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Lettera #80 Il caso EUROVITA: buone notizie e cattive notizie

Lettera #80 Il caso EUROVITA: buone notizie e cattive notizie
Jul 7, 2023 · 9m

Come ci si aspettava per i sottoscrittori delle polizze assicurative Eurovita, la soluzione di salvataggio è arrivata confermando le indiscrezioni che si rincorrevano da settimane e che prevedevano l’intervento coordinato...

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Come ci si aspettava per i sottoscrittori delle polizze assicurative Eurovita, la soluzione di salvataggio è arrivata confermando le indiscrezioni che si rincorrevano da settimane e che prevedevano l’intervento coordinato dei principali big del settore assicurativo e bancario sul mercato italiano per cercare di mettere una toppa a una grave falla che si era aperta sul fronte delle polizze vita.

Ovvero la possibilità diventata concreta nel caso Eurovita che richiedere il rimborso della propria polizza vita e ricevere dopo qualche settimana l’accredito integrale sul conto non fosse qualcosa di scontato, ma dipendente da molti fattori legati al mercato e al comportamento collettivo degli altri sottoscrittori.

La buona notizia che è arrivata venerdì sera è che le polizze Eurovita verranno “scongelate” dal blocco dei riscatti a partire dal 1 novembre 2023 e quindi teoricamente tutti i sottoscrittori di queste polizze potranno “riabbracciare” i loro soldi a partire da quella data, richiedendo l’accredito del controvalore sul proprio conto oppure mantenere le polizze con i nuovi assicuratori assegnati.
La notizia meno bella è il termine (4 mesi che si aggiungono ad altri 5 mesi dalla prima sospensione) considerato poi che il tutto è subordinato a una serie di autorizzazioni e operazioni di scorporo del pacchetto polizze di Eurovita in un accordo che coinvolge una “gioiosa macchina da guerra”: 5 compagnie assicurative, 25 gruppi bancari che hanno distribuito le polizze elencate nel comunicato più altri 6 istituti che finanziano in parte l’operazione.

Non è chiaro attualmente cosa succederà agli “orfani”, quelli che hanno sottoscritto le polizze, ma non dalle banche che hanno sottoscritto l’accordo. Considerato che c’è agosto di mezzo e che in Italia ci possono volere anche 6 mesi semplicemente per trasferire la posizione singola di un fondo pensione da una società all’altra, c’è da incrociare le dita e sperare che nel piano di execution tutto sia stato minuziosamente previsto e non salti fuori qualche altra “magagna”.
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