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Dall'11 al 16 Settembre del «Viaggio in Basilicata» nel 1847 con Edward Lear

Dall'11 al 16 Settembre del «Viaggio in Basilicata» nel 1847 con Edward Lear
Aug 27, 2023 · 27m 9s

Con questo podcast ti racconto i primi sei giorni dall’11 al 16 settembre del viaggio in Basilicata, realizzato in compagnia del viaggiAutore inglese Edward Lear e del suo libro-guida «Viaggio...

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Con questo podcast ti racconto i primi sei giorni dall’11 al 16 settembre del viaggio in Basilicata, realizzato in compagnia del viaggiAutore inglese Edward Lear e del suo libro-guida «Viaggio in Basilicata», diario nel quale egli racconta il suo viaggio lungo la regione realizzato nel 1847.

Anche se alcuni paesi di questo estremo lembo meridionale del bel Regno di Napoli erano finora rimasti inesplorati dagli inglesi, ed altri, finora privi di illustrazioni grafiche, vengono fatti conoscere ora per la prima volta al pubblico, lo scopo precipuo di fare di questo diario un “manuale del paesaggista”, varrà a gratificare il suo autore per aver a volte descritto paesaggi già trattati dagli altri autori. Il mezzo con cui io e il mio compagno di viaggio Lord John Proby, compimmo l’intero itinerario, di cui si parla in questo diario, fu il più semplice ed il più economico, tranne alcune carrozzabili lucane, percorse in carrozza, il resto fu fatto a piedi.

L’11 settembre, poiché Lord John Proby, mio compagno di viaggio, ha ancora quasi un mese a disposizione prima di dover far ritorno al nord, decidiamo di visitare alcune zone della Basilicata. Per diverse città di quella provincia possiedo, infatti, delle buone lettere di presentazione da parte di uno dei più grandi proprietari terrieri di quelle zone; inoltre, quella parte di Regno di Napoli, in particolare il paese di Orazio ed alcuni castelli normanni della Puglia, è una zona di ricco interesse. In treno, perciò, raggiungiamo Nocera da dove, al prezzo di due ducati, prendiamo una “caratella” che ci porti ad Avellino, capoluogo del Principato Citeriore.

12 settembre, giornata nuvolosa, ma non ci stanca mai di ammirare il bel contorno di Avellino e di Monte Vergine entro la cornice delle viti sospese.

13 settembre, settembre è forse un mese poco indicato per queste escursioni in alta montagna; tuttavia osiamo tentare la scalata di Monte Vergine, anche se la sua parte superiore è coperta da una fosca cortina di nubi.

14 settembre, abbiamo passato la restante parte di ieri, e tutta la giornata odierna, a disegnare tra i dintorni di Avellino, tra viali tranquilli e boschi ombreggianti.

15 settembre, dopo esserci fatto il sangue amaro con le bugie ed i sotterfugi dei vetturini - nelle zone di Napoli non c’è cosa più odiosa che aver a che fare con questa genìa - alle 10 di mattina, finalmente, si riesce a partire. La strada attraversa territori ridenti: sono sempre in vista giardini, capanne, villaggi e numerose città. In una taverna sotto Grottaminarda abbiamo licenziato il nostro vetturino, e abbiamo fatto un pranzo a base di onnipresenti frittate e nutrienti maccheroni italiani.E così siamo partiti, risolvendo di affidare i nostri destini alle cure di Don Gennaro Fiammarossa che è tutto denaro e tutto cuore, che è padrone di Frigento, in particolare, e di tutto, in generale.

16 settembre, lasciato il giaciglio di fieno prima dell’alba, ci siamo preparati a ripartire. Dopo aver percorso un miglio o due, abbiamo lasciato la strada carrozzabile. Man mano che ci avvicinavamo ad una piccola valle profonda, forti odori sulfurei ci hanno avvisato della vicinanza delle Mofette. Il bacino in cui giace questa strana e brutta palude vaporosa è orlato, su un lato, da un bosco di querce, alle cui spalle fa da ottimo sfondo la montagna di Chiusano. Dopo aver disegnato le famose Mofette, ci siamo consultati sull’itinerario futuro.A quindici miglia c’è la città di Bisaccia, mentre a sole sei miglia c’è Sant’angelo de’ Lombardi, e così abbiamo deciso di dirigerci qui, con la speranza di trovare, poi, un mezzo di trasporto fino a Melfi. Abbiamo continuato il cammino su un territorio brullo, su per sentieri squallidi e lungo ondulati declivi d’argilla e valli coltivate. Dopo una lunga discesa e risalita, abbiamo raggiunto Sant’angelo de’ Lombardi proprio quando è cominciato a piovere a dirotto.
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Author Giuseppe Cocco
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