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I diritti sono privilegi se non li hanno tutti - Sessantaduesima puntata

I diritti sono privilegi se non li hanno tutti - Sessantaduesima puntata
Apr 18, 2023 · 14m 6s

Care ascoltatrici e cari ascoltatori, vorremmo essere solidali con le donne dell’Afghanistan e di tutte le parti del mondo dove la libertà è solo un sogno. Se condividete anche voi...

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Care ascoltatrici e cari ascoltatori,
vorremmo essere solidali con le donne dell’Afghanistan e di tutte le parti del mondo dove la libertà è solo un sogno. Se condividete anche voi il nostro stesso desiderio di scoperta di una realtà lontana e tragica vissuta da donne e uomini come noi, allora le quattro protagoniste della trasmissione "I DIRITTI SONO PRIVILEGI SE NON LI HANNO TUTTI" vi narreranno le loro storie e canteranno un inno alla libertà di sorelle, amiche, colleghe…

“Voglio rendere l’Afghanistan famoso per la sua arte, non per la guerra” - Shamsia Hassani.

**" ژن، ژیان، ئازادی "‎ **donna, vita, libertà in kurdo
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Comments
S

Sofia Nucci

3 weeks ago

In questo podcast si parla della situazione tragica che c’è in afghanistan. Da quando se ne sono andate via le truppe americane, l’incubo è ricominciato, infatti, le persone cercano di fare tutto il possibile per andarsene dal loro stesso paese perché non c’è più libertà e sembra che la speranza sia morta. Come spiega la maestra delle elementari, i talebani hanno imposto il velo a tutte le donne, levandogli cosi il diritto di poter scegliere. Molte donne hanno perso il lavoro sentendosi oltre che impaurite e non al sicuro, anche inutili nella società. Anche le bambine che dovrebbero solo essere spensierate, felici e libere sono costrette a stare dentro le loro abitazioni con la paura continua perché anche sé piccole, si sono dovute abituare ad una realtà brutale. La persona che mi ha colpito di più è stata Shamsia Hassani, che con la sua arte denuncia ciò che le donne stanno passando in Afghanistan rappresentandole senza la bocca o con lo sguardo rivolto da un’altra parte come se stessero guardando la speranza ormai persa. La frase “i diritti sono privilegi se non li hanno tutti” mi ha fatto molto riflettere e ci dovrebbe far aprire gli occhi perché molte volte noi diamo le cose per scontate, non dando peso a ciò che invece le altre persone affrontano e alle difficoltà che hanno rispetto a noi e ci dovremmo ritenere tutti molto fortunati per tutte le possibilità e per tutta la libertà che abbiamo perché anche se lo siamo, non sembriamo essere tutti dello stesso mondo.
E

Ester Baldoni

1 month ago

Sopra una melodia coinvolgente si racconta la struggente storia di numerose donne, vittime dell'oppressione dei talebani. Si inizia con una breve descrizione della drammatica situazione attuale in Afghanistan, sottolineando come il paese sembri ritornare a un oscuro Medioevo, riportando le donne a condizioni simili a quelle del passato, vittime di violenze fisiche e sessuali e di ogni altro tipo. Ammiro il coraggio di affrontare un tema così attuale di cui purtroppo non se ne parla mai abbastanza. La musica scelta e l'empatia verso le vittime afghane mi hanno trasportato in una gran riflessione. La storia di Sadika, una donna emancipata e colta che ha perso il lavoro per questo, mi ha profondamente colpito, come anche la tragica storia di Sahar Gul, sono un grido d'allarme sulla necessità di agire e di non restare indifferenti. Come fa l’Associazione Rivoluzionaria delle Donne dell'Afghanistan, che continua a lottare per il progresso e il benessere di queste donne vittime, offrendo speranza e sostegno alle vittime di abusi e discriminazioni. Dovremmo interessarci tutti ad ascoltare queste donne vittime e non a chiudere un occhio come purtroppo in questo mondo ormai è solito fare.
AKWASI KYEI-MENSAH

AKWASI KYEI-MENSAH

1 month ago

Questo podcast tratta la situazione delle donne afghane che sono sottoposte ogni giorno ad obblighi , restrizione ingiuste non hanno nemmeno libertà nel scegliere i colori che possono vestire sono costrette ad indossare il nero e non possono nemmeno mostrare il loro volto,vivono in un assenza di libertà, noi occidentali spesso diamo per scontato il privilegio che abbiamo, ed è nostro dovere rendere questi privilegi dei diritti per tutti in ogni parte del mondo.
ASIA BATTISTONI

