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ArchiVino

  • 05 - Bianco Anfora | Lammidia | Villa Celiera PE

    14 JUL 2021 · Con questa puntata rimaniamo in Italia e ci spostiamo un po’ più verso sud rispetto alle puntate precedenti, siamo in Abruzzo, nel Parco Nazionale del Gran Sasso, e la cantina, Lammidia è molto piccola, coltivano meno di 3 ettari di terreno per arrivare a produrre sulle 15.000 bottiglie. Per alcune bottiglie inoltre acquistano uva dall’esterno da produttori vicini se la coltivazione corrisponde alla loro filosofia e modo di produrre. Sono produtori che si dedicano molto alla sperimentazione, nonostante il basso numero di bottiglie hanno tante etichette, sono due amici nati e cresciuti assieme che hanno fatto delle esperienze lavorative al di fuori del mondo del vino e pochi anni fa si sono ritrovati assieme per questo progetto di vino, di sperimentazione, di territorio nei posti dove sono nati. Il vino che degustiamo oggi è uno dei loro più conosciuti, il Lammidia Anfora Bianco ed è stato scelto proprio per la particolarità del contenitore utilizzato per produrre questo vino. L’anfora è un contenitore antico, il primo che l’uomo ha utilizzato per fare il vino, che veniva usato dai greci e romani fino a quando in Francia è stata introdotta la botte di legno principalmente per una comodità di trasporto dato che le botti non si rompevano e potevano anche essere fatte rotolare. L’anfora comunque in alcune zone del mondo come la Georgia è rimasta come contenitore tradizionale e negli ultimi anni questa tradizione si è riscoperta anche grazie a nuovi materiali e alla volontà di sperimentazione di molti produttori tra cui molti italiani che partendo dal Friuli si sta diffondendo in tutta la penisola. E’ un contenitore interessante perché ha una porosità che permette di far passare un po’ di ossigeno, è più neutro rispetto al legno, specialmente quello nuovo, dato che non ha tannini da cedere e molto più duraturo. Inoltre l’anfora viene costruita e per questo c’è molta più libertà sullo spessore, grandezza, e soprattutto composizione della terracotta utilizzata permettendo una maggiore flessibilità e customizzazione in funzione delle necessità. Il vitigno utilizzato per questo vino è uno dei più diffusi a livello italiano, il trebbiano, qua proposto nella versione abruzzese. L’uva è stata direttamente fermentata in anfora, i grappoli dopo la pressatura sono stati lasciati nell’anfora per tre settimane a macerare sulle bucce. Successivamente le bucce vengono tolte e pressate per estrarre tutto il succo, il vino poi rimane in affinamento dentro l’anfora ancora per 10 mesi per essere poi imbottigliato nell’autunno successivo alla vendemmia Alla vista il colore è molto intenso, dorato carico, tendente all’arancio come ci si aspettava dalle tre settimane di macerazione, abbastanza limpido, solo una leggera velatura per l’assenza di chiarifica e filtrazione. Al naso notiamo subito tutti gli aromi legati alla macerazione, dal miele alla pesca gialla tra il maturo ed il sotto spirito, poi leggere note di vegetali e per finire la parte minerale dal calcare e la sabbia calda. Presente ma molto ben integrata una leggerissima nota volatile che aiuta sicuramente l’espressione degli aromi. In bocca è intenso e potente, si sentono i tannini e nel retroolfatto è possibile riconoscere un aroma aggiuntivo non presente al naso ossia la parte agrumata, principalmente legata all’arancia. Se si volesse provare ad ipotizzare un abbinamento con il cibo riteniamo si possano azzardare abbinamenti in soliti come la carne o il formaggio stagionato perché riteniamo possano sopportarli egregiamente. Luca Donzelli e Simone Morano https://www.instagram.com/archivino.it Sigla ed editing a cura di Maria Chiara Virgili, autrice e voce del podcast Dannati Architetti https://linktr.ee/dannatiarchitettipodcast Brani utilizzati Acid Jazz di Kevin MacLeod - Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Fonte: Free Music Archive https://freemusicarchive.org/music/Kevin_MacLeod/Jazz_Sampler/AcidJazz_1430 Artista: Kevin Mcleod http://incompetech.com/ Da Jazz Blues di Doug Maxwell - Creative Commons Attribuzione 2.0 Generic https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/ Fonte: YouTube Media Library Artista: Doug Maxwell (https://goo.gl/PCLRRS) and Media Right Productions (https://goo.gl/G6KXV9)
    26m 44s
  • 04 - Julie & Julià | Stefano Amerighi | Cortona AR

