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Rappresentarsi online non è per niente facile: rischiamo di dare di noi una versione distorta che non sempre va a nostro vantaggio. Alcuni, più abili, si mostrano al loro meglio, altri invece si rovinano la reputazione. La soluzione più semplice potrebbe essere non avere alcun account sulle piattaforme, restarne fuori. Il futuro, però, va nella direzione opposta.
Sarà sempre più comune avere diverse identità digitali a cui dedicare tempo e attenzione. Sorgeranno realtà virtuali a cui si potrà partecipare con versioni artefatte di sé. Ma nello stesso tempo, per accedere ai servizi della pubblica amministrazione avremo bisogno di un profilo che aderisca perfettamente alla nostra persona fisica reale.
Insomma, la vita offline sarà sempre più intrecciata a quella online. Ma allora quale sarà la più autentica? Lo abbiamo chiesto a Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell’informazione, che ha coniato una nuova, affascinante parola: onlife.
Rappresentarsi online non è per niente facile: rischiamo di dare di noi una versione distorta che non sempre va a nostro vantaggio. Alcuni, più abili, si mostrano al loro meglio, altri invece si rovinano la reputazione. La soluzione più semplice potrebbe essere non avere alcun account sulle piattaforme, restarne fuori. Il futuro, però, va nella direzione opposta. Sarà sempre più comune avere diverse identità digitali a cui dedicare tempo e attenzione. Sorgeranno realtà virtuali a cui si potrà partecipare con versioni artefatte di sé. Ma nello stesso tempo, per accedere ai servizi della pubblica amministrazione avremo bisogno di un profilo che aderisca perfettamente alla nostra persona fisica reale. Insomma, la vita offline sarà sempre più intrecciata a quella online. Ma allora quale sarà la più autentica? Lo abbiamo chiesto a Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell’informazione, che ha coniato una nuova, affascinante parola: onlife. read more read less

3 years ago