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#41 La musica flamenca e la parte destra del cervello - Flamenco Chiavi in Mano

#41 La musica flamenca e la parte destra del cervello - Flamenco Chiavi in Mano
Jul 18, 2022 · 15m 35s

La parte destra del cervello, l'emisfero destro, si occupa della parte creativa del pensiero, percepisce la realtà da un punto di vista artistico ed emozionale. La parte destra del cervello...

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La parte destra del cervello, l'emisfero destro, si occupa della parte creativa del pensiero, percepisce la realtà da un punto di vista artistico ed emozionale.
La parte destra del cervello percepisce sinteticamente l'equilibrio fra le parti di un quadro, mentre la parte sinistra, più analitica, percepisce i colori, le forme.

Il flamenco, essendo basato sull'improvvisazione è prodotto totalmente dalla parte destra del cervello: non può analizzare, scegliere, progettare. Nel momento del presente, nel quale il flamenco trova la sua quintessenza, la parte sinistra del cervello non può essere molto attiva.

Di fronte agli imprevisti dell'improvvisazione, che è sempre presente anche quando c'è una coreografia o una musica totalmente composta, nessuno ha uno spartito davanti che indichi velocità e precisione delle note. La risposta al sempre possibile imprevisto, nel flamenco viene sempre data assolutamente dalla parte destra del cervello.

Le difficoltà tecniche nel flamenco sono enormi, ma tutto è non controllabile, fuori dal controllo, altrimenti facciamo il "ragioniere del flamenco", quello che ha tutto sotto controllo, e che però alla prima occasione non sarà in grado di rispondere nel modo migliore. Lavorando con l'emisfero sinistro farei quadrare i conti, ma non sarei in grado di osservare e cogliere l'emozionalità dell'altro, e neppure del pubblico, uccidendo il flamenco. Se non c'è l'attenzione nei confronti dell'altro, della sua possibilità di esprimersi e di esistere, il flamenco non funziona!

Quando non si ha ancora tanta esperienza nel flamenco si tende a studiare tantissimo, ripetere fino alla nausea, ma una volta di fronte al pubblico si fanno errori imprevedibili, mai fatti prima in tutte le sessioni di studio. Come mai? Perché l'emozionalità dello spettacolo ci porta lontano dal controllo, nella direzione dell'ascolto e della presenza. E' normale e devo accettare che farò molti errori!


Se dopo una esibizione mi rendo conto che non ho fatto errori e che non ho avuto esitazioni, credo proprio di poter affermare che il flamenco non sia stato presente.

Quando faccio le prove e ripeto gli esercizi, sono totalmente nell'emisfero sinistro. Ma quando sono davanti al pubblico si accendono 'emisfero destro e strutture profonde del cervello, e il cuore si attiva.
Non mi posso arrabbiare perché sbaglio qualcosa che non avevo mai sbagliato prima.

Se voglio attivare il mio emisfero destro, è un po' come se per cucinare andassi in salotto ad accendere la luce e lo stereo. Ascolterò la musica e magari cucinerò peggio... ma mi godrò la musica!

Quando attivo l'improvvisabilità, se non ho uno spartito di appoggio, come nel flamenco, non potrò mai ripetere la stessa cosa che avevo fatto il giorno prima! Il musicista può decidere di essere più ritmico, più melodico, cambiare la velocità, cambiare addirittura le note, gli accordi della sua musica. Tutto cambia! Anche ciò che succede intorno agli artisti determina mutamenti imprevedibili nel flamenco e un artista deve essere sensibile.

Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e musiche e danze del mondo arabo dal 1985, e insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance, un lavoro bellissimo sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo dal 1990 a Milano.

Studio con passione le neuroscienze, e mi interessa molto il rapporto musica-corpo- cervello- cuore.

Quando insegno non posso usare la musica dal vivo sempre perché è molto difficile avere i musicisti a lezione, quindi devo per forza usare musica registrata. Per ballare flamenco ci vorrebbe musica fatta dal vivo e costruita apposta per la danza. Quando insegno uso brani selezionati per aver mantenuto l'essenza dell'improvvisabilità. Quelle che sono registrate dal vivo aiutano di più!

Se i miei allievi devono ripassare un passo per impararlo bene, non uso mai una musica flamenca registrata, perché se lo facessi, dovrei considerarne solo l'aspetto ritmico, come se fosse una specie di metronomo, trascurando completamente l'aspetto espressivo, e non darei importanza al fatto che il cantaor inizi a cantare o finisca di farlo: mi indurrebbe a pensare che la musica sia un sottofondo, come quando si va a fare la spesa la centro commerciale. Nel flamenco la musica di sottofondo non esiste. Deve essere ascoltata con tutto il cuore.

L'unica cosa che posso fare , quindi è il beat-box, canticchiando sillabe musicali che creano un sotto-strato ritmico, per fare l'esercizio sulla struttura ritmica della musica. Questo serve quando non c'è un percussionista, e se il percussionista c'è, fare il beat-box mi aiuta ad essere più immersa nel ritmo.

Gli allievi così capiscono che la struttura ritmica del flamenco sono come i pilastri che reggono un edificio, ma che la danza è l'edificio, che si appoggia sui pilastri. Non si deve interrompere fra un ritmo e l'altro, ma abitare nel silenzio fra un pilastro e l'altro. Tutto ciò che faccio in questo silenzio fra un suono e l'altro e fra un gesto e l'altro è ciò che mi permette di esprimermi. E qui si apre di nuovo la porta della musica come terapia.
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Author Sabina Todaro
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