5 APR 2024 · Conversazione con l’Avv. Valentina Alberta (Presidente della Camera Penale di Milano) sulla mancata costituzione dei Consigli di Aiuto Sociale (CAS) che dal 1975 avrebbero dovuto occuparsi dell’assistenza penitenziaria e post penitenziaria dei detenuti; quindi, del reinserimento sociale, quindi, dell’art. 27 della Costituzione. Pur previsti dall’Ordinamento penitenziario e dal suo Regolamento di attuazione (due leggi vigenti), i CAS non hanno mai visto la luce! La chiacchierata con l’Avv. Alberta si concentra sulla risposta in materia fornita dal Guardasigilli Carlo Nordio all’interrogazione presentata dai deputati di Italia Viva Maria Chiara Gadda e Roberto Giachetti. Una risposta che non convince. Nordio, infatti, evitando di replicare alla domanda cruciale sulla vigenza dei CAS (artt. dal 74 al 78 dell’Ordinamento Penitenziario e 95 e 119 del Dpr n. 230/2000, mai abrogati), spiega che, comunque, il Ministero ha notevolmente potenziato gli interventi finalizzati all’inclusione post-detentiva, stipulando intese con la rete locale. Fulcro di queste intese è la Cassa delle Ammende mentre la copertura di legge sarebbe data dall’Accordo della Conferenza Unificata del 28 aprile 2022 sancito ai sensi dell’art. 9 del d. lgs. n. 281/1997. Nella risposta, Nordio dettaglia quanto si è fatto e si intende fare attraverso i piani di azione triennali e il programma nazionale per il lavoro penitenziario professionalizzante. Però noi abbiamo scoperto che, a parte i dubbi organizzativi e di merito di questo nuovo sistema, sono escluse dai piani triennale ben 9 regioni: Puglia, Lazio, Sardegna, Calabria, Umbria, Basilicata, Molise, Abruzzo, Val D’Aosta. Una discriminazione odiosa che non si può accettare.