver riempito le loro contrade di islamici, non hanno nemmeno il problema dei voti, ma quello della gola tagliata. I poveri palestinesi? Almeno col loro numero potrebbero ribellarsi ad Hamas, che per giunta sequestra i loro (nostri) aiuti. Invece no. L'esercito israeliano sbaglia mira e fa fuori sette cooperatori? Tutti a stracciarsi le vesti. Hamas potrebbe risparmiare al suo popolo ogni sofferenza rilasciando gli ostaggi. Invece se li tiene stretti, e nessuno gli addebita di essere la causa di tutto quel che è successo. Tutti i musulmani, dovunque siano, solidarizzano... con i musulmani, chiunque siano. E io pago il canone per sentire la versione di Zelensky e di Hamas, e solo quella. L'unica consolazione - se così si può chiamare - è che conosco la storia e so che Israele non dimentica. I nemici li conosce già. Ora sta riconoscendo gli amici.
    4m 53s
  • L'ateo comunista convertito da Fulton Sheen

    15 NOV 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7598 L'ATEO COMUNISTA CONVERTITO DA FULTON SHEEN di Rino Camilleri In una della puntate precedenti avevamo raccontato come il venerabile Fulton Sheen avesse convertito una fanatica - e importante - comunista americana. Ma la gente convertita da quell'uomo eccezionale deve essere stata molta di più e si attende che qualcuno metta mano all'elenco, possibilmente con ricchezza di particolari. Oggi intanto replichiamo con un altro comunista di punta, statunitense pure lui, un attivista di spicco che grazie al solito Fulton Sheeen incontrò la Vergine e, ovviamente, cambio da così a così. Si tratta di Louis Francis Budenz (1871-1972), un uomo che, dopo l'incontro casuale (al bar) col vescovo, fu "perseguitato" per nove anni dalla Madonna: lui stesso, nell'autobiografia, confessò di ritrovarsi spesso, in quel periodo, con la mano in tasca a sgranare il rosario quasi senza accorgersene. Dedicò il suo libro all'Immacolata, che Pio XII aveva posto a Patrona delle forza armate degli Stati Uniti. Tra parentesi, il lungimirante pontefice sapeva che i militari di fede cattolica in quel paese dai mille culti correvano seri rischi di contagio ideologico, o almeno di confondersi le idee; da qui il patrocinio della "Nemica di tutte le eresie". E infatti il vescovo Sheen tagliò corto: anziché imbarcarsi in dotte confutazioni andò dritto al sodo dritto al sodo chiamando in causa la Madonna. I GENITORI CATTOLICI Ma com'è che il Budenz teneva il rosario in tasca pur essendo stra-comunista? Il fatto è che i genitori erano cattolici, e ogni sera la famiglia diceva il rosario in ginocchio davanti a un'immagine dell'Ecce homo. Lui stesso, nato in Indianapolis, aveva studiato in scuole cattoliche nell'Indiana, a Cincinnati e a Topeka, in Kansas. Nel 1912 si laureò in discipline giuridiche ed economiche alla Indianapolis Law school. Nel 1915 si impiegò presso un'organizzazione cattolica a st. Louis assisteva i lavoratori nelle loro rivendicazioni. Nel 1920 si trasferì nel New Jersey allo scopo di mettere a disposizione degli operai in sciopero le sue competenze giuridiche. Ma accade anche a lui quel che successe ai famosi "preti operai" che negli anni cinquanta e sessanta andarono a lavorare nelle fabbriche: come i pifferi di montagna, si erano fatti operai per convertire i colleghi al Vangelo, ma tornarono convertiti al verbo di Marx. E da preti si trasformarono in agitatori e sindacalisti. Ma il ceto operaio di agitatori e sindacalisti ne aveva già , perciò quei preti diventarono come il famoso sale evangelico che, perso il sapore, non serve più a niente. Diversi scioperi sciopero in diverse parti ebbero successo grazie ai consigli dell'avvocato Budenz, tanto che gli fu chiesto di insegnare in un'apposita scuola proprio le tecniche di sciopero: il Brookwood Labor College, presso New York city, dopo aver pubblicato diversi pamphlet e manuali, nel 1935 il Budenz, correttamente s'iscrisse al partito comunista americano e vi fece rapida carriera, fino a diventare caporedattore del Daily Worker, organo del partito, e addirittura membro del comitato centrale. Nel 1938 aveva già nel curriculum una vetrina di arresti di quando a Chicago dirigeva l'intera rete nazionale dei quotidiani comunisti. UN LUNGO DISCORSO SU MARIA Ma ecco l'incontro fortuito col già famoso vescovo di New York, a cui lui, tra un bicchiere e l'altro, cercò di spiegare come il comunismo fosse l'inveramento sociale del vangelo. Vecchia storia, alla quale non pochi preti sudamericani (e non solo) ancora oggi credono. Sheen, però spiazzò l'interlocutore. Anziché rispondere e ribattere, propose di cambiare argomento e di parlare della Madonna. Al trasecolato Budenz il Beato parlò per un'opera di Maria, gettando quel seme che nel 1945 portò Budenz alla più plateale delle conversioni. E quel punto cominciò a scrivere libri che spiegavano veramente il comunismo: "Uomini senza volto: la cospirazione comunista negli Stati Uniti", "Il mondo nascosto", "Le tecniche del comunismo". Divenne docente di economia alla prestigiosa Fordham University, e pubblicò la sua autobiografia, This is my story, in cui chiarì come proprio il cattolicesimo, ritrovato e approfondito, l'avesse portato a rigettare tutto ciò in cui aveva creduto prima. A questo proposito, la Lettera in cui San Pietro raccomanda di essere "sempre pronti a rendere ragione" di ciò in cui si crede, significa in soldoni questo: se sei laureato hai un dovere di approfondire al tuo livello di cultura. Invece, oggi, sono tanti i laureati, e pure gli accademici, che della religione in cui sono stati battezzati sanno solo quel che hanno appreso al Catechismo da bambini, e credono che basti. E pensano che non verrà loro chiesto