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Di importanza rilevante risulta essere oggi aprire la propria azienda agli ecosistemi dell’innovazione digitale.
Le aziende devono aprirsi verso l’esterno, con l’obiettivo di creare relazioni con almeno 4 ecosistemi per poter sviluppare il proprio business.
•Aziende, oggi si parla anche di concorrenti, con cui intraprendere scambi, partnership, di best practice, dati di mercato, informazioni e prodotti.
•Fornitori digitali, di cui fanno parte tutte le partnership con entità esterne per impostare, sviluppare e far crescere la strategia digitale (es. Cloud, CRM, web agency, acceleratori)
•Fabbriche di talenti (digitali), dalle università, ai centri specializzati, realtà internazionali)
•Community di esperti, in cui si parla di digitale, come per esempio eventi, ted talk, festival)
Tutte queste nuove relazioni devo avvenire contemporaneamente e sinergicamente per generare nuovi processi, nuove pratiche, nuovi valori e nuove aziende, devono contaminarsi.
In questo caso per contaminazione sì intende la condivisione di pratiche, principi, valori e strumenti nuovi per cavalcare il digitale.
Nel 2003 Henry William Chesbrough, economista e scrittore statunitense, lancia il concetto di “Open Innovation”, che sta ad indicare un nuovo modello di business, basato sull’apertura verso l’esterno, per sviluppare nuovi prodotti, nuovi processi, nuove idee, nuove soluzioni coinvolgendo tutti gli stakeholders, compresi clienti e fornitori, con sessioni di coprogettazione, co-design, condivisione e compartecipazione.
Esistono oggi molti tool che consentono alle aziende di interagire con esperti, innovatori, startup, consulenti digitali.
Come per esempio:
•Innocentive; una piattaforma frequentata anche da grosse aziende che lancia delle challenge ad esperti, innovatori e startup per generare nuove idee e nuovi prodotti.
•CampusParty; una piattaforma internazionale, ma anche presente in Italia, in cui si incontrano aziende, giovani, community, università e istituzioni per svolgere degli hackathon di 4 giorni, basati su sfide lanciate dall’azienda, per trovare nuove soluzioni.
•Mathesia; una bellissima piattaforma verticale sull’analisi dei dati e normalizzazione matematica degli stessi, in cui è possibile trovare esperti di data science e matematica che possono fornire supporto di analisi.
Gli attori sono, in pratica, sempre gli stessi: le aziende, che generalmente lanciano le call, le startup, esperti e talenti, che rispondono alle call e le piattaforme, o eventi, che creano gli ambienti per trovare nuove soluzioni.
Le tipologie sono diverse e tante ma la struttura solitamente e sempre la stessa:
•La call; che viene lanciata da un’azienda, con specifiche sul tema, il formato dell’evento, i tempi, le modalità, le regole di ingaggio e di vincita, in ultimo il premio per il vincitore.
•Coinvolgimento interno; necessario per rendere partecipi gli attori diretti aziendali coinvolti nel processo e dall’innovazione. È molto importante perché saranno loro a spingere il cambiamento interno.
•Raccolta delle proposte; può avvenire on-line, quindi raggruppandole fisicamente e poi inserendole in piattaforme di condivisione oppure tramite la presentazione, con un breve speech da parte dei gruppi che propongono, di 5 minuti per raccogliere le informazioni necessarie.
•Decisione del vincitore, consiste nell’individuare la proposta più impattante, confidente e sostenibile. Deve essere formato dal management aziendale, che si troverà coinvolto e sosterrà il progetto internamente.
•Fase pilota, con il lancio del progetto. È fondamentale analizzare e misurare l’impatto interno per sostenere il cambiamento.
L’open innovation è molto importante perché permette soluzioni win-win, in cui tutti gli attori traggono beneficio, genera nuove idee, nuovi prodotti, nuovi approcci e nuove soluzioni, più customer oriented, supporta l’incontro da aziende e talenti e attiva processi interni agli e interfunzionali.
