A ogni bambino piace avere in mano uno smartphone o un tablet, ma se condivide lo strumento in compagnia si diverte, se invece resta da solo si dissocia come se con la mente andasse altrove. In questo caso, se le cose non cambiano, il mondo digitale sarà per lui sempre meno un divertimento e sempre più una consolazione. Su questo sfondo si costruisce la dipendenza da internet che non è connessa ai tempi di connessione ma al protrarsi della solitudine. Questo è ancora più evidente in adolescenza. Approfondisce il tema Federico Tonioni, psichiatra e psicoterapeuta, ricercatore all’Istituto di Psichiatria e Psicologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia.