L’ultimo gol del 2023 viene da un giocatore della
Juventus che dopo averne fatto uno pesantissimo alla
Roma si aggiusta il codino a favore di telecamera. E’ impossibile e irriverente ovviamente fare un accostamento a
Baggio, ma il pensiero impertinente passa comunque per la testa e il richiamo ci dice che il francese Rabiot è un giocatore ben più importante e più bravo dello stereotipo che ci eravamo fatti.
Ormai questo è il quinto campionato di
Rabiot alla
Juventus, il centrocampista ne è diventato un colonna e oggi come oggi forse ne è anche il leader, il giocatore principale. Ha preso lui cioè quel ruolo che prima aveva
Chiellini, per statura, anzianità, carisma.
Rabiot ha faticato molto a strapparsi di dosso l’etichetta di bidone, in quanto anche lui finito nel tritacarne di anni sbagliati e troppo complicati.
Un personaggio molto facile da attaccare: poco simpatico, altezzoso, narcisista, una madre manager che lo ha sempre presentato come
Platini e fatto pagare, tanto, di conseguenza. Alla prima che sbagli, stanne sicuro, tutti addosso. Ed effettivamente per un lungo periodo di tempo
Rabiot bidone lo è effettivamente stato.
Rabiot oggi è la bacchetta magica di una squadra che alla sofferenza di un attacco fin troppo stitico e quasi mai all’altezza del compito, lui sopperisce interpretando perfettamente molte delle
Variazioni Goldberg di
Allegri. Che possono andare da
Gatti a
Rabiot appunto.
Il gol di
Rabiot alla
Roma porta la
Juventus direttamente a ridosso dell’
Inter. Di fatto azzerando tutte le chiacchiere che sono state fatte sulla superiorità della rosa interista: potrà anche esserlo da un punto di vista formale, forse dell’ampiezza e forse del picco di un giocatore o due, ma nei fatti poi le due squadre lì stanno e sostanzialmente si equivalgono. Dalla teoria insomma si passa alla pratica, su un terreno dove
Allegri gioca meglio e con molto più cinismo.
Già perché alla fine anche i discorsi sulla
Juventus di
Allegri che vince di corto muso e pensa solo ai risultati e
l’Inter di
Inzaghi che invece ha un gioco più ricercato e corale, mostrano tutta la debolezza del ragionamento teoretico applicato al calcio. Che per natura è invece uno strano mix, mai perfettamente replicabile in provetta, e che comprende un po’ tutto, anche e soprattutto una certa indefinita percentuale di casualità. In questo momento alla
Juve gira meglio ed è come il ciclista che ti si appiccica alla ruota e ti mette pressione.
Qualcuno dice che se
Allegri vincesse questo scudetto raggiungerebbe il vertice della sua sapienza calcistica, sarebbe insomma l’impresa più alta tra le tante compiute in bianconero. Il suo mestiere è stato messo duramente alla prova da infortuni, assenze e dal dover, per forza, gettarsi sul lancio di nuovi giovani, cosa per cui non andava certo famoso.
Ben informati sostengono che la sua segreta voglia sia quella di vincere e andarsene, nonostante il contratto in scadenza nel 2025 e che la sua panchina sia destinata ad
Antonio Conte. Ma ammetto che qui siamo con un piede dentro al Fantacalcio. Comunque vada a fine stagione è probabile che si debbano rivedere categorie e giudizi e ricollocare
Allegri in una diversa posizione della nostra ideale graduatoria degli allenatori italiani. Posto che in cima alla classifica c’è sicuramente
Ancelotti, che infatti il
Real Madrid si è ben preoccupato di chiudere nella sua prigione dorata, subito dietro chi ci mettiamo?
Spalletti, Conte, Mancini o appunto
Allegri?
Un gol ormai fa la differenza, anche se può pesare in maniera molto diversa. Del gol di
Rabiot si è detto. Ma che differenza c’è con quello di
Pulisic, che ha avuto lo stesso effetto e permesso al
Milan di battere il Sassuolo e far tirare un sospiro di sollievo a
Pioli? Io credo che di fatto non ci sia alcuna differenza, solo che la Juve sugli 1-0 e i gol di corto muso riesce a costruire un campionato e addirittura a lottare per lo scudetto. Il
Milan di gol ne fa anche di più ma la sua è una stagione angosciante, e
Leao non può ripararsi dietro ad alcun alibi. Mentre
Vlahovic invece può farlo benissimo.
Non ci fosse stato quel gol di
Pulisic adesso staremmo processando
Pioli e la stessa società, con il nuovo dirigente di riferimento
Ibrahimovic che se la svacanza a
Miami, si starebbe domandando se esonerarlo oppure tirare avanti ancora un po’. Tutte le prime squadre della classifica hanno segnato davvero col contagocce. Da
Rabiot a
Pulisic, da
Arnautovic a
Ranieri ogni gol diventa davvero pesante come il piombo e sposta da solo destini interi.
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Bloooog! il Bar Sport sul calcio di
Fabrizio Bocca. Articolo e Podcast sull'ultima giornata di A del 2024, Juve-Roma 1-0 e Milan-Sassuolo 1-0, li trovi
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