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Come gestisco la mia rotazione delle scarpe da running

Come gestisco la mia rotazione delle scarpe da running
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Jun 12, 2020 · 11m 43s

Oggi voglio parlare di scarpe da running. Un argomento sempre molto caldo per gli amanti della corsa. Visto che siamo tornati a correre, siamo anche tornati a consumare scarpe. E...

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Oggi voglio parlare di scarpe da running. Un argomento sempre molto caldo per gli amanti della corsa. Visto che siamo tornati a correre, siamo anche tornati a consumare scarpe.
E poi sono un amante delle scarpe. Si dice che siano le donne quelle in fissa con le scarpe... Ma io faccio decisamente eccezione e ho tantissime paia di scarpe, anche non da running. E ho approfittato della scusa della corsa per allargare via via la mia collezione.

All'inizio basta anche un solo paio di scarpe, ma il mio consiglio, se avete intenzione di fare un po’ più sul serio con la corsa, è di prenderne almeno un altro.

Quali sono i vantaggi del ruotare le scarpe?
Perché una scarpa deve essere funzionale. A noi, in base alle nostre caratteristiche, ma anche per svolgere tipologie di attività diverse.
Una scarpa deve funzionare per ciò che si desidera fare.

Possiamo fare il classico paragone con le gomme della macchina, dove si cambia la mescola degli pneumatici a seconda della stagione.
Ma anche della Formula 1 o della MotoGP. Per quanto non sia un esperto di questi sport, si mettono gomme diverse, più dure o più morbide a seconda della prestazione ricercata. Ecco, anche per la corsa il discorso è simile. Anche se l’impatto sulle nostre prestazioni, in proporzione, è sicuramente minore che per la Formula 1.
Tuttavia, avete capito il concetto: per attività dove è richiesta velocità ci sono scarpe più adatte di altre. Viceversa, per allenamenti più lenti sono altre le scarpe migliori.

Inoltre, ruotare le scarpe è utile anche per far riposare la scarpa stessa, allungandogli la vita. Infatti, un uso quotidiano della scarpa può portare i materiali ad un deterioramento più rapido rispetto al concedere una giornata di riposo tra un utilizzo e l’altro.

Poi serve anche per prevenire infortuni. Perché il corpo tende ad abituarsi ad una scarpa e relativa postura. Cambiando di colpo modello, una volta che la prima scarpa si è logorata, potremmo avere dei fastidi.

Però, quando si cambia modello di scarpe, soprattutto se non si ha una tecnica di corsa impeccabile, bisogna stare attenti.
Si tratta di provare e, anche testando il modello in negozio, non è detto che poi si sia scelto il modello migliore. Va messo in conto che si potrebbe sbagliare scarpa e che questo potrebbe creare qualche fastidio a tendini e ginocchia in primis.
Il mio consiglio quando si cambia radicalmente tipologia di scarpa da running, è di fare le cose gradualmente, usando la scarpa per pochi km e non tutti i giorni. Aumentando poi col passare del tempo. Anche per questo motivo, è importante avere più modelli a disposizione.

Io stesso, come tutti, sono partito con un solo paio di scarpe, poi sono passato a due e adesso ne ho tre, che alterno a seconda del tipo di uscita. Non ho scarpe da trail o da pista.

Importante premessa: non vado a consigliarvi quale sia il modello giusto per voi, perché ognuno è fatto in modo diverso. Ne ho già parlato in una ormai vecchia puntata, una delle prime, dove parlavo di come scegliere le scarpe da corsa. Link: https://gopod.me/da0a42-013
E non voglio neanche fare pubblicità a marchi e modelli particolari, anche perché non prendo una lira per farlo, ma racconto semplicemente la mia esperienza.
Inoltre, so anche che ci sono alcuni di voi che mi hanno anche scritto in privato che praticano il natural running e che corrono, ad esempio, con le Vibram Five Fingers. In questo caso, non ne parlo, perché, pur essendo tentato dall’avvicinarmi ad uno stile di corsa più naturale, non ho esperienza in merito, se non per sentito dire. A tal proposito, ho anche parlato recentemente di un libro “Born to run”, che è una sorta di elogio alla corsa naturale. Link: https://gopod.me/da0a42-052

Piuttosto, oggi vi parlo di come gestisco io la rotazione delle scarpe ed in particolare di come anch’io nel mio piccolo mi sia “evoluto” a riguardo.

