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Dietro le tende del mercato a Kabul. Prospettive di miseria

Dietro le tende del mercato a Kabul. Prospettive di miseria
Sep 24, 2021 · 11m 12s

Ascoltiamo una nuova corrispondenza da Kabul a una settimana di distanza. La chiacchierata si attarda su aspetti della vita quotidiana che in una settimana è ancora più precaria di quello...

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Ascoltiamo una nuova corrispondenza da Kabul a una settimana di distanza. La chiacchierata si attarda su aspetti della vita quotidiana che in una settimana è ancora più precaria di quello che avevamo potuto cogliere lo scorso giovedì, e più drammatica perché ora è soprattutto l'impossibilità di avere disponibilità del denaro per comprare cibo. Inoltre la pervasiva presenza dei Talebani in ogni luogo incute timore, anche fondato vista la brutalità; un altro aspetto che colpisce è la compravendita (o forse sarebbe meglio dire svendita) di oggetti e merci dei tanti che si preparano a lasciare il paese, le loro abitazioni, tutto... e quindi cercano di disfarsi dei loro oggetti.
Non solo al mercato la presenza femminile è ridottissima e i modi in cui vengono trattate sono improntati alla violenza e brutalità, ma soprattutto perché l'ordine è di impedire ogni contatto di chiunque non sia un famigliare con le donne, pena conseguenze su chi viene pescato anche solo a interloquire con loro: «Hanno paura a parlare con le donne». Ma ora i Talebani non riescono a imporre le loro credenze a una società ormai secolarizzata: le persone a qualsiasi genere appartengano non si lasciano più imporre regole inaccettabili, non si lasciano togliere la libertà. Questa è la forza che proviene dal fatto di aver potuto frequentare le scuole... la mentalità è cambiata per questo motivo, perciò i Talebani non riusciranno più a cambiare la società a loro immagine, se non ritrovandosi una nazione svuotata.
Infatti il nostro interlocutore ci parla dei visti, il cui prezzo è lievitato: per andare in Pakistan vengono richiesti 2000 dollari; un modo di taglieggiare chi è disperato e teme per la propria vita e di essere oggetto di vendette, per essere stato magari collaboratore degli occidentali fuggiti lasciandolo indietro.
Un'altra istantanea che colpisce è quella che fotografa il mondo del lavoro: i lavoratori già normalmente vengono assunti con prassi da caporalato: ora trascorrono l'intera giornata in attesa di un ingaggio, ma tutto è fermo e nessuno si avvale di manovalanza, aggiungendo miseria alla situazione ormai al collasso, con file davanti alle banche per ritirare almeno i 400 dollari alla settimana ammessi al prelievo.
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Author OGzero - Orizzonti geopolitici
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