    23 MAY 2021 · Con il vino di questa puntata andiamo per la prima volta in Toscana, in una zona meno famosa rispetto a Chianti e Moltalcino ma altrettanto interessante, siamo a Cortona, in provincia di Arezzo, vicina al confine con l’Umbria. E’ una zona che si differenzia dal resto della Toscana perché non si basa sul vitigno sangiovese, molto diffuso in questa regione, ma sul Syrah, vitigno francese originario della valle del Rodano che ha trovato in queste zone clima e terreno ideale per potersi esprimere ad alti livelli. Il produttore scelto per questa degustazione è stefano Amerighi, uno dei più importanti produttori della DOC Cortona, piccolo produttore biodinamico e naturale che a differenza dei produttori di cui abbiamo parlato in precedenza non solo rivendica la denominazione ma addirittura è il presidente del consorzio, sicuramente di buon auspicio anche per altre denominazioni. Il vino è Julie & Julià 2018, originariamente pensato per il mercato canadese che la pandemia e la conseguente diminuzione delle esportazioni ha permesso a noi di trovarlo anche negli shop nostrani. Versione di Syrah più giovane e fresca, pressatura manuale, fermentazione con lieviti indigeni e affinamento solo in acciaio. Il colore è molto intenso, quasi impenetrabile, rubino che tende al violaceo. Al naso la prima nota che si sente è un fruttato intenso, ciliegia e amarena, quasi sottospirito con delle note eteree, si continua con note balsamiche di eucalipto per arrivare al marchio di fabbrica del Syrah, la parte speziata legata principalmente al pepe nero. In conclusione si possono percepire delle sensazioni terrose, quasi di torba. In bocca è l’acidità la prima caratteristica ad essere percepita per la giovinezza del vino per poi far uscire la struttura e potenza del Syrah Luca Donzelli e Simone Morano https://www.instagram.com/archivino.it Sigla ed editing a cura di Maria Chiara Virgili, autrice e voce del podcast Dannati Architetti https://linktr.ee/dannatiarchitettipodcast Brani utilizzati Acid Jazz di Kevin MacLeod - Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Fonte: Free Music Archive https://freemusicarchive.org/music/Kevin_MacLeod/Jazz_Sampler/AcidJazz_1430 Artista: Kevin Mcleod http://incompetech.com/ Da Jazz Blues di Doug Maxwell - Creative Commons Attribuzione 2.0 Generic https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/ Fonte: YouTube Media Library Artista: Doug Maxwell (https://goo.gl/PCLRRS) and Media Right Productions (https://goo.gl/G6KXV9)
    24m 58s
  • 03 - #Secondome Bianco | Maurizio Ferraro | Montemagno AT

