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47 - stili di scrittura e stili di lettura

47 - stili di scrittura e stili di lettura
Sep 24, 2018 · 26m 27s

L’idea è quella di partire dallo stile della prosa per verificare diverse possibilità di lettura a voce alta che ci dà la scrittura senza pretese di essere esaustivi. Intanto si...

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L’idea è quella di partire dallo stile della prosa per verificare diverse possibilità di lettura a voce alta che ci dà la scrittura senza pretese di essere esaustivi.
Intanto si potrebbe dire con una iperbole che ogni autore ha una sua voce e quindi necessita di una sua lettura, ma in realtà anche un testo è diverso da un altro ed esprime una propria "voce" personale e irripetibile

Distinguiamo almeno tre tipologie (si possono fare tre brevi esempi)
1. narrazione in terza persona, oggettiva l’autore descrive personaggi, luoghi situazioni e noi non sentiamo una voce narrante ma ne possiamo scoprire varie a seconda di come si sviluppa. (es da L'idiota di Dostoevskij
2. c'è un tipo di narrazione sempre in terza persona ma meno oggettiva perché dà voce ad un punto di vista specifico di un personaggio che traspare ma non parla direttamente (es Delitto e castigo)
3. racconto in prima persona un personaggio narrante che dà voce ai propri ricordi, sensazioni ecc (es Umiliati e offesi)

Ricadute sulla lettura
1 e 2 necessitano di adesione chiarezza per trasmettere a voce alta il racconto attraverso immagini, ma anche concetti che si formano attraverso la voce del lettore che è quella dell'autore in generale la lettura ava può avere diverse variabili anche a seconda dello stile e (più incisivo, più descrittivo) del genere (comico, drammatico, satirico, surreale) dell'epoca che impronta il lingua dell'autore
Le differenze sono minime ma è interessante in fase di preparazione capire quanto la nostra lettura debba o meno mantenere un rigore un distacco che restituiscano lo spirito del testo (distacco NON significa però che l'espressività venga meno e la lettura si appiattisca)
Consideriamo che anche la terza persona può essere interrotta da dialoghi scambi di battute fra due o più personaggi. Ne deriva la necessità di "staccare", la voce della narrazione da quella dei personaggi che prendono a parlare fra loro perché l'intento comunicativo di questa prosa varia. Possiamo poi dare colore e variare anche le voci senza perdere di coerenza omogeneità ecc

3. necessariamente la tentazione è quella di “recitare” di più la lettura che, secondo un principio "Leggere a voce alta" andrebbe evitato, salvo casi particolari (letture ai bambini, genere smaccatamente comico o altro che lo consenta) l’uso della prima persona dà già la sensazione di parlare direttamente a chi ci ascolta, ma la misura è consigliabile sempre.
Consideriamo che la narrazione in 1a persona si presta ad essere più interpretata anche perché è una voce DENTRO l’azione, dice quel che sente e che sa e spesso non sa tutto della stessa storia perché la vice e parla dal suo proprio punto di vista

Un caso a sé è la lettura teatrale in cui quindi si da voce (e solo voce senza la memoria) ad un personaggio di un testo teatrale il quale per sua natura non nasce per stare costretto nella pagina scritta, ma per essere "agito" non solo con la voce ma anche con gesto, movimento e cmq calato dentro ad una azione teatrale cioè un processo complesso (non nel senso di difficile, ma di fatto di vari aspetti)
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Author Mettiamoci la voce
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