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Lettera #70 Il caso Credit Suisse: non ci si può più fidare neanche della banche svizzere

Lettera #70 Il caso Credit Suisse: non ci si può più fidare neanche della banche svizzere
Mar 22, 2023 · 11m 3s

La pazienza degli investitori è continuamente messa alla prova e quanto accaduto nel fine settimana fra Zurigo e Berna ha accentrato l’attenzione degli investitori. “Se non ci si può più...

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La pazienza degli investitori è continuamente messa alla prova e quanto accaduto nel fine settimana fra Zurigo e Berna ha accentrato l’attenzione degli investitori.

“Se non ci si può più fidare di un banchiere svizzero, dove va il mondo?” si domandava James Bond nel diciannovesimo film della saga dell'agente 007 intitolato “Il mondo non basta”. Il salvataggio questo fine settimana della seconda banca svizzera, Credit Suisse (una delle 30 banche di importanza sistemica in tutto il mondo), per opera della prima, UBS, se da una parte è apparsa una mossa obbligata per evitare che questa settimana l’effetto “corsa agli sportelli” diventasse qualcosa di drammatico e contagioso a livello globale, dall’altra ha creato non pochi malumori e dubbi, visto che evidentemente se si è arrivati a questo punto qualcosa nella rete di protezione e dei controlli non ha funzionato nell’apparente super efficiente Svizzera.

Per trovare una soluzione al dossier Credit Suisse, diverse regole e consuetudini, infatti, sono state violate da parte delle autorità svizzere e se è vero che il fine giustifica i mezzi, nel capitalismo finanziario moderno il rispetto dei contratti, delle regole e dei patti non è un elemento che si può trascurare, poiché la fiducia è essenziale ancora di più quando si parla di banche e stabilità finanziaria.

Come è noto, UBS su pressione delle autorità svizzere ha acquisito Credit Suisse per 3 miliardi di franchi svizzeri e ha ottenuto, inoltre, una garanzia della Confederazione di 9 miliardi di franchi svizzeri che sembra potrà valere fino a 35 anni. La BNS (Banca Nazionale Svizzera) ha accettato poi di concedere a UBS una linea di liquidità da 100 miliardi di dollari. Ed è nato così un nuovo gigante bancario nel continente europeo con un patrimonio totale di 1,7 trilioni di dollari, più del doppio del prodotto interno lordo svizzero.

Per consentire questo salvataggio, le autorità svizzere hanno deciso che l’operazione si sarebbe realizzata senza coinvolgere alcun azionista per ridurre i tempi e le incertezze sull’approvazione dell’operazione. E annullando di fatto il diritto della concorrenza, abolendo tutte le restrizioni. Di fatto, gli azionisti sono stati “espropriati” e hanno scoperto che le loro azioni erano state valutate nel concambio con UBS un 60% in meno dell’ultima quotazione di venerdì e che era quasi un -80% in meno di quella di un anno fa.
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