“E allora Johnny penso alla disperata tristezza d'esser vecchi, come suo padre e Bonardi, vecchi e bianchi e rugginosi uomini nello scatenamento della gioventù agile e superba e feroce, tale come essi erano nella preistorica primavera del 1915. Non poteva nemmeno sopportar l'idea indotta di suo padre preso in quel gorgo e minacciato e maltrattato, sia dagli uni che dagli altri. Guardava la sua testa pendula sul piatto, nella squallida riconoscenza dell'età.”
Non è un Paese per vecchi. I vecchi muoiono a decine, a centinaia, nella case di riposo, negli ospedali, nelle case. I vecchi devono morire, devono scontare la colpa di aver vissuto. I vecchi muoiono, poi si mettono a comandare, perché qui comandano i morti. Non è nemmeno un Paese per giovani, per adolescenti. Stigmatizzati, sempre. Ridotti ad una clausura terminale, rimossi da scuole tumulate, remoti. Graffitati, smaltati, ritoccati. Gli adolescenti devono avere paura, perché fanno paura a quelli che comandano, ai Morti. Morto è il fascismo, finito è il fascismo, che quindi non smette di finire. Morto è il fascismo, viva è la Resistenza, adolescente è la Resistenza, che è un patto tra adolescenti, di ogni età e tempo, è un patto tra giusti, arrabbiati, impauriti, coraggiosi. Il ritorno del 25 aprile è inesorabile, amici cari. Questa puntata è dedicata alla Resistenza, all’antifascismo, agli adolescenti di tutto il mondo.
Quaranteen, il nostro piccolo grande viaggio cinematografico nel mondo dell'adolescenza. Inquieta, ribelle, devastata. In onda oggi, alle 18.00 su #rko radio, la puntata più giovane del podcast di #Dikotomiko. Con Beppe Fenoglio a fare la guardia per noi, ora e sempre.
“Si sentì investito – nor death itself would have been divestiture – in nome dell'autentico popolo d'Italia, ad opporsi in ogni modo al fascismo, a giudicare ed eseguire, a decidere militarmente e civilmente. Era inebriante tanta somma di potere, ma infinitamente piú inebriante la coscienza dell'uso legittimo che ne avrebbe fatto.”
show less