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SCRIPT:
Buongiorno, buon pomeriggio, buonasera, ovunque voi siate, comunque ci ascoltiate benvenuti ad una nuova puntata di What’s Up Tuscany, il podcast quotidiano dell’Arno dove troverete le notizie più simpatiche, interessanti o curiose di oggi, martedì 16 febbraio 2021, selezionate dalla nostra redazione. Se vi va, iscrivetevi e condividete questo podcast sui vostri profili social, ci dareste davvero una grossa mano.

In questo Martedì Grasso davvero inusuale, iniziamo con una storia che di carnevalesco ha poco o niente, l’ennesimo caso di malasanità agli Ospedali Riuniti di Livorno. La storia, che abbiamo letto sulla Repubblica, fa il paio con un episodio simile successo lo scorso 17 gennaio, che aveva già causato sdegno nella città portuale. Ancora una volta, un paziente anziano è stato dimesso con solo il pannolone e due lenzuola addosso. La signora di 81 anni, malata di Alzheimer, era stata ricoverata a causa di un’infezione urinaria e dopo una settimana di cure viene rimandata a casa con un’ambulanza. Appena aperta la porta, i parenti l'hanno vista praticamente nuda, al freddo. La nipote è giustamente furibonda ed ha denunciato i sanitari, nonostante le immediate scuse dei responsabili del reparto di medicina. “Quando è arrivata a casa non aveva nemmeno la sacca per l’alimentazione, ha dovuto attendere la mattina quando sono venute le infermiere dell’assistenza domiciliare. I vestiti di ricambio erano rimasti in reparto, ma non mi hanno risposto sul perché di questa grave mancanza”. La reazione dell’ASL? La stessa dell’ultima volta: un’indagine interna e provvedimenti disciplinari per gli eventuali responsabili. L’altra volta non era servito a niente - vedremo se stavolta si riuscirà a far finire una volta per tutte questi comportamenti inaccettabili.

Invece di limitarsi all’ennesimo bollettino sull’evoluzione dell’epidemia, alcune testate regionali hanno deciso di dare spazio a chi sta cercando di capire quali siano gli effetti delle circostanze straordinarie in uno dei settori fondamentali della società, la scuola. Sulla Nazione di Pisa, un ritratto ben poco rassicurante delle condizioni mentali degli studenti delle medie e delle superiori. Le parole della dottoressa Simona Cotroneo, responsabile del profetto FairPlay di PAIM fanno rabbrividire: una vita a metà, inchiodati in casa e costretti ad una scuola a singhiozzo all’insegna di ansia, disorientamento, apatia. Il calo dei voti nella pagella di metà anno è evidente, a tutti i livelli. La didattica a distanza certo non aiuta a concentrarsi, ma il vero problema è psicologico. “Vediamo ragazzi ripiegati su se stessi, in famiglia comunicano poco e a scuola non hanno più gli spazi di prima. Vivono nell’incertezza totale, si chiedono quando finirà l’emergenza, non si sentono ascoltati, si sono ritirati nel proprio guscio, senza valvole di sfogo”. Anche gli insegnanti non sono immuni da conseguenze. Oltre al timore di non riuscire a recuperare i ritardi nel programma, si sono aggiunte da qualche giorno le conseguenze del vaccino. Nell’articolo sul Tirreno di Prato, i presidi delle scuole locali sono sconsolati. Dalle 5 alle 10 assenze a istituto, fino alle 21 assenze al Datini. Febbre alta, forti dolori alla testa o alle ossa, normale reazione nelle 12 ore successive alla somministrazione del vaccino AstraZeneca, secondo il direttore di immunologia dell’ospedale locale. I dirigenti sono costretti a fare i salti mortali per rispondere a queste assenze ma non è semplice. Due giorni di assenza non sono abbastanza per attivare una supplenza ed il servizio fornito agli studenti ne soffre. Una situazione transitoria, certo, ma che rende ancora più complicato un anno scolastico maledetto.

Passiamo ora alle notizie dall’economia, dove stavolta l’attenzione è rivolta al turismo, motore della possibile ripresa, per ora ancora fermo al palo. A far sperare nel futuro, i dati sulle presenze agli Uffizi durante la recente riapertura, pubblicati ieri sulla Nazione. Quasi ventimila visitatori in 14 giorni, numeri ben lontani dalla normalità ma che fanno ben sperare. Dopo i 77 giorni di chiusura al pubblico, la pausa più lunga dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, 18146 persone hanno colto l’occasione per riappropriarsi dei capolavori culturali dello storico museo fiorentino. Il direttore degli Uffizi spera che la nuova chiusura duri poco, anche visto uno studio dell’Università di Berlino che conferma come i musei siano i luoghi pubblici a minor rischio di contagio. Speriamo, visto che la chiusura sta avendo un impatto devastante sui settori collegati al turismo, come l’autonoleggio. A parlare su Firenze Today Stefania Caliò, della FILT-CGIL che fornisce numeri da far rabbrividire. Il 60% dei 4000 addetti del settore sono a rischio esubero. “Si rischia un’ecatombe di posti di lavoro: senza una riorganizzazione e trasformazione, questo settore, messo in ginocchio dalla pandemia, non ha futuro. La crisi rischia di essere più devastante di quella del 2020”. Altrettanto gravi le conseguenze per i bus turistici, tutti o quasi fermi, dove i posti di lavoro a rischio sono diverse centinaia. Ad essere colpiti dall’azzeramento dei flussi turistici e dall’espansione del telelavoro anche autorimesse, garage ed autoscuole, per non parlare di autosaloni, servizi di car sharing e noleggio, dove il crollo va dal meno 70% al meno 98 per cento. Insomma, una vera e propria ecatombe.

