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#73 Compás flamenco e ritmica araba a confronto - Flamenco Chiavi in Mano

#73 Compás flamenco e ritmica araba a confronto - Flamenco Chiavi in Mano
Dec 16, 2022 · 22m 34s

Per identificare i ritmi nella musica araba si utilizzano due suoni onomatopeici, Dum e Tak, che imitano il suono prodotto rispettivamente sul centro e sulla cornice del tamburo. La musica...

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Per identificare i ritmi nella musica araba si utilizzano due suoni onomatopeici, Dum e Tak, che imitano il suono prodotto rispettivamente sul centro e sulla cornice del tamburo.
La musica araba è di tradizione orale, e il ritmo viene imparato memorizzando una sorta di "filastrocca" fatta di Dum e di Tak. Questi due accenti sono due accenti importanti ma con suoni di qualità diverse. Cantare Dum e Tak in sequenza ci permette di memorizzare senza contare!

La ritmica araba è un sistema elastico, che si riferisce in modo non rigido ad una base sulla quale è importante mettere in gioco la propria creatività nel fare variazioni.

E' interessante considerare cosa fanno gli strumenti melodici nella musica araba quando devono sottolineare il ritmo: durante l'improvvisazione di uno strumento, in particolare nella musica colta araba, il taqsim, si utilizza un ritmo particolare, che si chiama Ciftetelli, e viene prodotto dagli strumenti melodici utilizzando due note, che simulano gli accenti di Dum e di Tak, quella più grave copia il Dum e quella più acuta il Tak. Dum-tatak-tatak-dum-dum-tak

Questo fenomeno mi fa pensate tantissimo al flamenco: la chitarra ha un forte ruolo ritmico, pur non essendo uno strumento ritmico, e utilizza due accordi di base proprio per indicare la frase ritmica!

Non mi viene in mente nessun altro genere musicale che faccia qualcosa di analogo.

Il ritmo è sempre come uno stampo, nel quale è possibile fare innumerevoli variazioni. Intrinsecamente alla natura del flamenco e della musica araba c'è sempre una risposta immediata ed emozionale alla musica e al ritmo. Se ripeto una sequenza di suoni imparata a memoria, non sto facendo un buon servizio!

In arabo la parola che indica la frase ritmica è wazn, misura (infatti mizan è la bilancia!). Si può suddividere in diverse unità semplici e brevi omogenee o eterogenee, come avviene con i piedi nella metrica della poesia greca e latina. D'altra parte, la ritmica araba nasce dalla ritmica poetica araba, quindi non è del tutto azzardato quello che sto dicendo.

Il termina wazn viene utilizzato anche dalla metrica poetica e indica anche lo schema di base che definisce l e lettere fondamentai su cui si basano le parole. Come in tutte le lingue semitiche, in arabo ogni parola si basa su radici trilittere, che ne esprimo l'ambito concettuale di base. Accanto a queste lettere di base se e possono aggiungere altre che ne indicano un aspetto specifico, la sua ripetizione, il luogo in cui questa azione si fa ecc.

La coesistenza di unità ritmiche semplici eterogenee nel wazn mi ricorda molto i ritmi di amalgama del flamenco, che sono composti di due metà diverse fra loro in un'unica frase ritmica! In altri generi musicali se c'è una struttura ritmica semplice, viene ripetuta uguale a se stessa!

In arabo si utilizza la parola iqa' che si può tradurre con ritmo, cadenza, abbattere. Esistono nel mondo arabo tantissimi ritmi, dei quali i più lunghi e complessi, che appartenevano alla musica colta, sono oggi in disuso perché richiederebbero una educazione musicale molto profonda. Ma ancora oggi nelle composizioni di musica colta araba possono coesistere in un unico brano ritmi diversi, diversi iqa'at, un po' come succede nel flamenco, che spesso prevede un cambio di ritmo, il cambio de sentido.

Oggi questi ritmi complessi e che si alternano in una unica composizione sopravvivono nel genere muashshahat (che significa circondato, ma anche ricamato), che appartiene al concerto arabo andaluso, ciò che in medioriente si chiama Wasla e in nord Africa Nouba. La musica araba andalusa è quella che è stata portata via dall'Andalusia quando furono cacciati i mori, e venne portata alle corti di alcune città arabe. E' un fenomeno complesso e ne parleremo meglio in un altro podcast!

