Iacopo Sbrolli
2 years ago
Ho ascoltato con piacere i vostri Podcast, che reputo pregevoli, ma questo mi ha lasciato un po' più perplesso. Per due motivi: intanto, l'elevazione a mito di Final Fantasy VI, che può essere comprensibile negli Stati Uniti essendo stato il primo GDRG di tante persone, ma non in Italia, dove è stato giocato a posteriori e dove le sue problematiche dovrebbero essere evidenti. L'assenza di un personaggio principale è solo apparente: Terra, Celes e Locke hanno un peso sproporzionato rispetto agli altri. La metà del cast è superflua (Setzer, Relm, Strago e Shadow hanno il peso di personaggi secondari; Umaro, Mog, Gogo e Gau lasciamoli proprio stare). Il gioco è pieno di bug gravi (uno ti trasforma Celes in un moguri...), la costruzione del mondo è incoerente o poco ispirata (cosa ci fanno un Teatro dell'Opera e un Colosseo in mezzo alla campagna? Perché a Zozo tutti dicono l'esatto contrario della verità? Perché tutti i paesini sono uguali? Perché tutte le grotte sono uguali?) e gli avversari principali sono statici e unidimensionali (Kefka e Gestahl, pur efficaci, non sono realistici). Il copione, rispetto ai capitoli successivi, è assai corto (circa 130 pagine, contro le 500 di FFVII e IX e le 300 di FFX), e questo dà poco spessore ai personaggi. Per esempio, Shadow è citato circa 70 volte, e Marcus, che è personaggio secondario in FFIX, è citato oltre 200 volte. Ovvio, conta ciò che si dice e non solo quanto si parla, ma è parecchio difficile costruire buoni personaggi con 4 battute in croce, molte delle quali opzionali. Parlando proprio di FFIX, la vostra critica è difficile da seguire. Il sistema di combattimento sarebbe poco bilanciato, ma non è proprio vero. È lento, sicuramente, e la trance è gestita male, ma per il resto è estremamente solido, almeno finché non si ottiene l'abilità sempre rigene, che in effetti è un po' esagerata. Riesce a essere un sistema di battaglia molto bilanciato perché, nonostante la suddivisione in classi, i personaggi giocabili sono quattro e la varietà è quindi incrementata rispetto ai capitoli precedenti. Inoltre, la trama non perde assolutamente nulla dopo il CD1: gli eventi sono coinvolgenti (se il gioco piace, ovviamente) per tutto il gioco, con un lieve ammosciamento solo quando Lindblum viene usata come base per operazioni qui e là nel CD3, cosa che comunque dura poco. Dire che FFVI possa essere superiore a FFIX e FFX può essere comprensibile, ripeto, se detto da un videogiocatore americano affezionato al sesto capitolo, ma detto da italiani mi lascia perplesso. In FFVI manca proprio il volume: la colonna sonora è di buona fattura, ma le tracce sono poche; il numero di località originali è scarso; i fondali di buona qualità sono pochi; il copione è corto. FFX, per quanto lineare e tutto, offre una grande varietà di scenari molto belli; il cast, pur non eccezionale, non è meno coinvolgente di quello di FFVI (Celes si butta da una rupe dopo aver scoperto di essere sola; bella scena, ma Yuna fa un pellegrinaggio suicida, e la cosa è ben narrata); il sistema di gioco si può sfruttare per potenziare parecchio i personaggi, ma almeno non è pieno di buchi come quello di FFVI.