Chiudiamo la puntata di oggi con una notizia curiosa che abbiamo letto sul Tirreno di Massa e Carrara, la storia di un gruppo di residenti che, invece di lamentarsi dei disservizi, hanno preso il toro per le corna, pulendo le strade del proprio quartiere. I cittadini di Borgo del Ponte, frazione del comune di Massa, domenica mattina si sono armati di scope, pattumiere, rastrelli e sacchetti neri per pulire le strade del proprio quartiere, dove il netturbino, secondo il presidente di un’associazione locale, “è una figura mitologica, come il gatto mammone e il lupo mannaro”. Il gesto sarebbe una testimonianza di amore per la borgata, proprio per San Valentino, per riaffermare il diritto di vivere in un ambiente pulito ma non potrà diventare un’abitudine. I cittadini non intendono sopperire a lungo con la buona volontà alla carenze dell’amministrazione. Vorremmo poter credere che questo gesto sarà abbastanza per porre rimedio ai problemi, ma fossi in loro, terrei vicine le scope ed i rastrelli - non si sa mai.

Questo era tutto per oggi, sono Luca Bocci, ci sentiamo domani per una nuova e speriamo più allegra, puntata di What’s Up Tuscany, il podcast quotidiano dell’Arno dove troverete le notizie che, per noi, valgono bene una seconda occhiata. Ciao ciao gente!