conto nel Dies Irae. Budenz venne arruolato dall'FBI come consulente e confessò di avere partecipato allo spionaggio comunista a favore dell'URSS fin dai tempi dell'assassino di Trotsky in Messico (la cui opportunità era stata discussa in comitato centrale, lui presente). Precisò che la famosa spia Alger Hiss era già comunista quando lavorava come funzionario del governo. NELLA COMMISSIONE MCCARTHY Budenz fu testimone chiave in tutte le udienze della commissione McCarthy. Com'è noto il "meccartismo" è entrato nel linguaggio comune quale sinonimo di "caccia alle streghe" grazie alla propaganda di sinistra a Hollywood e nel resto dell'impero americano. Il fatto è che le "streghe" c'erano davvero e al "soccorso rosso" non rimase che cercare di confondere almeno le nuove generazioni. Nel 1953, nel suo libro Tecniche del comunismo (Techniques of Communism, mai tradotto), Budenz spiegò che i comunisti ricevevano istruzioni su come negare di essere comunisti in caso di accusa. Il che, ovviamente, complicava l'attività degli inquirenti e trascinava i processi all'indefinito (il summenzionato Kiss ne ebbe infatti due e proprio per negazioni di genere). Gli ex comunisti che testimoniavano come "pentiti" venivano attaccati e denigrati in ogni modo (Whit-taker Chambes, per esempio, era uno di loro e finì querelato da Alges Hiss). Louis Francis Budenz aveva cinque figlie, una (Louise) adottata al tempo del primo matrimonio nel 1916 con Gizella Geiss, compaesana e già divorziata, cosa che costò a Louis il distacco dalla sua famiglia d'origine, che non approvava; lui preferì andarsene da casa. Le altre quattro le ebbe, dopo il divorzio (nel 1938), dalla seconda moglie Margaret Rodgers di Pittsburgh: Julia, Josephine, Justine, Joanna (non chiedetemi perché tutte con la iniziale "J", perché non lo so). Louis Francis Budenz morì a ottant'anni a Newport, Rhode Island, nel 1972.
    7m 44s
  • Appunti per chi tifa per Hamas e contro Israele

    14 NOV 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7602 APPUNTI PER CHI TIFA PER HAMAS E CONTRO ISRAELE di Rino Camilleri Fateci caso: tutti quelli che tifano per la «Palestina» o sono comunisti (riflesso condizionato di quando l'Urss remava contro Israele) o oscillano tra «perfidi giudei» e «Lepanto» non sapendo decidersi, o sono semplicemente nostalgici. Vabbè, io intanto vedo gli invincibili guerrieri di Allah sgozzare a tradimento vecchietti che fanno la spesa e nascondersi sotto i reparti di pediatria. Eh, i fabbricanti di frankenstein non immaginavano che la «dottrina Brzezinski» ci si sarebbe rivoltata contro. Ci spieghiamo. Ai tempi delle guerre di Israele contro i vicini arabi, giacché Israele era alleato degli americani, per forza di cose i sovietici si buttarono dall'altra parte. Gli israeliani riuscirono a spuntare film hollywoodiani come Exodus e canzoni come Inch'Allah di Adamo, ma la propaganda comunista era più rodata, sperimentata e forte della loro. Così i terroristi palestinesi passarono per condivisibili insorgenti e nei cortei per qualsivoglia ragione spuntarono le kefiah alla Arafat. Da allora, la sinistra, anche quella radical-chic, sta contro gli «imperialisti». I Paesi musulmani, i ricchissimi emirati e sceiccati? Di palestinesi non ne vogliono, per non fare la fine del Libano. Ricordate? I profughi palestinesi vennero accolti in Giordania e subito cominciarono gli attentati contro addirittura il re. Espulsi a pedate, si riversarono in Libano e la «Svizzera d'Oriente» piombò in una guerra civile che non è mai finita. La spaventosa esplosione finale al porto di Beirut l'abbiamo vista tutti. Chi è stato? Boh, indovinala grillo. Per chi non sapesse cos'è la «dottrina Brzezinski», ecco qua: ai tempi dell'Urss le teste d'uovo angloamericane pensarono di pugnalare alle spalle l'alleato Scià di Persia prelevando l'ayatollah Khomeini da Parigi, dove era stato tenuto in caldo proprio per questa evenienza, e lo mandarono a scatenare la rivoluzione islamica nell'Iran. Lo scopo era quello di fare dell'islamismo politico il detonatore per tutte le regioni islamiche del Sud dell'Urss, o almeno di tenere in tal modo una pistola puntata alla tempia di quest'ultima. Ma i sovietici non erano fessi e il Grande Gioco fallì. Anzi, si ritorse contro i burattinai, perché l'islamismo politico contagiò non chi doveva ma tornò indietro, e da allora l'Occidente non ha più avuto pace. L'Iran, già florido e modernissimo, ripiombò nel VII secolo, e così i vicini di casa. E perfino la Turchia deve stare attenta all'islam radicale, tanto che la moglie di Erdogan è meglio si presenti in pubblico velata. Come si faccia a tifare per tagliagole sanguinari e senza regole, nemmeno d'onore, che degli occidentali usano solo le armi ma per il resto loro stessi fanno una vita da caprai (niente fumo, niente alcol, niente televisione...), lo sanno solo i plagiati dal marxismo (perché sempre questo è, comunque lo chiamino di volta in volta). A furia di "accoglienza" catto-comunista ce li siamo tirati in casa, e ora voglio vedere come se ne esce. Ultima notazione: comunque la vediate, fatevi prima un giro in Afghanistan e poi uno in Israele. E poi ditemi in quale «regime imperialista» (perché lo sono tutti e due, e l'islamismo è pure totalitario) vorreste abitare. Un'ultima notazione per quelli che riescono a celebrare l'anniversario della vittoria occidentale sugli ottomani a Lepanto e in contemporanea avercela con Israele. Che non è un santo, certo, ma combatte contro lo stesso diavolo. Speriamo solo che il Mossad non riesca a trovare il modo di spedircelo in casa, visto che ci teniamo tanto. Così, anche noi proveremo le gioie della libanizzazione.
    5m 28s
  • L'arma della sinistra è sempre stata la propaganda

    7 NOV 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7559 L'ARMA DELLA SINISTRA E' SEMPRE STATA LA PROPAGANDA di Rino Cammilleri Il giacobinismo andò al potere grazie alla propaganda. Pennaruli e avvocaticchi come Robespierre inondarono di cahiers di lamentele gli Stati Generali. I quali erano stati convocati perché la Francia, la Potenza numero uno, aveva perso la Guerra dei Sette Anni contro quella numero due, l'Inghilterra. Lo Stato (non il Paese, si badi) aveva le casse esauste. Ogni municipalità rappresentata delegò, ovviamente, gente di lingua svelta. E questi erano imbevuti di Rousseau e Voltaire, anche perché il bibliotecario reale, Malesherbes, anziché censurarli li aveva diffusi per due motivi: uno, era dei loro; due, il re era un imbecille (non lo dico io, ma uno dei maggiori storici francesi, Pierre Chaunu). Sorsero come i funghi le «società di pensiero»: avete presenti le interminabili assemblee sessantottine? Le quali sporularono il frutto della nuova libertà di stampa. Che infatti non c'entrava nulla con le richieste del popolo agli Stati Generali. E tutti i rivoluzionari, da Marat in poi, quello facevano: i giornalisti. Era nata la propaganda politica, anzi ideologica. Da allora, ecco i monumenti ai giornalisti che null'altro facevano e null'altro sapevano fare: Mazzini, Marx, Lenin e compagnia parolaia. E ghigliottina per chi dissentiva, non a caso una macchina per moltiplicare le eliminazioni, fino al gulag e ai killing fields in attesa dell'AI. Ci si faccia caso con gli eredi nostrani del giacobinismo, i piddini. Tutta la loro forza sta nella propaganda. Non hanno altro. Quando comandano, mandano il Paese a ramengo, riempiono il popolo di chiacchiere e le galere per chi non le beve. Quando sono all'opposizione strepitano, additano le falle, demonizzano, inventano sempre nuovi slogan, capitaneggiano i nuovi poveri che loro stessi hanno creato. Qualunque inezia può essere utilizzata per cavalcarla dopo averla ingigantita ad arte. Propaganda, appunto. E sotto la propaganda, niente. Fa caldo d'estate? Emergenza climatica. C'è il covid? Tutti a casa, tutti vaccinati quattro, cinque volte, e pure dieci se il covid non li avesse fregati sparendo. Il covid è sparito? Merito dei vaccini. Ora, mi sono imbattuto in una notizia storica che mi ha fatto riflettere. E dove l'ho trovata? Sulla Settimana Enigmistica, il che testimonia della situazione orwelliana in cui ci hanno sprofondato. Il peggior disastro nucleare della storia? Chernobyl, lo sanno tutti. In subordine, Fukushima. Morti? Pochissimi, ma quel che conta è l'enfasi interessata di chi ha in mano i nostri cervelli. Avete mai sentito parlare di Windscale? No? Non mi stupisce. A Windscale, nel Cumberland, Inghilterra, si incendiò un reattore nucleare. Bruciò per sedici ore, lasciò una vasta zona contaminata (e lo è ancora oggi), provocò fino a 240 morti tra diretti e indiretti. Ma il governo minimizzò per non creare panico. Era il 1957 e i Verdi non c'erano ancora (cioè, non c'era ancora chi li finanziava), così il mondo non ne seppe nulla. Notare che non era affatto un segreto di Stato. Semplicemente, la notizia non era pompata come lo sarebbe oggi. Il che significa che l'importante non è la notizia ma la pompa. La catena è questa: chi ha i soldi decide di pompare qualcosa; se ne fanno carico i giornalisti. i quali fanno quello per cui sono pagati. Poiché per fare i giornalisti c'è la fila al punto che c'è chi lo fa anche gratis, la morale è questa: chi ha in mano la propaganda ha in mano il pianeta. La libertà di stampa? Seeeh! Non c'è bisogno di costringere nessuno, basta attentare allo stipendio. Guardate la guerra in Ucraina. La versione zelenskiana è vera, quella putiniana è falsa per definizione. Chi ha costretto l'Italia ad allinearsi entusiasta, compresi Rai e media? Chi ha in mano la pompa. O il bastone e la carota, se preferite. È con la propaganda che si ottiene l'obbedienza totale perché convinta: lo schiavo migliore è quello che crede di essere libero. [...]
