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Lettera #56 Conti deposito o BTP, questo non è un (grande) dilemma

Lettera #56 Conti deposito o BTP, questo non è un (grande) dilemma
Nov 25, 2022 · 8m 27s

Stiamo vivendo un vero e proprio boom dei conti deposito che sono tornati a raccogliere un forte interesse. Basta in effetti cercare sulla Rete o trovare sui media più disparati...

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Stiamo vivendo un vero e proprio boom dei conti deposito che sono tornati a raccogliere un forte interesse.

Basta in effetti cercare sulla Rete o trovare sui media più disparati offerte e réclame di banche (talvolta anche sconosciute anche agli stessi addetti ai lavori) che si offrono di intercettare i vostri risparmi in cambio di un rendimento meno “stitico” di quello comunemente offerto sui conti correnti.

Offerte apparentemente seducenti di rendimenti fino al 4% annuo per chi vuole avere un ritorno dai propri risparmi senza pensieri e senza fronzoli.

Sono tornati a essere un affare i conti deposito? La risposta è più no che sì.

Grazie a una tabella pubblicata nella lettera settimanale o che puoi trovare sui nostri canali social, mostriamo rendimenti NETTI offerti dagli stessi titoli di Stato italiani più popolari a tasso fisso.

Rendimenti netti, perché per i contribuenti individuali, gli interessi sui titoli di Stato vengono tassati al 12,5%, un'aliquota agevolata rispetto a quella prevista per gli altri titoli emessi sui mercati finanziari, che è più del doppio (26%) come per i rendimenti dei conti deposito e dei conti correnti. Un vantaggio non indifferente che hanno i titoli governativi italiani e si comprende facilmente anche il motivo.

Il nostro Paese è fra quelli in rapporto alla potenza economica che ha uno dei debiti pubblici più alti al mondo e incentivare anche in questo modo qualcuno a prestargli denaro è un’arma che si gioca da anni.

Non è in verità il solo Paese a farlo, perché c’è chi usa il “doping fiscale” ben più di noi, perché se foste, per esempio, cittadini bulgari, greci, croati, irlandesi, lettoni o sloveni avreste l'esenzione totale sulle plusvalenze ottenute dall’investimento in titoli governativi. E se foste ciprioti, ve la cavereste con il 3%.

All’opposto, non vi converrebbe essere cittadini danesi dove lo Stato si prende un bel 42,5% di aliquota sulle plusvalenze sui titoli di Stato (e non solo sui titoli di stato ma anche sulle azioni), ma ciò nonostante secondo diverse ricerche come il World Happiness Report sono fra i Paesi più felici al mondo. Pagano un sacco di tasse e sono felici e non solo perché in Danimarca ha sede la Lego.
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Author SoldiExpert SCF
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