Silvia Ranfagni, ama scrivere e lo fa in vari modi. Fa la sceneggiatrice e la scrittrice. Ha dato vita al podcast “Corpi Liberi” in cui prende per mano l’ascoltatore e racconta con disarmante autenticità e ironia la sua storia di madre antica in cui, un giorno qualunque, suo figlio le dice “mamma, sono trans”. Vive a Roma con due gatti: Oscar e Nobel…era l’unico modo per avere nel suo salotto due riconoscimenti di tale prestigio.


Nella storia personale di Silvia inclusività significa accettare le differenze come parte integrante della società. Diversità che sono un arricchimento prezioso del tessuto sociale.
Silvia é la mamma di Alex, adolescente trans. Per lei, l’auspicio e che non ci sia un giudizio sulle persone dovuto alla loro identità di genere, orientamento sessuale o qualsiasi altra differenza.
“La ricerca del vero sé penso sia una ricerca che dura tutta la vita e non si ferma né con una mastectomia, né con una transizione. Credo che nessuno in una società organizzata sia libero di essere completamente sé stesso. Dobbiamo adattarci a certi schemi per un bisogno di comunità. Lo scopo primario, secondo me, è liberarsi da certe costrizioni rimanendo in un confine di reciproca tolleranza e rispetto. L’essere autentico per me è l’obiettivo più alto della vita.”