    5m 21s
  • Il governo di destra fa la politica della sinistra moderata (perchè ha paura)

    17 OCT 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7562 IL GOVERNO DI DESTRA FA LA POLITICA DELLA SINISTRA MODERATA (PERCHE' HA PAURA) di Rino Cammilleri Il governo di destra (e basta col termine ipocrita «centrodestra», che già da solo implica soggezione ideologica alla sinistra!) deve fare i comprensibili salti mortali per non farsi detronizzare da qualche congiura Usa-Ue-toghe rosse. I quali hanno dimostrato più volte che non si governa senza il beneplacito dei poteri forti internazionali e dei loro collaborazionisti nazionali, sbavanti di fronte alla prospettiva di tornare in sella bypassando le elezioni. Infatti, prima di queste ultime, Giorgia Meloni, visti i sondaggi che la davano vincente, è andata previamente a rassicurare gli americani e a farsene benedire. Rimangiandosi tutto quel che aveva detto in precedenza in merito alla guerra ucraina. Comprensibile: o così o Pomì. Ed eccola, però, tra l'incudine di chi comanda davvero nel mondo occidentale e il martello del suo elettorato. Elettorato che l'aveva eletta a valanga perché ponesse fine agli sbarchi africani, desse una regolata all'arroganza dei Lgbt, riportasse in sicurezza le nostre strade. Invece, detto elettorato che cosa vede? Che gli sbarchi sono, al contrario, aumentati. Che un generale che, interpretando il sentimento popolare, sbotta che non se ne può più viene di corsa quasi destituito con insulti. Che non si può più uscire di casa e le paventate zone off-limits per i cittadini si sono moltiplicate. Che una minoranza infima come quella degli animalisti si permette minacce e ritorsioni ai danni di quanti ritengono che un uomo sia più importante di una bestia (cioè, tutti). E il governo tace. E lascia impazzare le minoranze infime, ma urlanti, e urlanti perché sanno di avere a che fare con dei timidi cacasotto. Ha contro i media? È vero, ma basta attendere sulla riva del fiume e tra breve scorreranno i loro cadaveri. No, la verità è che il governo di destra ha paura. Ha paura di quel che dirà la sinistra se fa questo o se fa quello. Cioè, se fa ciò per cui è stato votato. Ma uno che ha più paura dell'avversario che dei suoi, che è? E di cosa ha paura? Che gli diano del fascista? Ma sono parole, nient'altro. E se hai paura perfino delle parole mi sa tanto che sei inadeguato. Lo sapevi a che cosa andavi incontro, lo sapevi da sempre. E ora scopri che non sai governare secondo i desiderata di chi ti ha votato? Allora - lo dico con dolore - vai a casa. Se non sai fare il tuo mestiere, torna a cuccia. Se non sei stato capace di dire ai poteri forti: signori, so che comandate voi e cercherò di non deludervi, ma badate che devo dar conto anche al mio elettorato; be', allora che ci stai a fare? Una sinistra ideologica un po' più moderata di quella che strilla c'era già, penso a Renzi, che bisogno avevamo di un governo di destra di nome e di sinistra moderata di fatto? Se non sapete fare un governo di destra, dimettetevi. Vorrà dire che il popolo si asterrà in massa dal votare e governerà la sinistra come fece Garibaldi, che fu senatore con soli trenta (sic!) voti. Ma almeno, media o non media, tutti vedranno che siamo sotto tirannia. E chi vivrà vedrà.
    3m 46s
  • E' giusto pregare per Matteo Messina Denaro?

    10 OCT 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7567 E' GIUSTO PREGARE PER MATTEO MESSINA DENARO? di Rino Cammilleri Santa Teresina di Lisieux, quand'era ancora ragazzina ma già aveva in animo il chiostro, chiese con insistenza a Dio una grazia speciale. Un rinomato pluriomicida, il criminale più famoso di Francia, catturato dopo anni di efferatezze stava per salire sulla ghigliottina. Teresina pregò fervidamente per diversi giorni, anche perché il condannato aveva rifiutato i conforti religiosi. La piccola futura santa domandava la salvezza di quell'anima perduta. Non aveva detto Cristo che bisognava pregare gli uni per gli altri? E chi più bisognoso di preghiere di un cattivo conclamato a rischio di dannazione eterna? Seguì dalla finestra l'ascesa del condannato al palco del patibolo. Gli tagliarono il colletto e stavano per distenderlo sull'asse sotto la lama. Come da prassi, un sacerdote lo seguiva brandendo un crocifisso. Ebbene, proprio all'ultimo istante, con un gesto che stupì tutti, il condannato si voltò e con uno scatto inatteso si chinò a baciare fugacemente il crocifisso. Poi la lama calò sul suo collo. Teresina era felice: all'ultimo momento era stata esaudita. A ben pensarci, il primo santo a essere canonizzato da Cristo in persona è il Buon Ladrone, un tagliagole da strada che, in extremis, si era raccomandato al Messia. Pregare dunque per i cattivi? E per chi se no? Sono i malati ad aver bisogno del medico, non i sani, lo dice il Vangelo. Per questo la Chiesa ha sempre accompagnato sul patibolo i condannati a morte. I «santi impiccati», come li chiamava san Giuseppe Cafasso, già precettore di don Bosco e cappellano nelle carceri savoiarde. Li scortava sulla carretta che li portava alla forca, impartiva loro gli ultimi i sacramenti e li assolveva in confessione. Con la morte fisica espiavano le loro colpe, ma col pentimento finale avevano diritto a entrare nel Regno dei Cieli, per questo don Cafasso li chiamava i suoi «santi impiccati». Come, appunto, il Buon Ladrone. Si badi, Latro-onis per i romani era il brigante assassino; il ladro semplice era fur-is. Dunque, si trattava di un pluriomicida che sgozzava la gente per derubarla sulla pericolosa strada per Gerico. Ebbene, la Chiesa del 2023 pare riempirsi la bocca di «poveri» e di «ultimi», però sta molto più attenta alla sua immagine social e politically correct, altrimenti avrebbero protestato vivamente per il divieto imposto a tre suore di pregare per l'anima di Matteo Messina Denaro. Certo, le tre possono anche pregare nel chiuso del loro convento di clausura, ma è una fatto che all'ospedale dell'Aquila non le hanno fatte entrare. Madre Donatella, suor Emanuela e suor Teresa Benedetta, sono benedettine del monastero dei santi Cosma e Damiano, i due gemelli medici «anargiri» (cioè, che curavano gratis) finiti martiri di Diocleziano. Erano lì per una visita agli occhi della superiora e avevano chiesto di poter pregare sulla salma del boss, appena morto senza sacramenti. Voi direte: ma a che sarebbe servito, visto che non si era pentito in senso cattolico dei suoi peccati? Risponderò come rispose Cristo ai sadducei: a Dio tutto è possibile. Per esempio, oggi sappiamo che, in tema di espianti, si dichiara clinicamente morto uno a cui batte ancora il cuore (se no, l'espianto non è praticabile). Dunque, non sappiamo che cosa accade nella testa di uno «morto» negli ultimi infinitesimi istanti dell'agonia, quando non dà alcun segno ma neanche i medici sanno che cosa accade nella sua testa pur se, da protocollo, cerebralmente defunta. E poi, che male fa permettere a tre suore di dire un requiem? Bah, per fortuna, come recita la Scrittura di domenica scorsa, «le mie vie non sono le vostre vie», dice il Signore. Per quanto mi riguarda, ho appena dato alle stampe la mia ultima fatica, Il manuale del diavolo (Cantagalli), in cui è descritto anche come e qualmente nell'Altro Lato avremo molte sorprese. Scopriremo che c'è un sacco di gente che non avrebbe dovuto esserci, mentre mancano molti di quelli che credevamo ci fossero.
    5m 40s
  • Maria Stuarda, la regina decapitata perchè cattolica

    29 AUG 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7515 MARIA STUARDA, LA REGINA DECAPITATA PERCHE' CATTOLICA di Rino Cammilleri Nessuna donna nella storia ha mai impressionato l'immaginario come questa sfortunata regina cattolica. Romanzi e tragedie (vi si cimentarono anche Alfieri e Schiller), opere liriche (Mercadante, Donizetti, etc), film. Di questi ultimi - ben 38 - il primo è addirittura del 1895; tra i migliori, uno del 1936 Katharine Hepburn e la regia di John Ford, fino all'ultimo del 2018 con Margot Robbie Saoirse Ronan, attrice straordinariamente somigliante alla vera Maria Stuarda. Qui, in omaggio al politicamente corretto, ci sono lord inglesi e scozzesi impersonati da attori afroamericani, quasi che ogni epoca senta il bisogno di rendere omaggio alla scozzese Mary Stewart che in Francia modificò il suo cognome nel più pronunciabile Stuart. La sorella di Enrico VIII, Margaret, era sua nonna. Perciò il trono d'Inghilterra sarebbe spettato a lei. INFANZIA TRAVAGLIATA Nata nel 1542, suo padre era Giacomo V, re di Scozia, che morì quando lei era in fasce. Cominciate le guerre con l'inglesi, il re scozzese fu sconfitto e morì, trentenne, di colera. Sua moglie Marie de Guise, secondo il trattato di pace avrebbero dovuto far sposare la figlia con Edoardo VI, figlio di Enrico VIII e Jane Seymour, protestante. Rifiutò e mandò al sicuro la piccola in Francia, storica allegata della Scozia. Maria Struart (Stuarda, all'italiana) crebbe alla corta di Caterina de' Medici, dove divenne coltissima (parlava sei lingue). I contemporanei la descrivono come alta, bella e d'incedere maestoso. Ottima cacciatrice e cavallerizza, a 16 anni sposò il figlio della medici, Francesco II, e divenne regina di Francia. Ma lui morì ben presto, e altrettanto presto lei si accorse che due regine vedove in Francia erano troppe. Cosi tornò in Scozia e vi si assise come regina. Ma trovò che il paese era diventato ormai calvinista a causa della predicazione del fanatico John Knox (sempre presentato così anche nei film). TRADITA DALLA TOLLERANZA Lei nata il giorno dell'Immacolata, realisticamente lasciò libertà di credo, ma non volle assolutamente cambiare il suo. Intanto in Inghilterra saliva al trono Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena. Il re scismatico aveva generato Maria Tudor con la moglie legittima Caterina d'Aragona. Maria I aveva regnato e si era sposata con Filippo II di Spagna, figlio di Carlo V. La Francia, trovatasi accerchiata dagli Asburgo, prese a fomentare il dissenso contro Maria I, anche se questa aveva restaurato il cattolicesimo in Inghilterra. E il dissenso era costituito da tutti quelli che si erano arricchiti con l'espropriazione dei beni della Chiesa effettuata da Enrico VIII. E che non aveva alcuna intenzione di restituire. Purtroppo, nata e cresciuta in mezzo agli intrighi e sempre in pericolo di vita, quando Maria I poté cingere la corona aveva ormai 37 anni, 38 quando sposò il molto più giovane Filippo di Spagna. Così, non ebbe prole e l'unica sperata gravidanza si rivelò un tumore maligno che presto la portò alla tomba. Morto anzitempo anche il successore Edoardo VI, Elisabetta si trovò, oltre che scomunicata da papa San Pio V (il che significava che i suoi sudditi cattolici erano sciolti da ogni dovere di obbedienza), con una temibilissima concorrente, Maria di Scozia, che tutti i legittimati, anche protestanti, consideravano la vera avente diritto al trono d'Inghilterra. Maria, intanto, si era accorta del gravissimo errore di aver concesso libertà religiosa, cosa che Maria I di Tudor si era ben guardata dal commettere nel suo regno. La tolleranza, infatti, rafforzò il potere della nobiltà protestante e lei, per blindarsi, comprese che doveva avere un erede. Ma non c'erano molti giovani maschi tra le teste coronate di quel tempo. Gli unici due potevano essere l'arciduca Carlo d'Austria, figlio dell'imperatore Carlo I, e don Carlos, figlio di Filippo II di Spagna. Le trattative col primo fallirono, e il secondo era uno psicolabile. La fretta indusse Maria a sposare il cugino Enrico Stuart, lord Darnley. La cosa gettò Elisabetta I nell'angoscia, perché anche quest'ultimo era nipote di Margaret, sorella di Enrico VIII. Così adesso i titolari di diritti sul trono inglese erano due, per giunta marito e moglie. SUL PATIBOLO CON IL VELO DA SPOSA A Maria, incinta e ben presto trascurata dal marito, non rimase che un amico confidente, il fidato segretario italiano Davide Rizzio, così che Knox prese ad accusarla di adulterio. Darnley finì ucciso e Rizzio massacrato. La propaganda puntò il dito contro la regina. Lei allora venne rapita e stuprata da lord Bothwell, che fu costretta a sposare con rito protestante. Ormai sfuggitale di mano la situazione, dovette accettare di abdicare a favore del figlio Giacomo VI, un bambino. Nel 1568 fuggì dal castello in cui era rinchiusa e riuscì a radunare un esercito che condusse personalmente in battaglia. Ma, sconfitta dovette chiedere asilo a Elisabetta I, di cui rimase prigioniera praticamente per vent'anni seguenti. Elisabetta esitava a far giustiziare una regina di diritto divino che era pure sua cugina. Ma la presenza in vita di Maria era un rischio costante per il suo trono. Sempre oggetto di intrighi e congiure, per lei viva Elisabetta non poteva dormire sonni tranquilli. Alla fine una serie di lettere opportunamente "rinvenute", incastrarono Maria per l'uccisione del marito. Mai prima un re o una regina erano stati sottoposti a processo. Ma i legulei di corte trovarono la gabola necessaria. Nel 1587 Maria Stuarda salì sul patibolo, vestita di nero, ma con un velo bianco da sposa. Si tolse l'abito e rimase con quello che aveva sotto: rosso, il colore dei martiri cattolici. Al boia servirono due colpi per spaccarle la testa. Elisabetta? Quello che in tutta la vita aveva cercato di evitare si realizzò in pieno: non avendo figli, il suo trono andò al figlio di Maria, Giacomo VI Stuart di Scozia, che divenne Giacomo I, d'Inghilterra e Scozia. Il quale volle che sua madre fosse seppellita a Westminster, nella tomba dei re (cosa che Elisabetta non aveva permesso). A proposito, il lettore avrà notato quante Marie ci sono in questa storia. Il fatto è che la Gran Bretagna fino allo scisma si gloriava del titolo di "Dote di Maria", la più devota alla Madonna nella nazioni cristiane.