BACKGROUND MUSIC
Title: Gemini Instrumental
Author: Pipe Choir
License: Creative Commons Attribution
Link: https://freemusicarchive.org/music/Pipe_Choir/SGONS_Instrumentals/Pipe_Gemini_Instrumental
SCRIPT: Buongiorno, buon pomeriggio, buonasera, ovunque voi siate, comunque ci ascoltiate benvenuti ad una nuova puntata di What’s Up Tuscany, il podcast quotidiano dell’Arno dove troverete le notizie più simpatiche, interessanti o curiose di oggi, martedì 16 febbraio 2021, selezionate dalla nostra redazione. Se vi va, iscrivetevi e condividete questo podcast sui vostri profili social, ci dareste davvero una grossa mano. In questo Martedì Grasso davvero inusuale, iniziamo con una storia che di carnevalesco ha poco o niente, l’ennesimo caso di malasanità agli Ospedali Riuniti di Livorno. La storia, che abbiamo letto sulla Repubblica, fa il paio con un episodio simile successo lo scorso 17 gennaio, che aveva già causato sdegno nella città portuale. Ancora una volta, un paziente anziano è stato dimesso con solo il pannolone e due lenzuola addosso. La signora di 81 anni, malata di Alzheimer, era stata ricoverata a causa di un’infezione urinaria e dopo una settimana di cure viene rimandata a casa con un’ambulanza. Appena aperta la porta, i parenti l'hanno vista praticamente nuda, al freddo. La nipote è giustamente furibonda ed ha denunciato i sanitari, nonostante le immediate scuse dei responsabili del reparto di medicina. “Quando è arrivata a casa non aveva nemmeno la sacca per l’alimentazione, ha dovuto attendere la mattina quando sono venute le infermiere dell’assistenza domiciliare. I vestiti di ricambio erano rimasti in reparto, ma non mi hanno risposto sul perché di questa grave mancanza”. La reazione dell’ASL? La stessa dell’ultima volta: un’indagine interna e provvedimenti disciplinari per gli eventuali responsabili. L’altra volta non era servito a niente - vedremo se stavolta si riuscirà a far finire una volta per tutte questi comportamenti inaccettabili. Invece di limitarsi all’ennesimo bollettino sull’evoluzione dell’epidemia, alcune testate regionali hanno deciso di dare spazio a chi sta cercando di capire quali siano gli effetti delle circostanze straordinarie in uno dei settori fondamentali della società, la scuola. Sulla Nazione di Pisa, un ritratto ben poco rassicurante delle condizioni mentali degli studenti delle medie e delle superiori. Le parole della dottoressa Simona Cotroneo, responsabile del profetto FairPlay di PAIM fanno rabbrividire: una vita a metà, inchiodati in casa e costretti ad una scuola a singhiozzo all’insegna di ansia, disorientamento, apatia. Il calo dei voti nella pagella di metà anno è evidente, a tutti i livelli. La didattica a distanza certo non aiuta a concentrarsi, ma il vero problema è psicologico. “Vediamo ragazzi ripiegati su se stessi, in famiglia comunicano poco e a scuola non hanno più gli spazi di prima. Vivono nell’incertezza totale, si chiedono quando finirà l’emergenza, non si sentono ascoltati, si sono ritirati nel proprio guscio, senza valvole di sfogo”. Anche gli insegnanti non sono immuni da conseguenze. Oltre al timore di non riuscire a recuperare i ritardi nel programma, si sono aggiunte da qualche giorno le conseguenze del vaccino. Nell’articolo sul Tirreno di Prato, i presidi delle scuole locali sono sconsolati. Dalle 5 alle 10 assenze a istituto, fino alle 21 assenze al Datini. Febbre alta, forti dolori alla testa o alle ossa, normale reazione nelle 12 ore successive alla somministrazione del vaccino AstraZeneca, secondo il direttore di immunologia dell’ospedale locale. I dirigenti sono costretti a fare i salti mortali per rispondere a queste assenze ma non è semplice. Due giorni di assenza non sono abbastanza per attivare una supplenza ed il servizio fornito agli studenti ne soffre. Una situazione transitoria, certo, ma che rende ancora più complicato un anno scolastico maledetto. Passiamo ora alle notizie dall’economia, dove stavolta l’attenzione è rivolta al turismo, motore della possibile ripresa, per ora ancora fermo al palo. A far sperare nel futuro, i dati sulle presenze agli Uffizi durante la recente riapertura, pubblicati ieri sulla Nazione. Quasi ventimila visitatori in 14 giorni, numeri ben lontani dalla normalità ma che fanno ben sperare. Dopo i 77 giorni di chiusura al pubblico, la pausa più lunga dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, 18146 persone hanno colto l’occasione per riappropriarsi dei capolavori culturali dello storico museo fiorentino. Il direttore degli Uffizi spera che la nuova chiusura duri poco, anche visto uno studio dell’Università di Berlino che conferma come i musei siano i luoghi pubblici a minor rischio di contagio. Speriamo, visto che la chiusura sta avendo un impatto devastante sui settori collegati al turismo, come l’autonoleggio. A parlare su Firenze Today Stefania Caliò, della FILT-CGIL che fornisce numeri da far rabbrividire. Il 60% dei 4000 addetti del settore sono a rischio esubero. “Si rischia un’ecatombe di posti di lavoro: senza una riorganizzazione e trasformazione, questo settore, messo in ginocchio dalla pandemia, non ha futuro. La crisi rischia di essere più devastante di quella del 2020”. Altrettanto gravi le conseguenze per i bus turistici, tutti o quasi fermi, dove i posti di lavoro a rischio sono diverse centinaia. Ad essere colpiti dall’azzeramento dei flussi turistici e dall’espansione del telelavoro anche autorimesse, garage ed autoscuole, per non parlare di autosaloni, servizi di car sharing e noleggio, dove il crollo va dal meno 70% al meno 98 per cento. Insomma, una vera e propria ecatombe. Chiudiamo la puntata di oggi con una notizia curiosa che abbiamo letto sul Tirreno di Massa e Carrara, la storia di un gruppo di residenti che, invece di lamentarsi dei disservizi, hanno preso il toro per le corna, pulendo le strade del proprio quartiere. I cittadini di Borgo del Ponte, frazione del comune di Massa, domenica mattina si sono armati di scope, pattumiere, rastrelli e sacchetti neri per pulire le strade del proprio quartiere, dove il netturbino, secondo il presidente di un’associazione locale, “è una figura mitologica, come il gatto mammone e il lupo mannaro”. Il gesto sarebbe una testimonianza di amore per la borgata, proprio per San Valentino, per riaffermare il diritto di vivere in un ambiente pulito ma non potrà diventare un’abitudine. I cittadini non intendono sopperire a lungo con la buona volontà alla carenze dell’amministrazione. Vorremmo poter credere che questo gesto sarà abbastanza per porre rimedio ai problemi, ma fossi in loro, terrei vicine le scope ed i rastrelli - non si sa mai. Questo era tutto per oggi, sono Luca Bocci, ci sentiamo domani per una nuova e speriamo più allegra, puntata di What’s Up Tuscany, il podcast quotidiano dell’Arno dove troverete le notizie che, per noi, valgono bene una seconda occhiata. Ciao ciao gente! BACKGROUND MUSIC Title: Gemini Instrumental Author: Pipe Choir License: Creative Commons Attribution Link: https://freemusicarchive.org/music/Pipe_Choir/SGONS_Instrumentals/Pipe_Gemini_Instrumental read more read less

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