Come dicevo, sono partito con un solo paio di scarpe, le Brooks Aduro 6, che erano per me un giusto compromesso tra protezione e prestazioni. Si tratta di scarpe piuttosto protettive, delle A3, ma non a livelli massimi. Del resto, in quel momento non avevo intenzione di fare una maratona.
Essendo un modello comunque abbastanza duttile, ho usato quelle scarpe sia per tutte le mie primissime uscite a ritmo lento, che per i primi lavori di qualità.
Dopo qualche mese ho inserito un altro paio di scarpe specifico per gli allenamenti veloci. In questo caso, sono passato a delle A2. Quindi, scarpe con meno drop e meno protezione, ma più secche e reattive. Queste sono scarpe che personalmente uso tutt’ora negli allenamenti come ripetute o fartlek particolari. Le ho usate anche in gara, ma al massimo per una 10km.
Devo dire che effettivamente, soprattutto nelle primissime uscite, la differenza, anche per un tapascione come me, si sentiva.

Quando poi ho deciso di provare la distanza regina della maratona, sono andato in negozio per farmi consigliare un modello adatto. E sono tornato a casa con un altro paio di Brooks: le Ghost 12. Non sono un fanboy di Brooks. Però devo ammettere che sia con entrambe le scarpe ho trovato un bel comfort, cosa fondamentale per chi corre per lunghe distanze.

Ho usato le Ghost per tutte le mie uscite lunghe di avvicinamento alla maratona e per correrci anche la maratona stessa.

Ad oggi come ruoto le tre scarpe a mia disposizione?
Uso le scarpe più veloci esclusivamente per gli allenamenti di qualità: ripetute e simili. Solitamente questi allenamenti non superano mai i 10km.
Oppure, le uso per gare brevi.
Esistono anche scarpe che sono proprio specifiche per la gara, ma non ne possiedo. E non è che non ne ho perché ora non ci sono gare ufficiali in vista. E’ che sono un tapascione e spendere 200€ per un paio di scarpe, che magari non saprei neanche sfruttare al 100%, non mi sembra una grande idea.

Uso le scarpe “intermedie” per le uscite di corsa lenta o di ritmo medio. All’inizio usavo le Aduro 6 anche per i lunghi. Diciamo che il range di chilometraggio di queste scarpe va da un’uscita breve di 6-7km, fino alla mezza maratona. Tant’è che l’ultima mia mezza, corsa a febbraio, l’ho fatta proprio con queste scarpe. Quindi, sì, anche loro le ho usate in gara.

Infine, uso le scarpe più protettive per i lunghi ed i lunghissimi. Sicuramente le ho ai piedi quando ho in programma di superare i 20km. Tuttavia, mi è capitato di usarle anche per qualche lungo meno impegnativo, attorno ai 15km.
Come detto, anche questa tipologia di scarpa, per un pippone come il sottoscritto, può essere adatta anche alla gara. Ovviamente per una competizione lunga, come la maratona, dove il comfort è fondamentale, ancor più della prestazione.

Sintetizzando, adeguo la scarpa al chilometraggio ed alla velocità che penso di sostenere in quella determinata uscita, sia essa un allenamento che una gara.
Non avendo scarpe specifiche per le gare, uso quelle che ho, in base alle loro caratteristiche, adattandole alla competizione che vado ad affrontare.

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Author Lorenzo Maggiani
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