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1. La nuova visione di chiesa che è aperta a tutti (2)

1. La nuova visione di chiesa che è aperta a tutti (2)
Feb 20, 2024 · 23m 9s

1. La Chiesa è innazitutto comunione ed è istituzione solo per creare comunione La Chiesa è comunione con Dio e comunione tra di noi per realizzare la comunione tra tutti....

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1. La Chiesa è innazitutto comunione ed è istituzione solo per creare comunione La Chiesa è comunione con Dio e comunione tra di noi per realizzare la comunione tra tutti. Lo scopo della chiesa è portare sulla terra la vita della Trinità che è la comunione. La chiesa è "segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (LG 1). "Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinchè tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti da vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo" (LG 1). L'avere sottolineato anzitutto l'aspetto comunionale della Chiesa non significa avere escluso o mortificato quello istituzionale. L'istituzione è necessaria perché voluta dal Signore Gesù. Essa è come la spina dorsale, lo scheletro, la struttura portante della Chiesa, però secondo il suo giusto significato di servizio umile, povero, nascosto, disinteressato: l'istituzione sta dentro la comunione per sostenerla, stimolarla, servirla. È questo il motivo per cui il Concilio nella Lumen Gentium parla prima di "mistero di comunione" (cap. I) e di "popolo di Dio" (cap. II) e poi della "costituzione gerarchica" (cap. III). Da qui il bisogno di continua riforma da parte della Chiesa contemporanea di spogliarsi gradualmente degli elementi formalistici e trionfalistici che l'hanno appesantita lungo i secoli, per essere anzitutto una "comunione fraterna". Da qui consegue – come logica conseguenza – l'esplodere dei gruppi e delle piccole comunità ecclesiali nel cui ambito e a partire dai quali diventa possibile l'esperienza di una fraternità in atto.
2. La Chiesa è innazitutto servizio ed è potere solo per mettersi a servizio Tutto il popolo di Dio è Chiesa, tutti i credenti in Cristo sono Chiesa, ogni battezzato è chiamato ad essere Chiesa. "Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse nella verità e fedelmente lo servisse" (LG 9). Proprio per questo la comunione nella Chiesa non è statica e uniforme ma dinamica e pluriforme. Ognuno infatti – prete o laico non importa – sia pure in forme diverse, in questa grande famiglia che è la Chiesa ha carismi diversi ed esercita ministeri differenti: ognuno riceve a Dio un dono. Ogni battezzato ha il diritto e il dovere di esercitare uno o più ministeri nella Chiesa per il mondo. Tutti i battezzati – laici, religiosi e preti – pertanto sono chiamati ad essere elementi impegnati per la liberazione e lo sviluppo integrale dell'uomo e della società. "Lo Spirito Santo non solo per mezzo dei sacramenti e dei ministeri santifica il popolo di Dio e lo guida, ma distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a Lui, dispensa pure tra i fedeli di ogni ondine grazie speciali con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi varie opere ed uffici, utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa" (LG 12).
La promozione dei laici Il concilio, nella Sacrosanctum concilium (il documento sulla liturgia), ha promosso la partecipazione di tutti i fedeli alla liturgia come una cosa importantissima, in particolare alla celebrazione eucaristica. Se il fedele partecipa alla cosa più sacrosanta della chiesa che è l'eucaristia, deve partecipare alla vita e alla struttura della chiesa stessa. Nasce un modello di chiesa in cui è centrale il coinvolgimento del laicato. L'aggravarsi del secolarismo e dell'indifferenza fanno percepire sempre più l'urgenza di una presenza specifica ed evangelizzante dei laici negli ambienti di vita, come veri corresponsabili nei confronti del Vangelo. Occorre superare la divisione secondo la quale ai laici spetta "il secolare" e ai preti "lo spirituale": invece è affidata a tutti la stessa missione con compiti specitici legati ai carismi di ciascuno.
3. La Chiesa è innazitutto missione ed è conservazione solo per sostenere la missione "La Chiesa che vive nel tempo per sua natura è missionaria, in quanto è dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo che essa, secondo il piano di Dio Padre, deriva la sua origine" (Ad Gentes 2). Il compito di annunciare il messaggio di salvezza contenuto nel Vangelo appartiene ad ogni battezzato e quindi ad ogni laico in virtù dello stesso Battesimo della Cresima.
