La Fibbia, la «ndrina», la «ndrànghita», l’Onorata Società, insomma la mafia, la conosco da quando ebbe l'età della ragione.
Un ricordo preciso è di quando, tornato a casa per le vacanze, mia madre, venendomi incontro, mi disse che mio padre era occupato nella stanza di sopra con quelli dell'Associazione.
Mi rallegrai dicendo: «c'è finalmente un'associazione al nostro paese?».
Fresco di studi, credevo si trattasse di un'associazione per gli interessi locali.
Mia madre mi fece ricredere subito: «è l'associazione a delinquere».
Non so che avesse da sbrigare mio padre con quelle persone, comunque non me ne meravigliai. Nessuno in paese li considerava gente da evitare, e non tanto per timore, quanto perché formavano ormai uno degli aspetti della classe dirigente.
Per la confusione di idee che regnava fra noi a proposito di giustizia e d’ingiustizia, di torto e di diritto, di legale ed illegale; per gli abusi veri e presunti di chi in qualche modo deteneva il potere, non si trovava sconveniente accompagnarsi con un «ndrànghitista».
I membri dell'associazione professavano il rispetto della religione, posavano a difensori della morale anche quando non la praticavano, proteggevano le ragazze tradite e ne decretavano le nozze, vedevano di buon occhio i concittadini che si facevano onore.
Compivano prepotenze, ed era una di più da tollerare.
Si assassinavano tra loro per gli strappi all'omertà, ed erano affari loro.I delitti in una città, e non meno feroci è raffinati, sono l'ammonimento quotidiano di un oscuro pericolo.
In un paese, gli autori di delitti sono gente che si conosce, con cui si è scambiato il saluto e con cui si è parlato.
Questo vorrei notare nella psicologia della mafia, la rivalsa di una certa condizione, il fascino di un potere segreto che si ride di ogni altro potere, e che pretende di esercitare una leggendaria giustizia secondo il codice di una brigantesca cavalleria.
Non è un semplice problema di polizia, né si tratta di mettere sotto accusa e in stato d'assedio un'intera provincia.
Ma la norma per un'azione seria, potrebbe dettarla l'esame di come si è comportata la classe dirigente da cinquantanni.
show less