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Wuhan – False dichiarazioni del governo : oltre 40.000 decessi

Wuhan – False dichiarazioni del governo : oltre 40.000 decessi
Apr 18, 2020 · 4m 13s

Molti media in Italia e nel mondo sembrano essersi accorti del fatto che i numeri “ufficiali” rilasciati da Pechino sul coronavirus potrebbero non essere veritieri. In molti iniziano a domandarsi...

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Molti media in Italia e nel mondo sembrano essersi accorti del fatto che i numeri “ufficiali” rilasciati da Pechino sul coronavirus potrebbero non essere veritieri. In molti iniziano a domandarsi se, oltre ad avere insabbiato e coperto l’esistenza dell’epidemia, permettendo di fatto il contagio mondiale, le autorità cinesi stiano mentendo anche sul numero dei decessi avvenuti nel paese.

Qingming, la festa dei morti e le code ai crematori

Secondo il quotiano cinese Caixin, i numeri dei morti potrebbero superare i 40.000. I crematori della città sono in queste ore molto impegnati a consegnare migliaia e migliaia di urne cinerarie ai parenti dei deceduti. Nelle immagini si possono vedere lunghe file di persone in attesa all’esterno dei crematori della città.

Il 4 aprile è «Qinming» in Cina, la festa dei morti. Stando ai dati forniti, i crematori di Wuhan stanno consegnando urne cinenarie ad un ritmo forsennato (dal 23 marzo in poi, 3500 urne al giorno). Fino al 3 aprile, giorno prima della festività, facendo un rapido calcolo si arriva a 42.000 urne consegnate.

La nota rivista TIME ha pubblicato un intervista fatta a due residenti di Wuhan, che hanno affermato che : «Se a fine dicembre o inizio gennaio, all’inizio dell’epidemia, la prima cosa che le autorità avessero fatto sarebbe stata non prendersela con i medici, ma avessero messo in quarantena tutti gli infetti, e sistemato il problema al mercato del pesce, forse questa cosa si sarebbe risolta senza attirare troppa attenzione. E un’infezione su così ampia scala non sarebbe accaduta.» […] «Ci è stato detto che non era grave, che non stava succedendo nulla».

Un altra cittadina intervistata dichiara con rabbia che: « Quando vedo ogni giorno persone che si sono ammalate, ma che non possono accedere alle cure, mi sento molto triste. Mio malgrado non posso fare a meno di sentirmi depressa. C’era una donna, che non poteva trovare un ospedale in cui far ammettere sua madre. Era disperata e continuava a battere un gong sul suo balcone, piangendo e chiedendo aiuto. […] Se tutte le misure di precauzione fossero state prese in tempo, tutte queste famiglie in cerca di aiuto sarebbero ancora vive e felici come prima.»

Miliardario Cinese racconta la verità

Guo Wengui, miliardario cinese in esilio negli USA, è stato critico nei confronti dei dati rilasciati dal PCC fin dal primo momento. Della serie “Se li conosci li eviti”. Il 6 febbraio, in un episodio del programma “America’s Voice” condotto da Steve Bannon, ex-consigliere della Casa Bianca, il miliardario cinese fornisce dei dati preoccupanti sulla vera situazione in Wuhan.

Guo Wengui afferma con decisione: «Lasciate che vi dia un esempio. In Wuhan, il numero totale dei crematori è 49 e lavorano 24 ore al giorno, hanno bruciato 1200 copri ogni giorno e stanno lavorando da più di 17 giorni. E questo è solo in Wuhan. E ora questo sta avvenendo in altre Metropoli. Il numero totale delle persone in quarantena in tutta la Cina è 250 milioni di persone. […] E il numero totale di persone morte, come mostra il numero di corpi bruciati, è più di 50.000 e non 30.000.»

I media controllati dal Partito Comunista Cinese nelle ultime settimane hanno spinto la narrazione per cui potrebbe essere stata l’America o l’Italia la prima nazione a diffondere il virus. Ma è possibile fidarsi di un regime dittatoriale che non rilascia dati accurati? O che copre i problemi interni con la propaganda per mantenere una facciata di “forza”?

Non è una novità nella storia del PCC mentire o coprire sui dati di un’epidemia. Si pensi alla SARS. L’insabbiamento con conseguente arresto di chi denunciava sono alcuni dei motivi per cui ora il virus è chiamato “Virus del PCC” da molti. Se il Partito Comunista Cinese avesse informato il mondo, avrebbe dato a tutte le nazioni il tempo di reagire e prepararsi al peggio. È lecito pensare che probabilmente, oggi il mondo intero non si troverebbe in questa grave situazione.
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