Il podcast è tratto dalla rubrica "Uno sguardo sul giorno" di Radio Villa Centrale, web radio/TV ed è dedicato all'Esperanto.
Si tratta di una lingua ausiliaria internazionale, sviluppata tra il
1872 e il 1887 dall'
oculista polacco di origini
ebraiche Ludwik Lejzer Zamenhof (1859 – 1917). La genesi dell'esperanto non può che essere legata alla storia di Zamenhof. Egli passò la sua infanzia a
Białystok, attualmente in
Polonia, ma che a quei tempi era nella provincia baltica della
Lituania e quindi appartenente all'
Impero russo, dove convivevano diversi gruppi etnici. Queste divisioni etniche e culturali che sfociavano spesso in violenza erano quindi fonti di dolore per lui sin da bambino, portandolo all'idea che una lingua condivisa potesse aiutare i vari gruppi a comunicare. Zamenhof conosceva la difficoltà che ha l'
apprendimento di una lingua straniera, egli stesso usava quotidianamente russo e polacco, conosceva l'
ebraico insegnatogli dal padre e infine studiò
greco e
latino,
tedesco,
francese e
inglese in quanto studente di ginnasio (che frequentò a Varsavia, dove nel frattempo si era trasferito). Egli quindi usò il suo bagaglio linguistico per creare una lingua semplice che richiedesse un impiego di risorse economiche alla portata di tutti. Le regole della
grammatica dell'esperanto sono state scelte da quelle di varie lingue studiate da Zamenhof, affinché fossero semplici da imparare e nel contempo potessero dare a questa lingua la stessa espressività di una
lingua etnica. Anche i vocaboli derivano da idiomi preesistenti, alcuni (specie quelli introdotti di recente) da lingue non indoeuropee come il
giapponese, ma in gran parte da
latino,
lingue romanze (in particolare
italiano e
francese),
lingue germaniche (
tedesco e
inglese) e
lingue slave (
russo e
polacco). L'assunto di Zamenhof è che l'assenza o difficoltà di dialogo dovuta alle differenze linguistiche crea incomprensioni, ed è stata causa di violenza più volte nel corso della storia. Egli chiamò l'esperanto dapprima “Lingvo Internacia”, poiché aveva come scopo quello di essere usata come lingua tra le diverse nazioni che così avrebbero potuto dialogare e comprendersi a vicenda, proteggendo le lingue minori e quindi la differenza linguistica. Prese in seguito il nome “ESPERANTO” ("colui che spera", "sperante") dallo pseudonimo di "Doktoro Esperanto", utilizzato dal suo inventore come pseudonimo quando pubblico in russo “Lingvo Internacia”. La sua principale caratteristica dal punto di vista ideologico è la neutralità, in quanto dovrebbe essere imparata come seconda lingua (e non in sostituzione alla propria) per il contatto e la comprensione reciproca solo tra genti di lingue diverse e, contrariamente a quanto ancora oggi alcuni pensano, non ha mai voluto imporsi come lingua unica mondiale sopprimendo le altre.