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VI - Mussolini tra i pionieri da «TERRA NUOVA - Prima Cronaca dell’Agro Pontino» di Corrado Alvaro

VI - Mussolini tra i pionieri da «TERRA NUOVA - Prima Cronaca dell’Agro Pontino» di Corrado Alvaro
Jan 12, 2024 · 12m 54s

Come sempre quando si trova davanti alla gente del popolo, il Capo del Governo era raggiante. Era salito sul tavolo che avevano preparato sotto il portico del palazzo comunale di...

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Come sempre quando si trova davanti alla gente del popolo, il Capo del Governo era raggiante. Era salito sul tavolo che avevano preparato sotto il portico del palazzo comunale di Littoria, perché potessero vederlo ai quindicimila coloni dell'agro adunati nella piazza.
Già prima aveva parlato dal balcone sotto la torre: erano le parole che celebravano il trionfo della sua volontà e del lavoro del popolo italiano, e la riconferma della solenne promessa dell'anno scorso, quella della sua amicizia sempre vigile e della giustizia sempre pronta per chi lavora. Quando scese dal balcone per trovarsi a contatto col popolo, qui la voce così precisa in cui ognuno trova quello di cui ha bisogno, e quasi la regolazione a se stesso dei propri pensieri, divenne più vicina e amichevole, e la sua figura, che da lontano forma sempre un atteggiamento tutto speciale, riconoscibile, anche quando se ne intravede appena l'ombra, balzò in mezzo al popolo senza perdere nulla della sua solennità, e aggiungendo al suo prestigio la meraviglia di chi lo può guardare a pochi passi di distanza, notarne il sorriso, il gesto, l'espressione.
Alcuni tedeschi dicevano: «E’ umano, supremamente umano»; un francese affermava che una giornata come quella sarebbe l'argomento di un intero romanzo; e in un dialetto d'Italia qualcuno diceva: «Lui fa tutto».
Era uno straordinario rapimento degli animi.
Uno dei punti salienti del fascino del capo sulla folla, è che ciascuno si sente in comunione con lui come se egli sapesse tutto, che presto tardi arriverà, saprà, provvederà.
Il popolo italiano ha incarnato in lui un vecchio ideale di giustizia che nella sua storia aveva affidato ai personaggi più diversi.I primi premi ai coloni erano di mille, cinquecento lire.
Il capo spesso apriva le buste, contava il denaro, lo mostrava; talvolta per accertarsi che i nomi scritti sulla busta corrispondessero alle persone chiamate, si chinava a domandare il nome.
Talvolta, in verità, ci fu uno scambio di persone: accadeva che proprio quando c'era questo errore egli se ne accorgesse e si curvasse a domandare.
La folla dietro di me notava questo fatto.«non gli sfugge nulla. Se n'è accorto. Guarda com'è pronto, lui capisce subito quando le cose non vanno.»
Poi venne la volta delle donne, i premi per le migliori massaie; a ognuno di questi incontri il viso del capo si illuminava.
Di qualcuno si soffermava a guardare l'andatura, certi saluti imbarazzati lo facevano sorridere; ai contadini dava del tu, come a vecchi soldati; alle donne del voi, e diventava dolce, delicatissimo; mentre ai contadini porgeva le buste e i diplomi con uno scatto dell'avambraccio, sempre lo stesso, come con un ritmo che al cinquecentesimo scatto era sempre quello; alle donne lo offriva quasi con un lieve inchino, curvandosi fino a esse.
«Straordinariamente umano!» dicevano i tedeschi vicino a me.
Volevano dire: che precisione, che esattezza, che accuratezza in ogni particolare.
Era vero.
Aveva piovuto quasi tutta la mattina.
Quando egli apparve sul balcone venne fuori un sole caldo in un cielo sgombro.
«È naturale» diceva un giornalista americano.
«Quando esce lui il tempo si fa buono».
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Author Giuseppe Cocco
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