ASIA BATTISTONI

1 month ago

Sopra il ritmo di una canzone, si racconta la storia di numerose donne, vittime del controllo dei talebani. Inizialmente si spiega brevemente cosa sta succedendo oggi, e mi ha colpito la frase “l’Afganistan ritorna in un nero Medioevo” poiché infatti la condizione delle donne (segregate e senza diritti) in quel periodo è simile a quella attuale. Ho apprezzato il coraggio di voler parlare di una tematica attuale, a cui tutti dovremmo far fronte. Migliaia di donne afgane e bambine relegate nello spazio domestico, donne nubili prede di soldati talebani. I loro nomi contano, perché prima di tutto sono delle persone e poi delle donne afgane. Lottano ogni giorno contro il “dominio talebano” sempre ricordandosi che, da qualche parte in questo mondo, c’è un angolo di pace e di umanità. Esse lottano ogni giorno per contrastare un regime illegittimo che le ha private dei loro diritti e delle loro libertà fondamentali, facendo sprofondare l’intero paese nell’estrema povertà e nella fame. In questi mesi, i talebani hanno progressivamente escluso le donne dalla sfera pubblica, così come anche le minoranze religiose.
G

Giulia Masini

1 month ago

Questo podcast mi è piaciuto molto in quanto offre a noi giovani un'opportunità per comprendere la realtà delle donne in Afghanistan e in tutto il mondo dove la libertà è ancora un sogno lontano. Le storie condivise dalle quattro protagoniste sono particolarmente toccanti, in quanto offrono una prospettiva intima sulle sfide e le aspirazioni di donne coraggiose che lottano per i propri diritti fondamentali. La citazione di Shamsia Hassani, "Voglio rendere l'Afghanistan famoso per la sua arte, non per la guerra", evidenzia l'importanza di riconoscere e celebrare la ricchezza culturale e artistica di questa regione, che spesso è oscurata dalle narrazioni di conflitto e oppressione. Secondo le ultime statistiche, nonostante alcuni progressi, le donne in Afghanistan continuano a affrontare enormi sfide, con solo il 22% di loro partecipanti al mercato del lavoro e solo il 17% coinvolte nel processo decisionale politico. Questo podcast serve come una voce autentica per amplificare le esperienze e le voci delle donne afghane, riaffermando il loro diritto inalienabile alla libertà.
L

Lucrezia Brugiavini

6 months ago

Ascoltando il podcast e ponendo attenzione alle testimonianze delle donne afghane sono riuscita a capire a quante restrizioni, obblighi e sofferenze sono sottoposte ogni giorno. La cosa che più mi ha colpita è stato il divieto di indossare indumenti colorati per lasciare posto ai burqa neri: credo che appartenga ad ognuno di noi il diritto di poter esprimere la propria personalità anche utilizzando i vestiti perché sono proprio quest'ultimi a farci sentire noi stessi. I talebani hanno anche costretto le bambine più piccole ad abbandonare gli studi togliendo loro l’opportunità di diventare in futuro delle persone colte, istruite e in grado di poter realizzare i loro sogni. Queste povere donne hanno perso tutti i loro diritti fondamentali come esseri umani, il nostro compito è quello di aiutarle e salvarle da questa orrenda situazione facendo sì che tali avvenimenti non si ripetano più. Solo ora mi rendo conto di essere molto fortunata perché vivo in una nazione pacifica, ho una casa, una famiglia, degli amici ma soprattutto la possibilità di andare a scuola e l’occasione di coltivare le mie passioni per poi diventare ciò che ho sempre sognato.
MARCO MORBIDONI

MARCO MORBIDONI

6 months ago

Io non riesco a credere che ragazze più o meno della mia età vivano in queste condizioni così crudeli e ingiuste, ma credo che la situazione in questi paesi più poveri e sotto regime si stia un po' riprendendo. In questo podcast, ho anche capito che chi vuole fare del bene a qualcun altro alla fine non riesce mai a completare il suo obiettivo. Inoltre, mi ha fatto riflettere anche la storia di Zola che ha dovuto prendere un aereo diretto a Fiumicino perché, insieme ad altre donne, era finita nelle liste nere dei Talebani e veniva perseguitata proprio da quest'ultimi. Un'altra storia che mi ha impressionato e mi ha fatto pensare molto è stata quella di Raul Saya che ha dovuto lasciare l'Afghanistan, cioè la sua terra madre perché le hanno tolto la libertà che avevano avuto fino a poco prima. E, per concludere, questo podcast mi ha fatto pensare che la scuola, la libertà, i mezzi e le attività che facciamo giornalmente siano disponibili a tutti perché non è così.
L

