TRASCRIZIONE DEI CONTENUTI /1
Vi hanno mai chiesto quali sono le vostre canzoni italiane preferite? A me sì, spesso. Così ho provato a stilare il mio personalissimo podio con bronzo, argento e oro alle tre migliori produzioni italiche di tutti i tempi. Ovviamente, de gustibus. Considerando soprattutto che io le guardo dal punto di vista della poetica rock: anima, passione, sensazioni, intensità, temperamento, prosa.
In questa breve e particolarissima hit parade, dunque, io parto dal terzo gradino del podio con… una telefonata.
La bellezza parossistica di questa canzone, che ormai ha mezzo secolo, sta nel crescendo continuo dell’ansia, un’ansia che deve progressivamente negare ciò che andrebbe naturalmente fatto ma che la coscienza egocentrica, al fondo strumentale, non può permettersi. È un’ansia che parte dal rifiuto della telefonata, passando attraverso il rifiuto d’incontrare l’altra persona non solo fisicamente ma anche esistenzialmente, e che si conclude con la negazione dello sguardo reciproco.
Il fatto che il testo, scritto per un uomo e da uomini — nello specifico, addirittura un insospettabile Maurizio Costanzo, con sua maestà Ennio Morricone al pianoforte — sia stato cantato da una donna, costituisce il lato mistificatorio della canzone, in quanto si vuol presentare l’uomo come vittima. Ma l’inganno sta anche nella dolcezza della musica, nella profondità del testo, nella sublime interpretazione della cantante, che presumono di rendere più accettabile la sconfitta del valore umano.
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SE TELEFONANDO - Mina
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