La capitale della Romania è una città profondamente disarmonica, dove tra il traffico e i segni anche pesanti del passato comunista si nascondono piccole gemme, luoghi colmi di grazia e di resilienza, che hanno dovuto lottare con le unghie e con i denti per sopravvivere. Dal centro storico di Lipscani alle chiese salvate dalle folli politiche urbanistiche di Ceaușescu, da Calea Victoriei e dalla sua nostalgia dell'epoca d'oro interbellica allo stadio del Rapid Bucarest, fino ai luoghi della Rivoluzione del 1989.
La capitale della Romania è una città profondamente disarmonica, dove tra il traffico e i segni anche pesanti del passato comunista si nascondono piccole gemme, luoghi colmi di grazia e di resilienza, che hanno dovuto lottare con le unghie e con i denti per sopravvivere. Dal centro storico di Lipscani alle chiese salvate dalle folli politiche urbanistiche di Ceaușescu, da Calea Victoriei e dalla sua nostalgia dell'epoca d'oro interbellica allo stadio del Rapid Bucarest, fino ai luoghi della Rivoluzione del 1989.
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