    28 MAR 2021 · Il produttore di di cui parleremo in questa puntata è Maurizio Ferraro Vignaiolo a Montemagno, piccolo paese in provincia di Asti, titolare di una cantina storica che 2 anni fa ha compiuto ben 200 anni di storia rimasta di proprietà sempre della stessa famiglia fino ad oggi. Maurizio Ferraro inizia a lavorare nella cantina nei primi anni 2000 e da subito dà un impostazione “naturale” al lavoro delle sue vigne associandosi anche ai francesi di S.A.I.N.S. che hanno il protocollo di vinificazione più stringente in assoluto, solo piccole quantità di rame e zolfo in vigna e nessuna aggiunta in cantina, neanche i famosi solfiti. La cantina lavora le uve dai 7.5 ettari di proprietà con vitigni del territorio astigiano, Barbera, Nebbiolo, Ruchè, Grignolino come rossi e Timorasso come bianco oltre all’unico internazionale, lo Chardonnay. La particolarità su cui ci vogliamo soffermare oggi è la volontà del produttore di fare qualcosa di diverso e personale, e questo aspetto è evidente anche dal nome: ogni vino prodotto infatti si chiama #secondome prima di un secondo nome che lo differenzi dagli altri della stessa cantina. La diversità inizia direttamente dalla bottiglia che non è una classica bottiglia da vino, ma è addirittura una bottiglia da birra con il tappo a corona, da 0.5l al posto del classico 0.75l, per poi continuare con la scelta enologica: i vitigni sono 4, Nebbiolo e Grignolino tra le uve nere e Chardonnay e Timorasso tra le uve bianche, ma le uve nere sono vinificate in bianco ossia senza contatto con le bucce mentre le uve bianche sono vinificate in rosso quindi a contatto con le bucce per 30 giorni. Iniziamo quindi la degustazione: il colore è un dorato molto intenso tendente al ramato molto luminoso e limpido nonostante non sia filtrato e chiarificato. Al naso è abbastanza delicato, non esplosivo, i sentori iniziali sono tipici dei vini bianchi che subiscono lunghe macerazioni sulle bucce, quindi dal miele a note di paglia, fieno cereale che ricordano quasi la birra. Subito dopo affiorano note di sottobosco, terra e foglie bagnate, solo alla fine arriva la parte di frutta con una grande varietà a rappresentare tutti i vitigni presenti, dalla frutta bianca come la pesca e la mela fino ad arrivare a quella rossa come la ciliegia e piccoli frutti di bosco. In bocca è pieno, intenso, di carattere, l’acidità è delicata e il tannino non invadente e la secchezza pulisce bene la bocca tanto da poter essere apprezzato da solo senza abbinamento proprio per questo suo grande equilibrio tra tutte le suo componenti. Luca Donzelli e Simone Morano https://www.instagram.com/archivino.it Sigla ed editing a cura di Maria Chiara Virgili, autrice e voce del podcast Dannati Architetti https://linktr.ee/dannatiarchitettipodcast Brani utilizzati Acid Jazz di Kevin MacLeod - Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Fonte: Free Music Archive https://freemusicarchive.org/music/Kevin_MacLeod/Jazz_Sampler/AcidJazz_1430 Artista: Kevin Mcleod http://incompetech.com/ Da Jazz Blues di Doug Maxwell - Creative Commons Attribuzione 2.0 Generic https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/ Fonte: YouTube Media Library Artista: Doug Maxwell (https://goo.gl/PCLRRS) and Media Right Productions (https://goo.gl/G6KXV9)
    31m 59s
  • 02 - Lambrusco dell’Emilia | Podere Magia | San Polo d’Enza RE

