C’è qualcosa, nel funzionamento di un’orchestra, che mi rimanda ai meccanismi del mondo.
Ognuno fa la sua parte. Il respiro, la mente, le mani, i piedi e il corpo di tante persone si muovono insieme, dando forma a qualcosa di più grande.
Non importano le dimensioni di ciò che stringono tra le mani né quante siano le note dettate dal proprio spartito. Ogni essere umano, proprio come ogni musicista, plasma la melodia dell’universo nella sua unicità.
Da qualche tempo, però, ho scoperto che esiste uno strumento musicale che riesce a imitare suoni di strumenti musicali diversi. Me l’ha raccontato Enrico, giovanissimo organista in una chiesa del Friuli.
Nella sua storia, come in quella di ogni persona, convivono tanti elementi diversi tra loro. Proprio come le melodie che può riprodurre un organo. Fede, musica, solidarietà, condivisione con e per il prossimo, studio, omosessualità.
Enrico ha scelto di condividerle con me. E io proverò a raccontarle in questo episodio. Partendo da quando ha deciso di non suonare più in segreto il suo spartito più intimo. Quello da sommerso.
Tutto Sommerso:
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