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  • Non dobbiamo dimenticare i pasticci sul covid di Conte e Speranza

    25 JUL 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7482 NON DOBBIAMO DIMENTICARE I PASTICCI SUL COVID DI CONTE E SPERANZA di Rino Cammilleri L'ex assessore lucano e la new entry Giuseppi, che nessuno aveva votati e nemmeno mai sentiti, si sono ritrovati, per nostra punizione divina, al timone d'Italia nella churchilliana ora più buia. E hanno fatto l'unica cosa che sapevano fare: casino. Ricordate i no-vax triestini innaffiati dai cannoni della polizia mentre dicevano il rosario? Manco gli sfasciatutto amici di Cospito meritarono tanto. Alla fine della fiera, giustamente denunciati, chi davvero comanda in questo Paese ha debitamente archiviato. Eh, sì, in fondo c'è da capirli: se stabiliamo il principio che un capo di governo può essere condannato per le sue scelte, nessun premier o ministro futuro si salva. Perciò, cosa fatta capo ha, chi ha avuto ha avuto, scurdammoce 'o passato, siamo o non siamo il Paese di Pulcinella? Ai cornuti&mazziati, ai fessi&gabbati, ai cretini&contenti non rimane che il voto (finché ce lo permettono, ma si stanno organizzando per sbarazzarsi una volta e per sempre anche di questi ludi cartacei che disturbano il manovratore) e il solito libro di amarcord. Il mio personale, grazie al cielo solo grottesco, è il seguente: io e mia moglie, conviventi e debitamente mascherati, ci stavamo recando in farmacia lungo una via deserta. Passa l'auto della polizia locale, si ferma e ci intima di separarci. Spiego, obietto, chiarisco. Niente. Così, su due marciapiedi paralleli ma separati, io e mia moglie ci dirigemmo alla farmacia, dove ci riunimmo tra noi e pure con gli altri clienti. E ora il Paese si ritrova di nuovo con Figliuolo e Bonaccini a coordinare. Eggià: la vaporiera qualcuno deve condurla e pare non ci sia altro sottomano. Intanto, non ci resta che l'onanismo del «per non dimenticare», ed è per questo, in mancanza di meglio, che segnalo un importante libro: Aa.Vv., Ci hanno preso per il covid. Per non dimenticare tre anni di lockdown, mascherine, vaccini e abusi di potere. Per non dimenticare l'impennata di morti per miocardite, misteriose e abbondanti tra gli atleti. La risata della responsabile Pfizer quando in sede Ue le chiesero se i vaccini fossero stati testati. Risposta: naturalmente no, ma siete stati voi politici ad averci messo prescia. Miliardi di dosi ancora inutilizzate ma che vanno pagate lo stesso come da contratto. La gente che si è ritrovata inabile per sempre o addirittura cieca (ma aveva firmato la liberatoria alla quale non poteva sottrarsi). Il segreto militare. Le autopsie negate. Il mistero sul perché l'Italia, dopo la Cina, sia stata la più colpita al mondo. E, perché no, risalendo per li rami, lo smantellamento precedente della sanità italica perché in camera caritatis ce lo chiedeva l'Europa. Per non dimenticare? No, ce ne dimenticheremo, perché i signori delle tre carte e i loro media (cioè tutti) in questo sono abilissimi. Del resto, è l'unica cosa che sanno fare.
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  • Il sacro graal

    25 JUL 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1929 IL SACRO GRAAL SI TROVA A VALENCIA, IN SPAGNA, E SUPERA LE PROVE DELLA STORIA E DELLA SCIENZA di Rino Cammilleri Il martire che ha protetto il Graal, (...) Lorenzo, era uno dei diaconi di papa Sisto II al tempo delle persecuzioni. A Lorenzo era affidata anche la cassa della diocesi di Roma; in particolare, spettava a Lorenzo occuparsi dell'assistenza. Gli Apostoli avevano creato i primi sette diaconi appunto per questo, per sgravare se stessi dall'incombenza di dover provvedere alle vedove, agli orfani e ai bisognosi con i fondi che i primissimi cristiani mettevano in comune. Sisto II subì il martirio, poi toccò a Lorenzo. A quest'ultimo fu riservato il supplizio della graticola perché rivelasse dove aveva messo le «ricchezze» della Chiesa. Lui indicò i poveri, per cui quelle «ricchezze» erano state spese. Poi gridò al carnefice che poteva anche rigirarlo, visto che da un lato era già «cotto», e rese l'anima a Dio. Lorenzo era ispanico, per questo il cattolicissimo imperatore Filippo II diede alla sua reggia la forma di un «escorial», una graticola. Ebbene, nell'anno 258, poiché le cose si stavano mettendo male, Sisto II aveva affidato a Lorenzo alcuni preziosi oggetti da mettere al sicuro. Preziosi per la fede, s'intende. Lorenzo li aveva portati nel suo paese, a Huesca. Tra questi oggetti c'era anche una coppa di agata pregiata, quella con cui il papa diceva messa. Perché era speciale, quella coppa? Perché con essa usava celebrare San Pietro, che l'aveva portata a Roma da Antiochia, e ad Antiochia l'aveva portata da Gerusalemme. Con quella coppa i suoi ventidue successori celebrarono fino al tempo di Sisto II. Era la coppa che Gesù aveva usato nell'Ultima Cena. In essa il vino era stato trasformato nel suo Sangue. Infatti, la frase con cui nella messa si procedeva alla consacrazione era da considerarsi letterale: «…prese questo glorioso calice…». Ma la coppa che contenne il Sangue di Cristo è il Graal. Che fine fece il Graal di Huesca? Attraversò il secoli passando per varie mani, sempre portato al sicuro per sottrarlo prima ai Vandali, ariani, e poi ai musulmani. Nel 1399 il re d'Aragona, Martín I, lo fece porre nella cattedrale di Saragozza e impreziosire con aggiunte in oro. Nel 1424 il re Alfonso il Magnanimo lo donò alla città di Valencia, che dal 1437 lo custodisce nella sua cattedrale. Con esso i papi Giovanni Paolo II e l'attuale Benedetto XVI, in visita, hanno celebrato la messa. Nel XX secolo è stato sottoposto a esami da parte di un pool di studiosi, i quali hanno concordemente convenuto che si tratta effettivamente di un oggetto in uso nella Palestina del I secolo. Perché nel Medioevo il Graal si considerava «perduto» e, dunque, leggendario? Per il semplice fatto che la Spagna era dominata dagli islamici. E chi sapeva dov'era il Graal si guardava bene dall'aprire bocca.
    3m 48s
  • Scontri di musulmani con la polizia mettono a ferro e fuoco la Francia (tra poco in Italia?)

    4 JUL 2023 · VIDEO: Descrizione in minuscolo ➜ https://www.youtube.com/watch?v=5KpjtrwP9jo&list=PLolpIV2TSebW0v_67SEYHJFlDZvH9rc9Z TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=873 SCONTRI DI MUSULMANI CON LA POLIZIA METTONO A FERRO E FUOCO LA FRANCIA (TRA POCO IN ITALIA?) di Rino Cammilleri «Che bella la società multietnica!», cinguettava giuliva anni fa un’ochetta del giornalismo che aveva appena visto Guerre Stellari. Invece, malgrado i patetici tentativi degli spot pubblicitari di mostrarci un mondo interrazziale felice, malgrado Hollywood che sempre più spesso infila coppie miste con figli mulatti nei copioni, malgrado la felicità artificiale della pizza e della Coca-Cola, malgrado l’inclusione di africani pure nella Primavera di Botticelli, la realtà, quella vera, è la Francia di questi giorni. Perché le sue città sono esplose per la morte di un maghrebino pluripregiudicato? Qual è il segnale che si vuole dare: se tocchi uno di noi scoppia la guerra? Ed è lo stesso segnale inaugurato nei soliti Usa: se tocchi un black si scatena l’inferno. Mica per protestare contro un sistema che permette a quattro gatti di essere più ricchi di Dio mentre tutti gli altri sopravvivono coi sussidi o sotto i ponti, no. A New York ci sono centomila senzatetto. Sì, avete letto bene, centomila. Cioè, una città delle dimensioni di Piacenza vive per strada nella capitale del mondo ex cristiano. I Love N.Y. Sì, sui cappellini e le magliette, laddove i sondaggi dicono che chi può se ne scappa. A San Francisco, la capitale del woke, è anche peggio, con in più un intero quartiere di soli tossici. Gli americani fanno la rivoluzione per questo stato di cose? Macché, la fanno se un poliziotto, pur nero, spara a un delinquente nero. In Francia non sanno più dove reclutare poliziotti perché l’emorragia per dimissioni è inarrestabile, e aumenta di anno in anno. In Francia hanno creduto di importare manodopera, invece sono arrivati nordafricani musulmani. Il livello culturale che sta dietro alle rivolte delle banlieues francesi (ma anche americane e svedesi e olandesi e del resto d’Europa) lo si vede quando si contano i danni: i negozi più saccheggiati sono quelli della Nike, ed è tutto dire. Ma dov’erano i sociologi quando il progetto mondiale svuotaTerzoMondo è stato varato? Non lo sapevano che ogni immigrato tende a insediarsi dove già ci sono altri del suo paese? Da qui le varie Chinatown, Harlem nero e Harlem ispanico, le banlieues, i quartieri islamici eccetera. Avete mai visto il film Colors con Sean Penn e Robert Duvall? È del 1988, cioè di quasi quarant’anni fa, ma mostrava quella che già allora per gli americani era una regola: un bianco che entra in un quartiere nero lo fa a suo rischio e pericolo. Bel colpo. Povera Francia, lei e la sua grandeur. Chi pagherà gli immensi danni, adesso? Chi li ha provocati? Seeeh! Sarà il solito popolo bue, a cui avevano promesso che l’immigrazione avrebbe rimpinguato le pensioni. Guardatele bene, le immagini francesi, perché tra breve toccherà a noi. E lasciate perdere i giochetti sul ministro che irrideva la Meloni sull’immigrazione e invece dovrebbe guardare in casa sua. Sì, perché neanche la Meloni è in grado di risparmiarci un futuro francese prossimo, molto prossimo. Un tempo l’Impero Romano questi giovani testecalde in eccesso li arruolava di forza nelle legioni e li mandava a difendere il limes. Solo che il Senato Romano non aveva al suo interno comunisti, pentastellati e preti di strada. Nota di BastaBugie: Lorenza Formicola, nell'articolo seguente dal titolo "17enne ucciso da un agente: la Francia è tutta una banlieue" parla del 17enne, già noto alle forze dell'ordine, ucciso da un agente e tutto quello che è seguito. Ora il clima di violenza, anche giovanile, divampa senza freni. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 30 giugno 2023: È un caos di auto in fiamme, incendi dei palazzi delle istituzioni, strade occupate per interdire il traffico di tram ed autobus - alcuni dei quali bruciati completamente -, petardi lanciati contro le forze dell'ordine, bande in passamontagna e armate di fucile, la Francia di Macron la mattina del 29 giugno. In una sola notte sono state arrestate 150 persone e mentre scriviamo il bilancio degli ufficiali feriti sale a 130 e la devastazione è ovunque. A scatenare i disordini violenti è stata la diffusione sui social di un video che ritrae un agente, la mattina del 27 giugno, a Nanterre - periferia ovest di Parigi - mentre spara e uccide un 17enne, che, alla guida di un'auto, si rifiuta di fermarsi ad un posto di blocco. Adesso, l'ufficiale è in arresto e contro di lui è stata aperta un'inchiesta per omicidio colposo. Il fatto di cronaca fa particolarmente discutere anche perché, nel 2017, la Francia, in seguito agli attentati di Nizza, ha approvato una legge che consente l'uso delle armi alle forze dell'ordine in casi di «assoluta necessità e in materia strettamente proporzionata», e al di fuori della legittima difesa, il che autorizza la polizia a sparare di più. Nahel, il 17enne che ha perso la vita mentre guidava senza patente, era già noto alle forze dell'ordine: cinque rifiuti di fermarsi ad un posto di blocco - l'ultimo solo la settimana prima di perdere la vita - e dodici arresti per reati vari tra cui spaccio di droga. Uno dei primissimi a commentare i fatti è stato proprio Macron: «niente giustifica la morte di un giovane: è imperdonabile». Condannando immediatamente il poliziotto, il Presidente non ha lasciato che fosse la giustizia a dare sentenze. È il solito tranello in cui cade ancora la Francia: in nome dell'emozione si dimentica di condannare la violenza indifendibile. E sebbene per due giorni anche la stampa internazionale ha provato a scagionare il ragazzino, la ricostruzione del pubblico ministero di Nanterre ha confermato la versione degli agenti. Avevano provato a fermare la Mercedes, con targa polacca, che Nahel guidava senza patente a gran velocità, e con la quale aveva già provato ad investire pedoni e ciclisti, per ben due volte prima dello scontro, poi fatale, con gli ultimi due agenti. A Nanterre, capoluogo del dipartimento Hauts-de-Seine, è difficile trovare un ragazzo che non sia mai stato fermato o posto in custodia dalla polizia. Un territorio fortemente interessato dall'immigrazione, che oggi è il 25,5% della popolazione, e che già nel 1981 era oggetto di attenzione per il dilagare di delinquenza, spaccio di droghe e immigrati allo sbando. È bastato poco così che la morte del ragazzino innescasse un'ondata di proteste violentissime nella banlieue di Nanterre, - non meno di 1.200 uomini sono stati mobilitati per ristabilirvi l'ordine solo il primo giorno. E in un baleno la rabbia è divampata in diversi distretti dell'Île-de-France - dove la strategia di riconquista repubblicana portata avanti da Emmanuel Macron dal 2017 tarda a dare i suoi frutti - e poi in lungo e largo nel Paese. Così, mentre il municipio di Mantes la-Jolie era ostaggio di molotov, bande incappucciate hanno effettuato incursioni contro la polizia e gli edifici pubblici ad Asnières, Colombes e persino a Clichy-sous-Bois. Anche Parigi non è stata risparmiata, con incendi e lanci di proiettili registrati nel 20° e 15° arrondissement. I rischi di contagio sono stati presi molto sul serio dagli analisti del ministero dell'Interno, ma nessuno è riuscito a fermarli. E così che in una notte la realtà ha assunto le sembianze di uno scenario uscito da Netflix. A Garges-lès-Gonesse, Val-d'Oise, nella periferia parigina, il municipio è stato incendiato completamente. A Lione, e nei comuni del suo agglomerato, la polizia è stata bersaglio di fuochi d'artificio. A Villeurbanne il lancio di petardi contro un palazzo ha provocato la distruzione di almeno trentacinque appartamenti. Secondo il sindaco di Lione, in città sono stati in tantissimi a rivoltarsi contro la polizia. Sono state ben 25 le stazioni distrutte in una notte in varie località. A Bezons, Val-d'Oise, i saccheggiatori hanno dato fuoco ad una scuola elementare. Approfittando dei disordini, s'è tentato anche di far evadere alcuni detenuti dal carcere di Fresnes. Il ministro della giustizia, Éric Dupond-Moretti, è andato subito a far visita al carcere preso d'assalto: «Tutti quelli che sputano sulla polizia e sulla giustizia sono i complici morali di quello che sta succedendo». Per tutta la giornata di giovedì 29 giugno, le opposizioni di destra del Paese hanno chiesto l'istituzione dello stato di emergenza, e alcuni sindaci l'hanno adottato in autonomia nella serata di ieri fino a lunedì prossimo. Lo schema di queste rivolte è il solito degli ultimi trent'anni. «Spesso la sorgente è un intervento della polizia che finisce male.
    13m 25s
Il giornalista e scrittore di successo Rino Cammilleri, l'apologeta kattolico, parla a tutto campo dei problemi di oggi senza dimenticare le preziose lezioni della maestra più inascoltata: la storia
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