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1. Salita al Monte Carmelo - Argomento 1

1. Salita al Monte Carmelo - Argomento 1
Apr 6, 2022 · 3m 56s

SALITA AL MONTE CARMELO Tratta del modo in cui un’anima potrà disporsi per giungere in breve all’unione divina. Dà avvisi e una dottrina, tanto ai principianti quanto ai proficienti1, molto...

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SALITA AL MONTE CARMELO
Tratta del modo in cui un’anima potrà disporsi per giungere in breve all’unione divina. Dà avvisi e una dottrina, tanto ai principianti quanto ai proficienti1, molto utile affinché sappiano sciogliersi da tutto ciò che è temporale e non impigliarsi in ciò che è spirituale, restando nella somma nudità e libertà di spirito, quale si richiede per la divina unione, composta dal padre fra Giovanni della Croce, Carmelitano Scalzo.

ARGOMENTO
ARGOMENTO Tutta la dottrina che intendo trattare in questa Salita del Monte Carmelo è inclusa nelle seguenti canzoni e in esse è contenuto il modo di salire fino alla cima del Monte, cioè l’alto stato di perfezione che qui chiamiamo unione dell’anima con Dio. E poiché intendo procedere fondando su di esse ciò che dirò, ho voluto porle qui insieme, affinché insieme si intenda e veda tutta la sostanza di ciò che devo scrivere; tuttavia nel corso della spiegazione converrà porre a sé ciascuna canzone ed egualmente i versi di ciascuna di essa, secondo che lo richiederà la materia e la spiegazione. Dice dunque così:

CANZONI
nelle quali l’anima canta la felice ventura che le toccò, di passare, attraverso la notte oscura della fede, nella sua nudità e purgazione, all’unione con l’Amato.

In una notte oscura
d’amorose ansie infiammata
o felice ventura!
uscii, né fui notata
stando già la mia casa addormentata;

allo scuro e sicura
per la scala segreta, travestita,
o felice ventura!
allo scuro e celata,
stando già la mia casa addormentata.

Nella felice notte
in segreto, nessuno mi vedeva
né alcunché io miravo,
senz’altra luce e guida
fuori di quella che nel cuore ardeva.

E questa mi guidava
più certa della luce meridiana
là dove mi aspettava
chi ben io conoscevo
in luogo ove nessuno si mostrava.

O notte che guidasti!
O notte amabile più dell’aurora!
O notte che hai unito
l’Amato con l’amata,
l’amata nell’Amato trasformata!

Sul mio petto fiorito,
che per lui solo intatto si serbava,
lì rimase dormiente
ed io l’accarezzavo
e il ventaglio di cedri l’arieggiava.

E l’aura dei bastioni
mentre quei suoi capelli discioglievo
con la mano serena
nel collo mi feriva
e tutti i miei sensi sospendeva.

Dimentica, acquietata,
il volto reclinai sull’Amato,
tutto cessò e rimasi,
lasciando ogni mia cura,
circondata da gigli, obliata.
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Author L'Oratorio di Exsurge
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