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Onde [ST5 - EP4] con R4D4R 5:11 Vol. 1

Onde [ST5 - EP4] con R4D4R 5:11 Vol. 1
Apr 26, 2023 · 2h 11m 58s

Ciao a tutte e a tutti! Sospesi in equilibrio nella metà esatta di Aprile, danziamo su questa fune indecisi se restare ancora in zona ingrasso di pasquetta, oppure se scivolare...

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Ciao a tutte e a tutti!
Sospesi in equilibrio nella metà esatta di Aprile, danziamo su questa fune indecisi se restare ancora in zona ingrasso di pasquetta, oppure se scivolare nel vuoto della seconda metà del mese. Se da una parte avevamo il giubilo di grigliate pagane e preghiere all’altare di bacco da sdraiate e sdraiati, da quest’altra parte invece in pieno hangover, canticchiamo ‘I don’t wanna grow up’ nella versione di Tom Waits e mesuriamo il nostro cammino in passi tardi e lenti in questo continuo Blue Monday attivo 7 giorni su 7. Aprile ci osserva abbattere le tessere domino dei giorni e continua la sua modifica in corso d’opera delle temperature. Marzo, come dicevamo nella scorsa puntata, è per sua natura indeciso, ma Aprile è pure peggio perché sembra ogni giorno eseguire vari beta test e ci fa vivere come novelli Amleto nel dubbio, perché queste prove tecniche di primavera sembrano non esaurirsi mai. Mio caro Aprile, capiamo la tua voglia di essere liquido e non un mese binario, ma la natura ha bisogno di te, ergo, se non è troppo disturbo, magari a questo punto falla anche partire questa benedetta primavera, te ne saremmo davvero grate e grati. Ah, però, che non ti venga in mente di saltare due mesi e servirci un’estate torrida ancora prima di toccare i confini di Maggio. Quindi utilizzando un’esortazione tipicamente lombarda, si alzi il nostro incoraggiamento al grido “Daje, Daje tutta”.
Mentre attendiamo che sua maestà ceda alle lusinghe seducenti dei venti e dei fiori in fiore, assaporiamo questi giorni buffi ormai come una grottesca rappresentazione dell’assurdo: tra un governo che ha aperto l’agenda degli impegni dal fondo, tra un ex-presidente che è in via di processo, tra esseri umani costretti ad affrontare mari in burrasca, tra capi di stato che misurano il loro ridicolo ego iper-compensando con missili assassini, tra lo tsunami delle IA che sta per spazzare via millenni di creatività umana, tra la guerra fratricida di guelfi e ghibellini schierati con Meta e la Siae, noi ci mettiamo ad osservare inebetiti tutto questo affidando alla musica, il peso di darci ventate di bellezza e di percuoterci dolcemente con i suoi frutti, al fine di ricordarci che nonostante queste assurdità la fuori, la musica alla fine ci salverà. Su ali taumaturgiche oggi finalmente giunge a noi, schivando quanto sopra, la nuova Onda carica di vibrazioni positive nella sua quarta emanazione figlia della quinta stagione. La musica arriva alle nostre orecchie, come ben sapete, sotto forma di onde sonore, o ancora meglio, sottof orma di pressione sonora ovvero da oscillazioni di particelle generate da uno strumento o dalla voce, in un mezzo di propagazione, nel nostro caso l’aria. Le nostre orecchie percepiscono questa pressione e la trasmutano, attraverso il lavoro del timpano, degli ossicini dell’orecchio medio e della coclea, in impulsi elettrici che il nostro cervello poi ri-codifica in suono. Si potrebbe quindi, in maniera prosaica, sostenere che le nostre orecchie non sono altro che antenne capaci di captare i suoni che ci circondano. Il funzionamento di questa parte miracolosa del nostro corpo è molto più complesso di quanto vi ho raccontato, ma in soldoni la mia brevissima sezione di ‘Siamo fatti così’ ci serve perché gli ospiti che ci sono venuti a trovare di antenne se ne intendono decisamente tanto. No, non sono degli antennisti, no, non sono nemmeno dei radio-amatori, oddio, che io sappia, poi nel caso dopo chiederemo loro lumi in merito, dicamo solo che il loro progetto ha a che fare con antenne e radar. Ora però non precipitiamo, tempo al tempo. In questo giorno di surreale primavera ho la fortuna di avere lo studiolo di Onde: musica e dintorni un po’ più pieno del solito. Se generalmente siamo in due a chiacchierare, oggi invece siamo in tre perché ho il piacere di ospitare una delegazione che arriva direttamente da Carpi, in provincia di Modena. Ancora prima di introdurvi i miei ospiti, che si levi alto l’applauso per aver percorso così tanti chilometri per venire a portarci in dono la loro raccolta di brani e le loro prospettive sonore. I due ragazzi che siedono con noi oggi sono Emanuele e Pietro rispettivamente basso e chitarra del progetto musicale post rock Radar 5:11. Il gruppo si presenta al mondo in maniera più esaustiva: “Un radar, 5 antenne e 11 trifogli: siamo solo dei segnali?” - e continua - “Un antropologo, un teologo, un filosofo, un medico e un musicista si sono uniti per raccontare, trascendere, ragionare, curare e servire attraverso suoni, rumori, armonie e melodie”. Il gruppo è tutto sommato giovane perché vede la sua nascita nel 2017, abbraccia con grande coscienza il vasto mondo del non-genere Postrock, affondando i denti in quelle lande sonore per poi restituire la loro splendida visione. Il mondo che viene raccontato attraverso i soli strumenti musicali - e cito - riguarda le difficoltà dell’umanità, le speranze delle donne e degli uomini, il grido di aiuto del creato. E tutto ciò è quanto mai vero perché nella tessitura melodica, armonica e ritmica dei loro brani ci si trova spesso a perdersi e a ritrovarsi come una lunga elucubrazione sul senso e i perché delle cose che ci circondano per poi intuire di essere immersi in un mondo senza confine tra veglia e sogno. All’attivo i ragazzi della bassa modenese hanno due EP intitolati (P)rose e (C)lose, ognuno composto da 4 brani, che immergono l’ascolto in quadri emozionati e affascinati. Descrivere cosa sia il Postrock è cosa piuttosto ardua, e descrivere i loro dischi non è semplice perché è come definire un dettaglio di una texture, ma che invece fa parte di una narrazione più ampia e dinamica. Come molti di voi sapranno, l’unico vero modo per intrufolarsi nella musica e capirla è appunto ascoltarla in religioso silenzio. Ma quali sono le radici dei Radar 5:11? Quali sono le loro diramazioni? Una risposta risiede nei loro EP di cui vi invitiamo all’ascolto e l’altra ce la facciamo dare dalla viva voce di Pietro ed Emanuele. Quindi sedetevi con noi, fatevi antenna per captare le Onde dei Radar 5:11, trovando la vostra posizione comoda nel mondo, e godetevi questa puntata.
Premete play e come sempre,
buon ascolto!
^_^
  • INFO PUNTATA E RADAR 5:11 :
IL DISCO DEI RADAR 5:11 PER ONDE: https://open.spotify.com/playlist/442cWeH7LPAxmwJGKooE3I?si=209c42fefc1b4370

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I CUSCINI di Onde: Musica e Dintorni sono stati pensati, progettati, cuciti e creati dalle sapienti mani di VALENTINA PANCERI aka:
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IL BRANO “ONDE” in testa e in coda all’episodio è stato creato, suonato e cantato da Camilla Battaglia.

MUSICHE IN PUNTATA:
Music Free Stock: https://www.free-stock-music.com/
Lost Paradise by Purrple Cat | https://purrplecat.com Music promoted by https://www.free-stock-music.com Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
plunderer by Barradeen | https://soundcloud.com/barradeen Music promoted by https://www.free-stock-music.com Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
Day Ahead by Joe Crotty | https://soundcloud.com/joecrotty Music promoted by https://www.free-stock-music.com Creative Commons Attribution 3.0 Unported License https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en_US
Too Cool For School by Audionautix | http://audionautix.com Music promoted by https://www.free-stock-music.com Attribution-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-ND 3.0)
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Author Marco Acquafredda
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