Nel flamenco quando si vuole salire di velocità si può dire "mas arriba", più in alto, o anche "mas liviano", più leggero. Dato che il wazn è misura e il mizan è la bilancia, anche nella musica araba ciò che è lento viene definito thaqil, pesante!

Un altro concetto interessante è quello di dulab, che significa ruota, nella musica arabo andalusa. Il dulab è una unità melodico ritmica, che viene utilizzata nel concerto arabo andaluso come introduzione e ritornello che ricorda ai presenti, musicisti e pubblico, quali sono le caratteristiche su cui si svolge l'intero concerto. Lo strumentista fa la sua improvvisazione dopo un dulab, e dopo questa ci sarà di nuovo il dulab.
Nello stesso modo anche nel compás flamenco, il chitarrista ricorda continuamente a tutti i presenti quali sono le note di base e il ritmo del brano di riferimento. Anche in questo caso, il compás, si parla di un cerchio, un compasso, che torna su se stesso come il dulab!

Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche arabe dal 1985, insegno dal 1990 baile flamenco ed un lavoro di mia creazione, sulla espressione delle emozioni mediante le danze del mondo arabo, Lyrical Arab Dance.
Mi affascina sempre ricercare le caratteristiche in comune e la linea di continuità fra musica araba e flamenco!

Il fatto che la musica occidentale sia basata su criteri molto razionali e prevedibili forgia il nostro orecchio sull'esigenza di ritrovare regole e punti di riferimento molto stabili e prevedibili.
La musica araba ed il flamenco hanno invece una qualità molto più irrazionale e più dedicata alla espressione delle emozioni, e si basano su modalità melodiche e modalità ritmiche e non su scale musicali inequivocabili e ritmi squadrati. Quando abbi amo una scala musicale le note sono precise, invariabili, ma nel flamenco non lo sono... tant'è che i musicisti producono tantissimi melismi, variazioni, vibrazioni, e lo stesso accade nella musica araba! Anche la ritmica funziona così. Esistono ritmi di riferimento, ma sono strutture elastiche nelle quali l'improvvisabilità resta importante. Per imparare a dare palmas sul compás o imparare a suonare i cimbali ad esempio sulla musica araba, non è corretto imparare delle sequenze di suoni e incollarli sul compás. Musicalmente non sarà scorretto, ma ciò che è sbagliato sarà l'atteggiamento.

Devo sempre mettermi dal punto di vista espressivo. Flamenco e musica araba parlano tanto della gioia di vivere, emozione che esiste anche se c'è la tristezza! Mi immergo nell'atmosfera emozionale, creo il mio messaggio personale e faccio dono di ciò che sento a chi è intorno a me. Ogni volta che ripeto una sequenza meccanicamente esco in qualche modo dalla logica del flamenco e della musica araba.

Se ascolto parecchi brani popolari arabi, che sono in 4/4 e coincidono ritmicamente con il compás di tango flamenco, mi rendo conto che l'atteggiamento dei musicisti e di eventuali danzatori rispetto alla ritmica è lo stesso che troviamo nel flamenco: liberà espressiva e partecipazione emozionale.

Se ascoltiamo musica araba colta, è interessante fare attenzione ai suoni dei tamburelli, i cui ricami ritmici, fatti con i cimbaletti, ci fanno capire il valore degli spazi fra un accento e l'altro. Questi tamburelli fanno parte della musica colta perché poco sonori, che andavano suonati in stanze chiuse.
Questo ci aiuta a capire il valore del silenzio nella ritmica flamenca: il ruolo del cajon nel compás è di riempire, sostenere con un tappeto sonoro gli accenti importanti della musica.

E' sempre importante che la nostra attenzione venga portata verso un ambiente sonoro e non soltanto verso gli accenti forti o gli accenti principali. La visione tipica dell'emisfero sinistro è quella di ascoltare solo gli accenti forti! Per capire la ritmica, devo però usare anche l'emisfero destro. Quello sinistro deve essere presente ma non ingabbiarci, non ostacolarci! Il ritmo è comunicazione, godimento, gioia di vivere, e se non ci facciamo ingabbiare dal controllo, tutto funzionerà meglio, sia nel flamenco che nella musica araba!
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Author Sabina Todaro
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