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Per la prima volta nella storia della giustizia italiana, giovedì 13 luglio la Corte d’Assise di Lecce ha riconosciuto il reato di riduzione in schiavitù in un procedimento giudiziario che interessa il mondo del lavoro. Con questa sentenza si è chiuso il primo grado del processo Sabr, relativo allo sfruttamento dei lavoratori agricoli nelle campagne di Nardò tra il gennaio del 2009 e l’ottobre del 2011. Con la condanna di 13 persone, tra imprenditori italiani e caporali stranieri, è stata in parte riconosciuta la natura di «organizzazione criminale transnazionale» proposta dal giudice delle indagini preliminari di Lecce, Carlo Cazzella. Ne abbiamo parlato con Yvan Sagnet, giovane ingegnere che guidò la rivolta nelle campagne di Nardò, il gesto di ribellione da cui tutto partì e che ha anche portato, cinque anni dopo, a una legge sul caporalato che punisce anche i proprietari delle aziende agricole che impiegano braccianti sfruttati. Oggi Yvan presiede l'associazione No Cap, che ha ampliato la riflessione sul fenomeno del caporalato considerandolo un effetto del sistema su cui si basa il mercato della grande distribuzione organizzata.
Per la prima volta nella storia della giustizia italiana, giovedì 13 luglio la Corte d’Assise di Lecce ha riconosciuto il reato di riduzione in schiavitù in un procedimento giudiziario che interessa il mondo del lavoro. Con questa sentenza si è chiuso il primo grado del processo Sabr, relativo allo sfruttamento dei lavoratori agricoli nelle campagne di Nardò tra il gennaio del 2009 e l’ottobre del 2011. Con la condanna di 13 persone, tra imprenditori italiani e caporali stranieri, è stata in parte riconosciuta la natura di «organizzazione criminale transnazionale» proposta dal giudice delle indagini preliminari di Lecce, Carlo Cazzella. Ne abbiamo parlato con Yvan Sagnet, giovane ingegnere che guidò la rivolta nelle campagne di Nardò, il gesto di ribellione da cui tutto partì e che ha anche portato, cinque anni dopo, a una legge sul caporalato che punisce anche i proprietari delle aziende agricole che impiegano braccianti sfruttati. Oggi Yvan presiede l'associazione No Cap, che ha ampliato la riflessione sul fenomeno del caporalato considerandolo un effetto del sistema su cui si basa il mercato della grande distribuzione organizzata. read more read less

6 years ago #agricoltura, #caporalato, #immigrazione, #sfruttamento, #yvan-sagnet