Secondo l’andamento delle dichiarazioni di voto sulla relazione di Draghi al Senato, e seguendo ora il succedersi dei voti, dati o mancanti, all’appello sul corridoio sotto lo scranno della presidente Casellati, la partita del governo Draghi è all’ultimo giro, che non dovrebbe riservare sorprese. Perdita dell’intera posta per il Paese. Anche nei disastri può sorgere qualcosa di buono. In questo caso quella rottura continua di palle, che è Giuseppe Conte, sta per finire. Essendo stato l’artefice della crisi, avendo ormai il suo partito perso la metà circa dei suoi parlamentari, con un altro gruppo che sta facendo i bagagli, l’Avvocato dello Stivale si avvia all’inesorabile tramonto, che verrà certificato dall’esito delle urne, a ottobre o alla prossima primavera. Può darsi che l’improvvido Appulano, fuori dalle luci della ribalta, rinsavirà e, ringraziando tutti per il colpo di culo avuto quando l’amico e collega Bonafede lo fece chiamare alla presidenza del Consiglio, riprenderà la sua professione di leguleio a servizio dei vip. Come pure è possibile – gli insuccessi a volte deprimono – che il suo tramonto sarà senza lode, passando per bettole di pranzi lardosi e vini della casa. In questo caso non è sicuro che la compagna ereditiera, chic com’è, voglia accompagnarlo, né alla trattoria né nella restante vita. Male che vada a lui, non ce ne fotte niente, perché molto ci è stato antipatico, borioso, presupponente, con quel ditino alzato a sottolineare che lui ragiona “con scienza e coscienza”. Mentre noi stufi auspicavamo che se le mettesse in culo. Il fenomeno M5s è durato un decennio. Appassionò l’elettorato che, il 4 marzo 2018, gli diede il primato di rappresentanti alle due Camere. In quattro anni, che dovevano segnare il sovvertimento delle vecchie istituzioni con la creazione di nuove e migliori, avendo assaggiato con i deretani la morbidità delle poltrone, con la bocca le buone pietanze delle trattorie vicino al Parlamento e con le mani il tocco setoso delle banconote nuove allungategli abbondantemente da Pantalone, in quattro anni si ritrova abbandonato da tutti, tranne che: 1. da quell’insipido di Letta, che aveva fatto un progettino con lui di area larga, che solo aria fritta ha dimostrato di essere. 2. da un numero sempre più ristretto di custodi irriducibili del grillismo d’antan, la cui parola d’ordine continua a essere “vaffa…” verso tutti coloro, ormai un mare, che non la pensano come loro. Staremo meglio senza Conte e i grillini. La Patria meritava di più. Sopportò – è vero – per vent’anni il partito fascista degli stronzi, ma erano veri stronzi con rispetto parlando. Questi grillini sono semplice cacarella.

avete caricato quello di venerdì 15 ...

È stata caricata la puntata sbagliata