Le donne della preistoria, Agrippina, Artemisia e Proserpina si affacciano al balcone con noi, e si chiedono: quante volte pensi all’Impero Romano?
La recente mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi a Genova ha suscitato gran scalpore, a causa di un allestimento disturbante che insiste particolarmente sulla violenza sessuale subita dalla pittrice. Quello che è emerso, però, non è una novità: il patriarcato si insinua anche all’interno delle istituzioni culturali, generando narrazioni stereotipate, dove alle donne sono frequentemente concessi soltanto ruoli marginali, di sobbillatrici assetate di potere, o di cui ci si stupisce se sono “brave come gli uomini”! Troppo spesso la loro vicenda personale è trattata con la morbosa attenzione al pettegolezzo, tanto che non si capisce se si sta visitando una mostra o sfogliando un frivolo giornaletto di gossip.
Eppure c’è un modo per disinnescare queste interpretazioni: affidandosi a chi si occupa quotidianamente di battaglie sociali o avvicinandosi ai recenti studi di genere legati ai beni culturali. Questi sono gli strumenti che propongono le Comari nel loro pratico manuale di teoria e tecniche di modestia e consapevolezza per curatori e curatrici (e non solo), per immaginare progetti culturali che concretamente intervengono per forzare il cambiamento del paradigma, evitando di ridursi a banali casi di washing (bookshop incluso).
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@lecomaridellarteCrediti:
Scrittura e Produzione: Barbara Caltabiano, Tea Fonzi, Yasmin Riyahi, Noemi Tarantini.
Musica: Salterello marchigiano, suonato da "Lu Trainanà"
Grafica: Cinzia Campagnoni