La modernità cinematografica è l’insieme di esperienze eterogenee che dal secondo dopoguerra rivoluzionano il sistema stilistico e produttivo soprattutto su suolo europeo. In questo contesto l’Italia presenta linee dal gusto completamente diverso che vanno dalle riletture neorealiste, agli autori che esordiscono negli anni Cinquanta (Fellini e Antonioni), agli esordienti degli anni Sessanta (Pasolini), fino alle diverse facce del popolare come il western (Sergio Leone) o la commedia (Marco Ferreri). Gli anni Sessanta italiani iniziano nel 1959 quando, a Venezia, il Leone d’oro della mostra è assegnato a “Il Generale della Rovere” di Rossellini e a “La Grande Guerra” di Monicelli. Da qui comincia una sorta di rinascita del cinema italiano, rimettendo sugli schermi una serie di antieroi prima esclusi che da “Il sorpasso” di Dino Risi del 1962, affollano la commedia all’italiana. Il decennio d’oro è poi aperto dal trio Fellini-Antonioni-Visconti con rispettivamente “La Dolce vita”, “L’avventura”, “Rocco e i suoi fratelli”. Le nuove generazioni (a differenza del resto d’europa) sembrano non rompere con la generazione precedente ma anzi, si proclama sua erede.
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Scritto da Roberta Stefanini
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