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De Finibus Terrae

  • 1. Mare

    2 JAN 2021 · Cosa vuol dire abitare una “terra estrema”? Vedere il Capo come una fine, oppure come un inizio, è solo una questione di prospettiva.
    16m 26s
  • 2. Terra

    2 JAN 2021 · Costruendo muri a secco, pagliare e frantoi ipogei, i capuani hanno approfittato delle peculiari caratteristiche geologiche della propria terra.
    15m 56s
  • 3. Vento

    2 JAN 2021 · Al Capo, eventi estremi come le trombe d’aria sono ricorrenti. Fanno parte di un antico corpus di conoscenze, che interpreta la natura in chiave magica.
    16m 30s
  • 4. Fiamma

    2 JAN 2021 · Taranta e pizzica: un dibattito fra tradizione e folklore. Come riaccendere una cultura autoctona a partire dalle braci del passato?
    16m 22s
  • 5. Sangue

    2 JAN 2021 · Storicamente, il Capo di Leuca è da sempre stato un luogo di arrivi e di partenze. Questo ha formato in profondità il carattere delle persone che lo abitano.
    16m 55s

"De Finibus Terrae. Autunno al Capo di Leuca" di Riccardo Giacconi e Carolina Valencia Caicedo, 2020. Presentato su "Tre Soldi", RAI Radio 3. Il Capo di Leuca è la punta...

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"De Finibus Terrae. Autunno al Capo di Leuca"
di Riccardo Giacconi e Carolina Valencia Caicedo,
2020.
Presentato su "Tre Soldi", RAI Radio 3.

Il Capo di Leuca è la punta più estrema del tacco d’Italia. Si può arrivare in treno fino a Gagliano,
ultima stazione della linea. Poco più in là c’è il faro e, accanto, il santuario di Santa Maria de
Finibus Terrae, già tempio dedicato a Minerva. Secondo una tradizione, per accedere al paradiso
bisogna passare per questo finisterre, per quest’ultimo lembo prima dell’incrocio di due mari.

Ma vivere oggi in questa terra estrema vuol dire anche interrogarsi sulla storia di una delle più
antiche porte d’Europa, un intreccio di culture e lingue. Vuol dire abitare un campo di forze, in cui
coesistono tarantismo e turismo, fossili e rifiuti, muri a secco e trombe d’aria.

“La nostra terra è un mostro marino / Carne di conchiglie e sabbia / Piccoli vortici di polvere che si
formano dal niente / e dal niente danzano, al ritmo cupo delle nubi.”

Con: Antonio Biasco, Vita Biasco, Leonardo Bisanti, Biagino Bleve, Valentina Canarelli, Pietro
Casciaro, Mauro Ciardo, Luca Coclite, Carlo Codacci Pisanelli, Giuseppe Creati, Cunservamara,
Suleymane Kmara, Luigi Lezzi, Domenico Licchelli, Vito Lisi, Amandine Luma, Fernando
Maggio, Mariella Mangiullo, Maristella Martella, Stefania Miscuglio, Daniela Palma, Luigina
Paradiso, Cosimino Pizzolante, Valentino Pizzolante, Dario Profico, Carla Quaranta, Francesco
Ruberti, Monia Saponaro, Benedetta Trane, Edoardo Winspeare.

Con la partecipazione di Massimo Carozzi, Guido Bisanti, Daouda Cissé, Otilia Lefter, Claudio
Mele, Elena Mele, Nino Mele, Paolo Mele, Laura Perrone, Annapaola Presta, Angelo Trane,
Claudio Zecchi.
Mix e suoni: Attila Faravelli.
Progetto curato e prodotto da Ramdom nell’ambito del progetto “Sino alla fine del Mare”, residenze artistiche nelle Terre Estreme. Realizzato con il sostegno di SIAE | Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura e MiBACT.

http://botafuego.org
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