4. La Chiesa è "anima" del mondo "La Chiesa, che è insieme società visibile e comunità spirituale, cammina insieme con l'umanità tutta e sperimenta insieme al mondo la medesima sorte terrena, ed è come il fermento e quasi l'anima della società" (GS, 40). È soprattutto la Costituzione pastorale Gaudium et Spes che sottolinea l'urgenza di un maggiore aggancio tra Chiesa e mondo e stimola la partecipazione diretta, attiva e responsabile dei cristiani all'impegno per costruire la fraternità universale, collaborando con umiltà con tutti coloro che lavorano per la pace, la giustizia e il rispetto del creato. Quindi non una chiesa che si lascia "assorbire" dal "mondo", ma una chiesa che fa del mondo la sua "casa" per ravvivarlo con la presenza di Cristo. Una chiesa non "sopra", non "accanto", ma "nella" storia degli uomini.
(b) LE TRE CONVERSIONI
1^ CONVERSIONE: Nella chiesa facciamo delle cose insiene, ci mettiamo a servizio, organizziamo e questo è importante, perchè ognuno di noi ha il dovere di esercitare il suo ministero nella chiesa. Ma il primo servizio che dobbiamo offrire all'umanità è esempio di amore fraterno, di concordia, di fede, di libertà, povertà, preghiera, in modo da far venire a tutti la voglia di vivere questi valori. La prima conversione consiste nel considerare l'amore fraterno come la cosa più importante che abbiamo da fare, sempre ed in ogni occasione. Per vivere la comunione tutti i membri della chiesa si impegneranno sempre nella profonda conoscenza reciproca, nella stima dei valori di ciascuno, nell'accettare gli immancabili difetti e nel superare le differenze. Tutto questo dipenderà dall'atteggiamento di disponibilità interiore, che ognuno avrà per ciascuno. L'«apertura» del cuore e della mente, il sincero riconoscimento della necessità degli altri, la stima reciproca, il rispetto delle competenze e la promozione dei doni di ciascuno.
2^ CONVERSIONE:Un secondo cambio di mentalità è essere sinceramente convinti che nella Chiesa il ruolo del laico è indispensabile. È assolutamente necessario ritenere che una Chiesa senza laici è come un corpo mutilato e quindi deforme allo stesso modo di-un capo troncato e senza membra. Accogliere i laici nella collaborazione è un dovere. Ascoltare la loro esperienza e i loro consigli è un arricchimento di luce nell'interpretazione dei segni dei tempi. Assumerli non solo nella fase passiva dell'esecuzione, ma anche in quella attiva della ricerca e delle decisioni è un riconoscimento dovuto all'azione dello Spirito Santo dentro di loro. Per i preti, riconoscere il ruolo dei laici come indispensabile è credere allo Spirito Santo. Non riconoscere il ruolo dei laici è bestemmia contro lo Spirito Santo. E per i laici non credere nel proprio ruolo è non credere allo Spirito Santo.
3^ CONVERSIONE: Sono necessarie una nuova "mentalità" e una paziente "educazione", sia dei sacerdoti che dei laici, per far sì che la chiesa sia veramente segno e strumento di comunione:
  • Mentalità Cristocentrica: Cristo è il capo della Chiesa; è Lui che la guida, la fa vivere, la salva.
  • Mentalità comunitaria: ricerca costante della comunione per evitare ogni individualismo.
  • Mentalità missionaria: non guardare solo all' "organizzazione" interna, ma aprirsi a tutta la comunità sul territorio, nello spirito della "nuova evangelizzazione".
  • Mentalità di servizio: non pretendere di dominare, comandare, imporre; ma vuole essere "dono" di sè, nel servizio a Dio e ai fratelli.
  • Mentalità di dialogo: rispettare la pluralità delle opinioni e, attraverso il confronto, ricercare la soluzione migliore
  • Mentalità di pazienza: niente si improvvisa, le cose maturano lentamente; rimane solo quello che è "radicato" e "fondato"; non è con le imposizioni e con la fretta che si compiono le vere riforme.
  • Mentalità di popolo di Dio: non essere clericali, quindi non timorosi nè sospettosi nei confronti dei laici.
  • Mentalità di cooperazione: "apertura" e capacità di verifica, non rivendicazioni sterili.
  • Mentalità di responsabilità: assumersi, con i fatti e fino in fondo, le proprie responsabilità, anche con sacrificio, senza falsi alibi, a giustificazione della propria pigrizia.
  • Mentalità soprannaturale: la Chiesa è dono di Dio. È Dio che agisce, noi siamo solo strumenti.
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