Di importanza rilevante risulta essere oggi aprire la propria azienda agli ecosistemi dell’innovazione digitale. Le aziende devono aprirsi verso l’esterno, con l’obiettivo di creare relazioni con almeno 4 ecosistemi per poter sviluppare il proprio business. •Aziende, oggi si parla anche di concorrenti, con cui intraprendere scambi, partnership, di best practice, dati di mercato, informazioni e prodotti. •Fornitori digitali, di cui fanno parte tutte le partnership con entità esterne per impostare, sviluppare e far crescere la strategia digitale (es. Cloud, CRM, web agency, acceleratori) •Fabbriche di talenti (digitali), dalle università, ai centri specializzati, realtà internazionali) •Community di esperti, in cui si parla di digitale, come per esempio eventi, ted talk, festival) Tutte queste nuove relazioni devo avvenire contemporaneamente e sinergicamente per generare nuovi processi, nuove pratiche, nuovi valori e nuove aziende, devono contaminarsi. In questo caso per contaminazione sì intende la condivisione di pratiche, principi, valori e strumenti nuovi per cavalcare il digitale. Nel 2003 Henry William Chesbrough, economista e scrittore statunitense, lancia il concetto di “Open Innovation”, che sta ad indicare un nuovo modello di business, basato sull’apertura verso l’esterno, per sviluppare nuovi prodotti, nuovi processi, nuove idee, nuove soluzioni coinvolgendo tutti gli stakeholders, compresi clienti e fornitori, con sessioni di coprogettazione, co-design, condivisione e compartecipazione. Esistono oggi molti tool che consentono alle aziende di interagire con esperti, innovatori, startup, consulenti digitali. Come per esempio: •Innocentive; una piattaforma frequentata anche da grosse aziende che lancia delle challenge ad esperti, innovatori e startup per generare nuove idee e nuovi prodotti. •CampusParty; una piattaforma internazionale, ma anche presente in Italia, in cui si incontrano aziende, giovani, community, università e istituzioni per svolgere degli hackathon di 4 giorni, basati su sfide lanciate dall’azienda, per trovare nuove soluzioni. •Mathesia; una bellissima piattaforma verticale sull’analisi dei dati e normalizzazione matematica degli stessi, in cui è possibile trovare esperti di data science e matematica che possono fornire supporto di analisi. Gli attori sono, in pratica, sempre gli stessi: le aziende, che generalmente lanciano le call, le startup, esperti e talenti, che rispondono alle call e le piattaforme, o eventi, che creano gli ambienti per trovare nuove soluzioni. Le tipologie sono diverse e tante ma la struttura solitamente e sempre la stessa: •La call; che viene lanciata da un’azienda, con specifiche sul tema, il formato dell’evento, i tempi, le modalità, le regole di ingaggio e di vincita, in ultimo il premio per il vincitore. •Coinvolgimento interno; necessario per rendere partecipi gli attori diretti aziendali coinvolti nel processo e dall’innovazione. È molto importante perché saranno loro a spingere il cambiamento interno. •Raccolta delle proposte; può avvenire on-line, quindi raggruppandole fisicamente e poi inserendole in piattaforme di condivisione oppure tramite la presentazione, con un breve speech da parte dei gruppi che propongono, di 5 minuti per raccogliere le informazioni necessarie. •Decisione del vincitore, consiste nell’individuare la proposta più impattante, confidente e sostenibile. Deve essere formato dal management aziendale, che si troverà coinvolto e sosterrà il progetto internamente. •Fase pilota, con il lancio del progetto. È fondamentale analizzare e misurare l’impatto interno per sostenere il cambiamento. L’open innovation è molto importante perché permette soluzioni win-win, in cui tutti gli attori traggono beneficio, genera nuove idee, nuovi prodotti, nuovi approcci e nuove soluzioni, più customer oriented, supporta l’incontro da aziende e talenti e attiva processi interni agli e interfunzionali. read more read less

3 years ago #digitalorganization, #openinnovation, #vmm