    14 FEB 2021 · Lambrusco dell’Emilia - Podere Magia, San Polo d'Enza (RE) Stefano Pescarmona dopo la laurea, a metà anni ‘90, inizia un percorso di consulenza e di insegnamento nell’ambito dell’agricoltura sostenibile, entra in Slow Food dedicandosi, tra le altre cose, agli orti didattici presso l’università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Dopo circa 20 anni di percorso come consulente decide di creare una sua azienda e, nel 2013, fonda Podere Magia: 3 ettari di vigneti e 15.000 bottiglie prodotte all’anno. I vitigni autoctoni allevati dall’azienda agricola sono quelli della tradizione emiliana: Lambrusco Maestri, Spergola, Trebbiano Romagnolo e Malvasia Aromatica di Candia. Vengono prodotte poche etichette, i vini sono tutti rifermentati in bottiglia. Il vino È un Lambrusco Maestri rifermentato in bottiglia con metodo cosiddetto Ancestrale ossia viene imbottigliato con ancora del residuo zuccherino in modo che la fermentazione sia conclusa in bottiglia donando al vino la tipica frizzantezza del Lambrusco. Impressioni di degustazione Colore fitto con riflessi porpora, spuma violacea. Al naso troviamo ciliegia, lamponi, fragolina di bosco, una nota vinosa e di sottobosco, erba bagnata, speziatura, balsamico, eucalipto e ginepro. In bocca ha una buona struttura per un lambrusco, la frizzantezza è delicata. Se degustato fresco, senza abbinarlo ad alcun cibo, si nota maggiormente l’acidità ed una leggera astringenza. Al contrario, se viene abbinato ad una fetta di salame (tipico abbinamento del territorio) tutto ritorna in equilibrio: le durezze vengono smorzate dalla grassezza del salame e, sul finale, fa capolino una nota dolce. Il giudizio complessivo è estremamente positivo con una complessità inaspettata per un Lambrusco, per apprezzarlo al meglio si consiglia di abbinarlo a cibi grassi, come i salumi. Arrivando al come degustare questo vino sono partito dal concetto di convivialità come emblema rappresentativo e radicato nel Lambrusco. Abbinato al metodo produttivo estremamente originale e ricercato. Di una bottiglia che non vuole emergere per la sua apparenza ma per il suo contenuto. Il risultato é un totem ricavato da un tronco di legno locale. Alla sua sommità troviamo un incavo in cui posizionare la bottiglia; e poco sotto una fresata in cui sono posizionati i vari taglieri sempre di legno. Ogni degustatore può estrarre un tagliere, riempire il suo calice e assaggiare salumi-formaggi-vino in compagnia dei suoi amici o di semplici appassionati di lambrusco. Luca Donzelli e Simone Morano https://www.instagram.com/archivino.it Sigla ed editing a cura di Maria Chiara Virgili, autrice e voce del podcast Dannati Architetti https://linktr.ee/dannatiarchitettipodcast Brani utilizzati Acid Jazz di Kevin MacLeod - Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Fonte: Free Music Archive https://freemusicarchive.org/music/Kevin_MacLeod/Jazz_Sampler/AcidJazz_1430 Artista: Kevin Mcleod http://incompetech.com/ Da Jazz Blues di Doug Maxwell - Creative Commons Attribuzione 2.0 Generic https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/ Fonte: YouTube Media Library Artista: Doug Maxwell (https://goo.gl/PCLRRS) and Media Right Productions (https://goo.gl/G6KXV9)
    34m 59s
  • 01 - Ombra | Nicola Gatta | Gussago BS

    6 JAN 2021 · Il vino degustato in questo podcast sarà Ombra di Nicola Gatta. Il Produttore Nicola Gatta è un’azienda vitivinicola della Franciacorta alla terza generazione. Dopo il passaggio dai vini rossi agli spumanti metodo Classico, contestualmente all’ultimo cambio generazione, circa 15 anni fa, l’azienda si è orientata alla produzione naturale ed artigianale. L’azienda si compone di 6 ettari allevati al 60% Chardonnay e 40% Pinot nero tra Gussago e Cellatica a circa 400m sul livello del mare su un terreno calcareo profondamente diverso dal resto della Franciacorta che ha origine morenica. Il vino Ombra è un Metodo Classico composto 80% Chardonnay e 20% Pinot Nero affinato sui lieviti ricavati dalle uve appassite. Terminato l’affinamento (che dura 30 mesi o Lune, come indicato in etichetta) avviene la sboccatura e vengono aggiunti 7g/l di zucchero di canna; in questo modo lo spumante rientra nella categoria brut. Impressioni degustative Alla vista il vino è molto chiaro, giallo paglierino, con perlage fine e persistente. Al naso la prima cosa che si nota sono gli aromi che mancano rispetto ad altri Metodo classico; manca infatti la tipica nota di crosta di pane derivante dalla rifermentazione con lieviti selezionati. Questo dipende dall’utilizzo di lieviti autoctoni anche per la rifermentazione che rendono molto diversa questa degustazione. Il primo aroma percepito è quello floreale, per la precisione un floreale delicato con sentori di rosa e lavanda, che viene quasi subito sovrastato da quello fruttata della pesca polposa Si chiude con sentori di erbe aromatiche, quali salvia e rosmarino. In bocca presenta una frizzantezza delicata, quando è ancora freddo prevale l’acidità con sentori citrici e di ananas, dopo mezzora dalla stappatura diventa molto più avvolgente e si possono apprezzare gli aromi legati alla fermentazione che mancavano all’inizio, prevalgono quindi i sentori di pasticceria secca, quasi un amaretto. Il giudizio è certamente positivo, il vino è fine ed elegante, sicuramente diverso dalla media di molti Metodo Classico e proprio per questo molto interessante, da provare. L'architettura per la degustazione pensata per questo vino consiste in una seduta realizzata in pietra locale dalle forme accoglienti, riprendendo le geometrie archetipiche, con seduta in legno lavorato e bisellato a mano. Come un monolite materico che nasce dal terreno sottostante accoglie sia il degustatore che la bottiglia di vino. La bottiglia è presentata adagiata ad una vasca di terra di riporto dal vigneto, per enfatizzarne il passaggio diretto "dalla vigna alla bottiglia". Nella stessa vasca di terra è presente una composizione di violette e fiori delicati che ricordano l'analisi olfattiva che riporta al naso sin da subito questi sentori. Concludono l'architettura della degustazione due calici di vino per garantire una doppia degustazione in due momenti temporali differenti. Luca Donzelli e Simone Morano https://www.instagram.com/archivino.it Sigla ed editing a cura di Maria Chiara Virgili, autrice e voce del podcast Dannati Architetti https://linktr.ee/dannatiarchitettipodcast Brani utilizzati Acid Jazz di Kevin MacLeod - Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Fonte: Free Music Archive https://freemusicarchive.org/music/Kevin_MacLeod/Jazz_Sampler/AcidJazz_1430 Artista: Kevin Mcleod http://incompetech.com/ Da Jazz Blues di Doug Maxwell - Creative Commons Attribuzione 2.0 Generic https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/ Fonte: YouTube Media Library Artista: Doug Maxwell (https://goo.gl/PCLRRS) and Media Right Productions (https://goo.gl/G6KXV9)
    35m 29s
  • 00 - ArchiVino si presenta

    22 DEC 2020 · Puntata introduttiva del nuovo podcast in cui spieghiamo cosa è ArchiVino e cosa vi proporremo nelle successive puntate. La nascita di questo podcast è data dalla necessità di voler raccontare il vino, il suo produttore e la bottiglia facendo una minuziosa analisi sulle cantine e quindi sui vini che andremo a degustare puntata dopo puntata. Non mancherà un commento estetico sulla bottiglia e la sua etichetta. Completerà il tutto un piccolo progetto di architettura per il vino pubblicato sulla pagina Instagram @archivino.it. Un progetto realizzato a mano libera che che ha l'obiettivo di interpretare al meglio le note di degustazione e trasformarle nel contenitore ideale per il vino. O piccolo tempio di degustazione per il vino. Luca Donzelli e Simone Morano https://www.instagram.com/archivino.it Sigla ed editing a cura di Maria Chiara Virgili, autrice e voce del podcast Dannati Architetti https://linktr.ee/dannatiarchitettipodcast Brani utilizzati Acid Jazz di Kevin MacLeod - Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Fonte: Free Music Archive https://freemusicarchive.org/music/Kevin_MacLeod/Jazz_Sampler/AcidJazz_1430 Artista: Kevin Mcleod http://incompetech.com/ Da Jazz Blues di Doug Maxwell - Creative Commons Attribuzione 2.0 Generic https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/ Fonte: YouTube Media Library Artista: Doug Maxwell (https://goo.gl/PCLRRS) and Media Right Productions (https://goo.gl/G6KXV9)
    8m 28s

ArchiVino, il podcast che trasforma le note di degustazione in architettura per il vino attraverso storie che raccontano la bottiglie e il suo produttore. Un viaggio alle scoperta del mondo...

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ArchiVino, il podcast che trasforma le note di degustazione in architettura per il vino attraverso storie che raccontano la bottiglie e il suo produttore. Un viaggio alle scoperta del mondo del vino per tutti gli appassionati e curiosi in generale.

Nato da un idea di luca donzelli e simone morano
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