Le origini della coltivazione del carciofo in Campania vengono fatte risalire al tempo di Borboni anche se ha conosciuto una diffusione molto più ampia nella valle del Sele intorno agli 1820, grazie alle vaste opere di bonifica e di trasformazione agraria seguite alla riforma fondiaria.
La superficie attualmente investita a carciofo in quest’area è di circa 2.000 ettari e da qui proviene il 90% della produzione cinaricola campana.
La varietà locale è il Carciofo Tondo di Paestum, ecotipo pregiato del Romanesco.
Importante caratteristica di tipicità è l’assenza di spine nelle brattee, mentre caratteristiche commerciali sono anche il frutto di una laboriosa tecnica di coltivazione: la moltiplicazione del carciofo avviene attraverso i cosiddetti ‘carducci’, germogli ascellari che spuntano alla base della pianta e vengono staccati poco prima dell’impianto, dando a loro volta vita a piantine che radicano bene e sono quindi in grado di fornire produzioni abbondanti.
Paestum:
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