L’impressione di una società in timore è dunque continuo in Sicilia.
Il timore di essere umiliato fa sì che l'individuo sia continuamente in sospetto.
Di una natura che non si rassegna una condizione che si intuisce sottoposta a mille inibizioni, prepotenze, cattiverie, vendette, reagisce con un senso prepotente di sé, con un'affermazione della propria personalità, col lavoro accanito, l’ingegnosità, l'abilità, l'intrigo, e in mancanza d'altro con il suo brusco riserbo.
Una certa cortesia che se è così contrastante con la formalissima cortesia di cui sono capaci i Siciliani, è il segno di questa personalità, l'indizio di questa fuga dalla condizione di sottomissione, di umiliazione, di pericolo, che si intuiscono subito e che vi danno alla prima l'impressione di trovarvi in un ambiente facile ai risentimenti e una rivalità inconsulta e quasi femminile.
Tenendo presente ciò, ci si può appassionare alla lotta quotidiana che si svolge vivace, infaticabile, piena di accorgimenti e di meandri.
Ma qual è il fondo di questo timore?
Entrando in certi villaggi e paesi, forestiero, si ha chiara l'impressione di arrivare inopportuni.
Ed essere seguiti, tenuti d'occhio, se non proprio di essere in pericolo.
Si entra così nell'atmosfera di timore che è di tutti gli altri, solo che voi siete identificato a quel non so che di denotante in voi il forestiero.
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