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L’Ukraina rimane un pendolo tra Est e Ovest?

L’Ukraina rimane un pendolo tra Est e Ovest?
Jan 28, 2022 · 29m 45s

Dopo molto allarme, anche indotto da strategie probabilmente rinfocolato per fini muscolari comuni che hanno prodotto un documento non a caso secretato, le diplomazie hanno cominciato a funzionare a proposito...

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Dopo molto allarme, anche indotto da strategie probabilmente rinfocolato per fini muscolari comuni che hanno prodotto un documento non a caso secretato, le diplomazie hanno cominciato a funzionare a proposito del paventato allargamento del Patto atlantico a comprendere anche l'Ukraina. Nelle parole di Yurii Colombo (https://ogzero.org/autore/yurii-colombo/) ai microfoni di Radio Blackout il fare leva sui rispettivi nazionalismi è utile a entrambi i contendenti in difficoltà in politica interna: infatti l’escalation è avvenuta a freddo, senza un reale motivo, o eventi particolari a dare la stura a una situazione da Guerra Fredda e le dichiarazioni di tutti i protagonisti non hanno mai dato realmente adito a un conflitto, men che meno nucleare, come certi organi di stampa hanno cercato di insufflare.
Intanto le gaffe di Biden hanno svelato ipotesi di accordo su quale sarebbe lo spazio consentito alle manovre russe in territorio ucraino – manovre che non sono cominciate e si limitano a imponenti esercitazioni al confine; Lavrov continua a ribadire che non è stato considerato il punto di vista di Mosca, ovvero l'inaccettabilità di un'ulteriore espansione della Nato verso est (che comunque per le regole interne alla Nato non potrebbero avvenire prima di 10 anni) e il dispiegamento di armi pesanti al confine russo e la conseguente richiesta del riposizionamento di entrambi gli schieramenti sulle posizioni del 1997, quando fu firmato l'atto di fondazione della cooperazione tra Nato e Csto, attualmente sospeso. Putin studierà il documento consegnato il 26 gennaio dai vertici Nato, ma qualche segnale comincia a trapelare e la distensione va delineandosi, perché uno scontro aperto non conviene a nessuno.
Yurii Colombo (@matrioska2021) ci ha offerto una serie di istantanee della situazione sotto svariate angolature: il crollo del rublo, l'acquisto di valuta pregiata, il paventato swift e le eventuali sanzioni porterebbero a una pulsione autarchica; esportazioni di gas e pipeline con conseguenti posizioni differenziate in Europa – in particolare lo sfilamento dei tedeschi e l'abituale Realpolitik di Berlino; le mille sfaccettature della società ucraina, disomogenea anche rispetto all'idea di adesione alla Nato (considerato anche il fatto che nelle statistiche non rientrano più tra gli ucraini, appartenendo alle repubbliche secessioniste), senza contare i legami storici che ci sono tra queste regioni e la cultura russa... ed è quello che regola il pendolo che sposta il sentimento più o meno filo-Kiev o filo-Mosca dei singoli tasselli; o del banderismo e dei gruppetti nazisti che non sono radicati nella società, ma in certi settori – come la polizia; il collegamento con gli altri movimenti popolari delle differenti repubbliche ex sovietiche, come avevamo visto a proposito del Kazakhstan (https://ogzero.org/kazakhstan-la-rivolta-che-montava-da-tempo/), mantiene le proprie caratteristiche di classe al di là dell'internazionalismo ormai al lumicino, ma che non è sostituito dal nazionalismo tout-court.
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Author OGzero - Orizzonti geopolitici
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