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Tano Badalamenti parla di Peppino Impastato

Tano Badalamenti parla di Peppino Impastato
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Apr 8, 2022 · 9m 44s

Palermo, novembre 2000. Il mafioso Gaetano Badalamenti rilascia una dichiarazione nel corso di un'udienza del processo per l'omicidio del giornalista Giuseppe Impastato, assassinato in data 9 maggio 1978. Il corpo...

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Palermo, novembre 2000. Il mafioso Gaetano Badalamenti rilascia una dichiarazione nel corso di un'udienza del processo per l'omicidio del giornalista Giuseppe Impastato, assassinato in data 9 maggio 1978. Il corpo del trentenne di Cinisi viene rinvenuto sulla linea ferroviaria per Trapani completamente dilaniato da un'esplosione, accanto ad un binario divelto. «Impastato come Feltrinelli» scrivono alcuni giornali, accusando il giornalista di terrorismo. La notizia, tuttavia, ha ugualmente poco seguito poiché lo stesso giorno viene rinvenuto il corpo senza vita dell'onorevole Aldo Moro e tra le pagine dei giornali c'è davvero poco spazio per altri eventi. La madre, gli amici e i compagni di militanza di Impastato continuano a ripetere che si è trattato di un delitto mafioso, qualche giornale ipotizza il coinvolgimento della criminalità organizzata ma i carabinieri non sembrano avere dubbi: per loro si è trattato di suicidio. La campagna diffamatoria messa in atto da Cosa Nostra, tuttavia, non attecchisce sulla popolazione. Giuseppe Impastato, candidato di Democrazia Proletaria al comune di Cinisi, vince alle urne il 16 maggio e viene eletto simbolicamente al consiglio comunale. Dopo numerose indagini e perizie viene a galla la verità.

La Stampa, 11 novembre 1978:

«Giuseppe Impastato, l'attivista di Democrazia Proletaria dilaniato dallo scoppio di un ordigno sui binari della linea Trapani-Palermo, nei pressi di Cinisi, fu assassinato. Questa la conclusione del sostituto procuratore Domenico Signorino che, dopo avere esaminato le relazioni dei periti, ha deciso di formalizzare l'istruttoria per omicidio ad opera di ignoti, come avevano sostenuto la madre, il fratello e i compagni di partito della vittima. Non si esclude che i responsabili dell'omicidio siano i mafiosi della zona, implicati in illeciti edilizi che Impastato, fuori corso di architettura, attaccava violentemente dai microfoni di "Radio Aut", un'emittente locale di cui era l'animatore. (...) Impastato, due giorni prima della tragica morte, in un comizio aveva rinnovato gli attacchi a parecchi esponenti politici della zona quasi sempre disposti a chiudere gli occhi davanti a episodi di malcostume. Fra l'altro Impastato, che chiamava il suo paese "Mafia City" aveva denunciato il caso di una licenza edilizia per un edificio di cinque piani che non poteva essere concessa. Militante del Partito Comunista Leninista, poi di Lotta Continua, Impastato era passato nelle file di Democrazia Proletaria dove si era messo subito in vista».

Nel 2001 la Corte d'assise riconosce colpevole Vito Palazzolo e lo condanna a trent'anni di reclusione. L'anno seguente viene riconosciuto colpevole e condannato all'ergastolo anche Gaetano Badalamenti.

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