Durante il viaggio con Vanessa e Clive del 1908, Virginia fa tappa anche a Milano. Una città in fermento e brulicante di novità che negli anni precedenti ha visto nascere le prime società di produzione cinematografica, ha accolto l’Esposizione internazionale al Parco Sempione e lo spettacolo di Buffalo Bill all’Arena, ha inaugurato il Castello Sforzesco appena restaurato, la Torre del Filarete e la porta centrale del Duomo. E dall’hotel Manin di questa Milano "che sale" (come la definirà Boccioni qualche anno dopo) Virginia scrive lettere anche molto divertenti che ci riportano alla mente la geniale Beffa della Dreadnought, che vide Virginia trasformarsi in un… dignitario abissino al cospetto della Royal Navy!
Consigli di lettura:
- Per approfondire il rapporto tra Virginia e i suoi nipoti, Vanessa Bell, Duncan Grant e Clive Bell, due letture bellissime sono:
- l’autobiografia di Angelica Garnett, "Ingannata con dolcezza. Un'infanzia a Bloomsbury", La Tartaruga.
- la biografia di Virginia scritta da Quentin Bell, “Virginia Woolf, mia zia”, La Tartaruga.
Aggiunta a latere: apparentemente potrebbe sembrare un consiglio di lettura assurdo, eppure la prima volta che mi sono imbattuta nella beffa di Dreadnought non ho potuto che pensare a "La Novella del Grasso Legnaiuolo", che racconta una delle beffe più famose della storia (datata 1409) con protagonista lo stesso Brunelleschi. La mia edizione è quella, deliziosa e curatissima, di Garzanti.