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#96 L'influenza delle Antologie del cante sullo sviluppo del flamenco - Flamenco Chiavi in Mano

#96 L'influenza delle Antologie del cante sullo sviluppo del flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Jul 24, 2023 · 24m 42s

Negli anni 50 e ancora fino agli anni 80 sono state pubblicate parecchie antologie dedicate al cante flamenco. In particolare è interessante quella edita da Hispavox nel 1954, diretto dal...

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Negli anni 50 e ancora fino agli anni 80 sono state pubblicate parecchie antologie dedicate al cante flamenco. In particolare è interessante quella edita da Hispavox nel 1954, diretto dal chitarrista Jerezano Perico el del Lunar, una personalità importante nel flamenco, un chitarrista che accompagnò tantissime figure fondamentali del cante. Questa antologia fu la prima.
Molte di queste pubblicazioni consistevano anche in vari dischi, e spesso venivano accompagnate da libretti, scritti da studiosi che cominciavano ad occuparsi del flamenco da un punto di vista teorico.

Questa prima antologia ebbe successo, e la Hispavox fece uscire una seconda antologia, questa volta totalmente cantata da Manolo Caracol, ed accompagnata da un libro esplicativo del cante, scritto dal titolare della cattedra di folklore del Conservatorio di Madrid, Manuel Garcia Matos. E' stato il primo caso nella storia!

Altre case discografiche fecero la stessa cosa.

In che senso le antologie hanno interferito nella storia del flamenco? Tutti gli studiosi del flamenco hanno poi fatto riferimento alle antologie, che sono diventate una base per creare una classificazione del flamenco, una "tassonomia", come si direbbe nelle scienze naturali. FIno ad allora non si pensava di classificare il falmenco!
Una casa discografica non ha scopi benefici e culturali, ma è una società commerciale,che come tale deve funzionare. Hispavox scelse Manolo Caracol perché era un bravissimo cantaor, come tanti altri dell'epoca, ma era senza dubbio famoso e aveva olto seguito, quindi la sua opera poteva vendere.

Conservatori, scuole di flamenco, cantaores che studiano per perfezionarsi nel cante, tutti studiano su queste antologie e i brani che esse contengono sono diventati dei canoni.

Una antologia sembra qualcosa di neutro, non qualcosa che parte da un giudizio di qualcun altro. Siamo portati a pensare che queste antologie contengano tutta la storia del flamenco e che ci possiamo appoggiare su di essere per capire l'intero corpus del flamenco. Ma ci dobbiamo ricordare che diventa storia solo ciò che è contenuto al loro interno, e ciò che lo è corrisponde ad esigenze commerciali dell'epoca e gusti dei direttori che hanno scelto proprio quei brani.

Altri palos che non sono stati inseriti nelle antologie a volte si sono evoluti in altro modo, schiacciandosi magari sul modello di qualche cante più noto. La tradizione orale fa in modo che chi canta o suona ripeta ciò che ha sentito, facendosi sempre influenzare dal proprio gusto e dalle proprie esperienze di ascolto. L'identità di qualche palo sicuramente è stata perduta, e altri palos si sono forgiati sui brani registrati sulle antologie.

Il repertorio in musica è il campo di studio con cui confrontarsi. Le opere hanno una indubbia qualità artistica e vengono scelte per questo. Divengono quindi la somma di ciò che "occorre conoscere ed apprezzare". E i brani diventano canoni.
Un canone è una norma, una regola, un punto di riferimento preciso, in musica: un esempio di perfezione al quale chiunque deve fare riferimento per valutare brani prodotti successivamente, l'operato di un musicista, la validità di uno stile, di un modo di cantare o suonare.

Il punto di riferimento è precisissimo, e si sceglie nel suo valore intrinseco. "Un pezzo imprescindibile" che rappresenta appunto l'autorità. A questo punto stabilire se un artisti, un brano, uno stile, sono "ok", dipende dal loro confronto con il canone.

Nella storia della musica se un brano diventa un canone non viene poi sostituito, e rimane immutabile. Le Antologie hanno creato punti di riferimento così stabili che forzano lo studioso, musicologo o musicista, a mettere in ordine le priorità della loro conoscenza basandosi non sulla esperienza personale, i gusti della zona e quelli personali, ma a seconda di quanto inserito nell'antologia stessa, in modo astratto. La tradizione orale è contraria a questo concetto! Le antologie rendono i brani-canone immutabili, come se fossero scritti. DIventano un filtro pre-confezionato, che fra l'altro è lo stesso per tutti gli studiosi del flamenco a livello globale!

La storia ha fatto questo, quidni non voglio stabilire se sia giusto o sbagliato, ma solo verificare che questo fenomeno ha deviato il corso della storia.

Fra l'altro la tecnologia digitale ha permesso oggi di ripulire le registrazioni molto antiche, fatte con i primi cilindri di cera o i dischi di pizarra, di ardesia.
E questo ci permette di ascoltare le linee di evoluzione dei vari palos in questi unltimi 100 anni!


Un'altra cosa molto interessante è chi, come Jeromo Segura, fa ricerche su cantes antichi mai registrati prima, che proprio per non essere mai stati incisi potevano perdersi. Le antologie prodotte da Jeromo su questo schema sono due: "La voz de la mina. Antologia de cantes mineros de La Union" (2014) dedicato ai canti della zona mineraria di La Union, nella regione di Murcia. Del 2016 è l'Antologia "Romances del Alosno", dedicata ai cantes tradizionali della regione di Huelva.

Non mi vengono in mente altri tipi di antologie, ma non ritengo di conoscere tutto lo scibile universale del flamenco.

Se le tue competenze sono ancora abbastanza poche, una antologia ti può aiutare a selezionare una modalità di aesploraizone del flamenco. Le antologie solitamente contengono ottimo materiale. Attenzione però a quelle che sono soltanto operazioni commerciali, come le collezioni di Flamenco chillout!

Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e musiche e danze del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance. Anch'io utilizzo le antologie degli anni fra il 5 e l'80 per insegnare, per mostrare agli allievi l'identità di un genere musicale, perché vi si trovano spunti di riflessione ed esempi chiari, senza disperdersi in tanti ascolti di tanti cantaores che magari ne hanno fatto interpretazioni molto personali.

Il nostro cervello ha sempre bisogno di classificare e creare canoni di qppurendimento. Ma fermarsi lì non va bene: occorre ascoltare il più possibile. On line si trova di tutto, soprattutto su youtube, e anche chi come noi vive lontano dall'Andalusia, può creare un gusto personale. Possiamo sostituire con la tecnologia l'esperienza personale che nella storia del flamenco era ascoltare nel quotidiano l'essenza del flamenco. Il flamenco si evolve e oggi usa le tecnologie, e ci consente di avere accesso a ciò che se non fosse stato registrato si sarebbe perso.

Le Antologie non comprendono tutto, ad esempio Policana o Tango-Guajira non vi si trovano... E allora conviene ascoltare tanti concerti, magari filmati dal vivo e pubblicati su youtube!
Non si può pensare che l'unica interpretazoine possibile di uno stile sia quella che è stata registrata... il flamenco è basato sull'interpretazione di chi lo produce e in definitiva anche sul cuore di chi lo riceve!
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Author Sabina Todaro
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