Ultimi 288 chilometri di viaggio da Bihać a Trieste, con una
sosta a Fiume per visitare il punto di ristoro della Caritas, unico nel suo genere in Croazia e frutto di difficili compromessi. Anche in questa puntata, diversi contributi evidenziano i
violenti respingimenti da parte della polizia croata, che sembrano essere diminuiti con l’ingresso del paese nell’area Schengen.
L’arrivo a Trieste, uno degli snodi principali delle rotte balcaniche, sorprende per
il degrado nel quale sono lasciate intenzionalmente le persone che avrebbero diritto all’accoglienza.
La mancanza dei trasferimenti in altre città e l’insufficiente numero di strutture, costringono le persone ad accamparsi nel Silos, enorme edificio fatiscente a lato della stazione ferroviaria. Centinaia di migranti, oramai portatori di diritti unicamente sulla carta, sono costretti a vivere tra ratti, insetti, sporcizia, senza servizi igienici, senza acqua, senza elettricità e
sotto continua minaccia di sgombero.
La città rivela tuttavia
una solida rete di attivisti, operatori sociali e volontari che si impegnano per restituire un po’ di dignità alle persone che arrivano in città stremate dal viaggio, traumatizzate e spesso ferite dal tortuoso percorso intrapreso per valicare i muri della Fortezza Europa.
In questa puntata:
Damir Selimovic,
Caritas Rijeka.
Giulio,
attivista e operatore sociale.
Chiara Lauvergnac,
freelance troublemaker.
Muhon dal
Nepal.
Veronica Saba,
Casa internazionale delle donne Trieste.
Scritto da
Giacomo Corticelli.
Musiche di
Giulio Deboni Do Vago.
Produzione, mixaggio e fotografie:
donpears.
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