Leonardo Sordoni

6 months ago

La situazione contemporanea sui diritti delle donne in Afghanistan è fonte di grande preoccupazione mondiale, negli ultimi anni sono stati compiuti progressi nei diritti delle donne con un aumento dell'accesso all'istruzione e un maggior coinvolgimento nella vita politica. Oggi le donne afghane rischiano di nuovo di perdere tutti i diritti acquisiti e di tornare ad una condizione di subordinazione e oppressione. Quindi dobbiamo continuare a lottare per un futuro in cui nessuna donna sia oppressa o privata dei propri diritti. Questo podcast però mi ha fatto riflettere sull'attuale  situazione  che viviamo in Italia, dove pur essendo vero che le donne sono emancipate ed indipendenti ancora ad oggi le notizie di cronaca ci mettono difronte a moltissimi femminicidi, questo purtroppo è sintomo che per molti uomini ancora la donna sia una proprietà e non una persona alla pari ,dobbiamo ancora batterci per la parita' di sesso e penso che questo noi uomini dobbiamo iniziare a dimostrarlo da dentro casa rispettando le nostre madri e le nostre sorelle per poi proseguire con tutto il genere femminile e naturalmente nn solo.
BENEDETTA ULISSI

BENEDETTA ULISSI

6 months ago

Credo che oggi la situazione sia migliorata in alcune parti del mondo, ma di certo l’Afghanistan rimane un paese in cui la donna subisce limitazioni al punto di non poter indossare abiti troppo colorati o di non poter andare a scuola o uscire quando crede. Mi stupisco a volte come le ragazze della mia età riescono a rimanere in queste condizioni dove la loro libertà non esiste... Ma ascoltando il podcast ho anche compreso quanta violenza possa trasformare la coscienza: dobbiamo aiutarci a vicenda per poter eliminare queste assurdità una volta per tutte. In questo podcast ho ripensato alle fortune che abbiamo noi nella vita quotidiana a partire da una famiglia, una casa, la scuola e al diritto di parola, pensiero ed espressione che fortunatamente in Italia abbiamo, ma che qualcuno dall’altra parte del mondo ancora nel 2023 non ha ed è costretta ad accettare le conseguenze in silenzio, sognandosi una vita come la nostra.
L

Laura Fulgari

11 months ago

Purtroppo ancora, nel mondo, abbiamo diverse questioni irrisolte, una di queste è il grido disperato delle donne afgane. Ognuno di noi avrebbe il diritto di dare solidarietà per cercare di formare un senso di rispetto e fraternità nella società. Ma questo è un esempio di come possiamo far davvero poco dal canto nostro: è triste infatti pensare che noi stiamo vivendo la nostra vita tranquillamente, mentre in quell’attimo qualche donna starà piangendo e perdendo sangue per violenze e discriminazioni… I talebani non solo hanno imposto il velo ma hanno anche deciso di non avere alcun tipo di compassione verso le bambine afghane. La storia di Sadika mi ha colpito molto, ha perso il lavoro per il solo essere una donna emancipata e colta. La donna per i soldati talebani non ha diritto di andare a scuola, deve solo lavorare per il padrone della famiglia che costringe anche bambine in tenera età a lavorare forzatamente. Per noi la scuola è stressante e molte volte preferiamo saltarla perché non abbiamo voglia: allora ci basti solo pensare che queste donne in Afghan pagherebbero per andarci a scuola! Dovremmo ascoltare e imparare ad apprezzare ciò di cui abbiamo il privilegio.
E

Emily Greco

1 year ago

La questione presentata in questo podcast tratta una faccenda davvero orripilante e raccapricciante, della quale purtroppo ancora oggi si presenta una tale disinformazione e disinteresse da parte di molti che è da non credersi (perciò siamo soddisfatte che almeno qualcuno abbia il coraggio di parlarne in una piccola Web Radio Scolastica!-) Ciò che ha catturato particolarmente la mia attenzione è quanto siano state proprio le donne, dopo il ritiro delle truppe statunitensi del 2021 dall'afghanistan, a dover pagare un prezzo pesantissimo in termini di violenza e discriminazione, fino alla totale perdita dei propri diritti umani. Oggi purtroppo, a seguito della presa del potere da parte dei talebani, così si esprime il predominio di questi ultimi sull'essere femminile, impedendo alle ragazze persino  un'educazione dignitosa o la libertà di uscire di casa, senza essere accompagnate da un parente di sesso maschile.  Dalla mia prospettiva, il dibattito di molte problematiche risulta acceso, talvolta però rivelandosi non del tutto sufficiente per garantire la loro risoluzione: vorrei informarmi oltre su questi "tabù dell'informazione pubblica".
R

