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Fu Mattia Corvino, re d’Ungheria dal 1458 al 1490, a parlare di «felix Austria»: ma oggi, certamente, non se la sentirebbe di ripetere quelle parole: l’Austria di oggi non è più quella che lui conobbe. L’ultimo colpo (solo in ordine di tempo…) alla comprovata e fedelissima tradizione cattolica di questo Paese l’ha inferto niente meno che il card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna. È stato proprio lui, a profanare la splendida Cattedrale intitolata a Santo Stefano, ospitandovi sabato scorso un concerto di “beneficenza” pro-Lgbt dal titolo «Il desiderio degli angeli», peraltro co-patrocinato dai Cavalieri di Malta austriaci.
Fu Mattia Corvino, re d’Ungheria dal 1458 al 1490, a parlare di «felix Austria»: ma oggi, certamente, non se la sentirebbe di ripetere quelle parole: l’Austria di oggi non è più quella che lui conobbe. L’ultimo colpo (solo in ordine di tempo…) alla comprovata e fedelissima tradizione cattolica di questo Paese l’ha inferto niente meno che il card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna. È stato proprio lui, a profanare la splendida Cattedrale intitolata a Santo Stefano, ospitandovi sabato scorso un concerto di “beneficenza” pro-Lgbt dal titolo «Il desiderio degli angeli», peraltro co-patrocinato dai Cavalieri di Malta austriaci. read more read less

4 years ago #austria, #cattedrale, #lgbt, #schönborn