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Attraverso un'indagine archivistica e corporea, Arkadi Zaides cerca di dare una risposta alla mancata identificazione dei migranti morti nel tentativo di raggiungere l'Europa. La giornalista, Francesca Mannocchi e lo studioso, Sandro Mezzadra dialogano con il regista sulla tragedia umana in corso lungo i confini d’Europa e indagano le ragioni dell’anonimato delle vittime.
Coordina Piersandra Di Matteo.

Atlas of Transitions Biennale
WE THE PEOPLE
Bologna • 2-7 dicembre 2020
Arti | Migrazioni | Cittadinanze
performance | incursioni radiofoniche | talk | dj-set | film | workshop
𝑊𝑒 𝑇ℎ𝑒 𝑃𝑒𝑜𝑝𝑙𝑒 si manifesta con un presidio invernale.
Attraverso gli approcci di registe, artisti, compositrici, studiosi, radio artist si afferma l’urgenza di una politica dell’ascolto basata sul diritto di tutti a essere ascoltati.
Gesti vocali, scambi di patrimoni sonori di diversa provenienza, voci alla ricerca dei propri corpi, narrazioni connesse a diritti non riconosciuti, assemblaggi diasporici di suoni d’archivio: 𝑊𝑒 𝑇ℎ𝑒 𝑃𝑒𝑜𝑝𝑙𝑒 è un “teatro acustico”, uno spazio per poetiche relazionali in cui si “agisce di concerto”. Non un invito a operare in conformità, ma a negoziare scopi e azioni convergenti/divergenti in pratiche artistiche che operano concretamente contro bianchezza, subalternità razziale, di genere, sociale, economica.
“People” non è una voce unitaria, presuppone una pluralità di corpi che non costruiscono un unico soggetto. Nel “We” risuona una moltitudine di pronunce che si radunano in luoghi temporalmente diversi, in differenti tipi di spazi, ambienti e zone d’ombra.
Attraverso un'indagine archivistica e corporea, Arkadi Zaides cerca di dare una risposta alla mancata identificazione dei migranti morti nel tentativo di raggiungere l'Europa. La giornalista, Francesca Mannocchi e lo studioso, Sandro Mezzadra dialogano con il regista sulla tragedia umana in corso lungo i confini d’Europa e indagano le ragioni dell’anonimato delle vittime. Coordina Piersandra Di Matteo. Atlas of Transitions Biennale WE THE PEOPLE Bologna • 2-7 dicembre 2020 Arti | Migrazioni | Cittadinanze performance | incursioni radiofoniche | talk | dj-set | film | workshop 𝑊𝑒 𝑇ℎ𝑒 𝑃𝑒𝑜𝑝𝑙𝑒 si manifesta con un presidio invernale. Attraverso gli approcci di registe, artisti, compositrici, studiosi, radio artist si afferma l’urgenza di una politica dell’ascolto basata sul diritto di tutti a essere ascoltati. Gesti vocali, scambi di patrimoni sonori di diversa provenienza, voci alla ricerca dei propri corpi, narrazioni connesse a diritti non riconosciuti, assemblaggi diasporici di suoni d’archivio: 𝑊𝑒 𝑇ℎ𝑒 𝑃𝑒𝑜𝑝𝑙𝑒 è un “teatro acustico”, uno spazio per poetiche relazionali in cui si “agisce di concerto”. Non un invito a operare in conformità, ma a negoziare scopi e azioni convergenti/divergenti in pratiche artistiche che operano concretamente contro bianchezza, subalternità razziale, di genere, sociale, economica. “People” non è una voce unitaria, presuppone una pluralità di corpi che non costruiscono un unico soggetto. Nel “We” risuona una moltitudine di pronunce che si radunano in luoghi temporalmente diversi, in differenti tipi di spazi, ambienti e zone d’ombra. read more read less

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