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Ferrovia del Gusto da Campobasso a Isernia (Molise)

Ferrovia del Gusto da Campobasso a Isernia (Molise)
Aug 26, 2023 · 23m 27s

Questo podcast racconta le 4 fermate della ferrovia che in 59 chilometri porta da Campobasso a Isernia. Quando, nel 1963, fu istituita la regione molisana autonoma per distaccamento dall’antico Abruzzo...

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Questo podcast racconta le 4 fermate della ferrovia che in 59 chilometri porta da Campobasso a Isernia.

Quando, nel 1963, fu istituita la regione molisana autonoma per distaccamento dall’antico Abruzzo e Molise, Campobasso fu inizialmente l’unica provincia, alla quale si aggiunse successivamente Isernia.
Pastorizia e allevamento sono le attività che hanno segnato a lungo la storia economica del Molise, caratterizzando ancora oggi le più diffuse tradizioni gastronomiche legate alla produzione casearia, ai magnifici salumi, alle carni ovine e suine ma anche alle paste di grano duro e all’olio extravergine di oliva: non a caso l’associazione nazionale Città dell’Olio è nata in questa regione incastonata tra l’Appennino e l’Adriatico.

Stazione di Campobasso - https://goo.gl/maps/HG1qpzMoaxGAioCK9

Per raggiungere Isernia, la linea ferroviaria è parte, per un primo tratto, della Benevento-Campobasso, fino a Bosco Redole e prima di raggiungerlo troviamo Vinchiaturo, in splendida posizione a 600 metri di altitudine, con il suo passo che fa da divisione tra l’Appennino centrale e quello meridionale.
Passa di qui la più antica strada rotabile costruita in Molise, la Consolare Sannitica.
Singolare, fra le tradizioni di Vinchiaturo, il gioco carnevalesco di la pezza de casce, ovvero della forma di cacio, un gioco a squadre che segue un antico rituale, lungo le strade della cittadina.

Stazione di Vinchiaturo - https://goo.gl/maps/sGXDswHzceu4RPmF9

Il carattere pastorale della regione molisana trova in Bojano uno dei centri più noti per la produzione lattiero-casearia.
A tal proposito, in via San Bartolomeo 31, a 500 metri dalla cattedrale e meno di un chilometro dalla stazione, tappa d’obbligo al caseificio Biferno, tra i più affidabili della regione, dove, oltre al fior di latte bojanese, ti raccomando le scamorze appassite, i caciocavalli di diverse stagionature, le trecce, il pecorino, il burro e le ricotte.
Altra sosta consigliata, che richiede circa quattro chilometri dalla stazione ma ne vale la pena, è al borgo di Civita Superiore, che raggiungiamo percorrendo l’omonima strada comunale.
Non rimpiangerete di essere salti e apprezzerete la bella conservazione del borgo medievale e la tranquillità nel contesto, alle quali si aggiunge il valore della cucina di Filippo e Antonella al Borgo Antico, dove si può mangiare preparazioni terragne quali, ad esempio, pappardelle al ragù bianco d’agnello.

Stazione di Bojano - https://goo.gl/maps/WhioZoMqLC5JaE82A

Il paesaggio che caratterizza questo percorso, anche nel tratto che conduce a Isernia, è quasi interamente montuoso e verdeggiante.La città, in particolare, è al centro di una valle compresa tra il Matese e i monti delle Mainarde.
Il toponimo deriva da aiser, che significa dio, e che per estensione, probabilmente significava città sacra.
A tavola, la cucina isernina offre un godibile repertorio pastorale e non solo, che parte da una ricetta semplice ma dal gusto imparagonabile quale l’agnello alla brace: una volta tagliato a pezzi, l’ovino era tradizionalmente cotto sulla piastra del focolare, sotto una coppa di ferro cosparsa di brace.

Stazione di Isernia - https://goo.gl/maps/jPXyeWSqFAmwyiAt6
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Author Giuseppe Cocco
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