Rebecca Francelli

1 year ago

Sono rimasta ipnotizzata dalla bellissima musica scelta e dall'idea di immedesimarsi nelle vittime afghane. Ho rabbrividito al solo pensiero che un'attivista, all'arrivo dei talebani, è stata inserita nella loro lista nera. Ciò ha provocato un inseguimento che le ha impedito di tirar fuori la sua voce come prima, facendole temere di esprimere nuovamente il suo pensiero. In paesi come il nostro, dove non abbiamo questo tipo di problemi, ci sembra scontato poter dire la nostra e anzi, spesso evitiamo persino di farlo per puro disinteresse. A mio parere, dovremmo invece imparare a comunicare tra noi e impegnarci nella società, così da poter evitare tragedie come quella in Afghanistan. Ultimamente si è soliti indossare un paraocchi, il quale ci fa rimpiazzare l'importante con il futile, mettendolo al centro della nostra esistenza. Per quanto terribile, la situazioni delle donne che hanno testimoniato va presa ad esempio per comprendere i veri valori della vita quotidiana.
SARA BAIOCCHI

SARA BAIOCCHI

1 year ago

Io non conoscevo molto bene la situazione afgana e cosa stessero passando le donne e, attraverso l'ascolto di questo podcast, ora ne so qualcosa in più. Mi ha colpito moltissimo il fatto che le donne afghane sono state obbligate a non poter portare più abiti colorati ma solo abiti neri, ma ciò che mi ha colpito più in assoluto, è sicuramente la storia di Sadika. Ad oggi la scuola è uno dei diritti più importanti per un bambino soprattutto per un bambino delle scuole elementari. Sapere che ora le bambine non possono più andare a scuola e non possono più avere una base d'istruzione è una cosa molto brutta che mi fa riflettere molto. Per noi ormai andare a scuola è diventata una cosa normale e spesso è diventata una scocciatura. Quando sento queste storie mi rendo conto della fortuna che ho e che l'andare a scuola è un "privilegio se non lo hanno tutti''.
LAURA SCHIAROLI

LAURA SCHIAROLI

1 year ago

Il podcast parla di un argomento veramente toccante che fa rabbrividire al solo pensiero. Ciò che mi ha colpito però è una frase che viene ad un certo punto riportata nel podcast come fonte diretta delle parole pronunciate da una donna afghana: “Il mondo intorno a noi è silenzioso”. La vera pericolosità di tale situazione è infatti l'omertà che la circonda. Per giorni e giorni, mesi e addirittura anni, i telegiornali erano tempestati di notizie riguardanti il covid, poi riguardanti la guerra in Ucraina (come giusto che sia); ma quasi mai si parla del terrore che le donne afghane stanno vivendo. Se c’è silenzio si genera anche disinformazione e le persone non sanno minimamente cosa accade nel mondo che ci circonda e soprattutto come poter aiutare. Per chi interessato particolarmente a ricevere aggiornamenti su tale questione consiglio di seguire su instagram una ragazza di nome Shabnam Nasimi, un’avvocata dei diritti umani e un’attivista che tiene il conto del numero dei giorni dai quali alle ragazze afghane è impedito frequentare la scuola e porta continui aggiornamenti a tale merito.
c

camilla vecchione

1 year ago

Le donne afgane gridano disperatamente aiuto, eppure il mondo attorno a loro è silenzioso. Se il mondo non fosse intriso di odio, razzismo e intolleranza sarebbe un posto migliore, ma in realtà ognuno di noi ragiona diversamente e purtroppo non tutti hanno valori di solidarietà reciproca, fratellanza e rispetto. Basti pensare ad esempio alla condizione delle donne e bambine in India, dove vengono vendute come schiave dalla loro stessa famiglia, abusate sessualmente e in alcuni casi estremi bruciate vive. In Afghanistan invece, si ricorda anche il caso di Sahar Gul, una ragazza di 15 anni data in sposa ad un soldato e incatenata dai genitori del marito in un seminterrato, lasciata senza cibo e torturata perché rifiutava di prostituirsi per loro. Dopo la presa del potere da parte dei Talebani, in Afghanistan le attiviste di Rawa (Associazione Rivoluzionaria delle donne dell’Afghanistan) si sono date da fare per sostenere la popolazione. L’associazione fu fondata nel 1977 a Kabul da Meena Keshwar Kamal, la quale voleva dare alle donne la possibilità di riscattarsi attraverso l’istruzione. Oggi, seppur in maniera clandestina, stanno proseguendo i progetti di questo piccolo gruppo di donne, le quali coltivano zafferano, insegnano in segreto e offrono un rifugio a vittime abusate.
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Author SB OnAir
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