Leggere i propri testi può essere il massimo dell'allineamento tra mezzo e messaggio ma è importante padroneggiare sia il testo che la tecnica. Ne parliamo partendo da un'intervista ad Arianna Porcelli Safanov, artista, autrice e lettrice.
Com’è nata l’idea di inserire la lettura a voce alta nel tuo esibirti in pubblico?
Dalla constatazione che, come pubblico, siamo sempre meno abituati e reattivi all’ascolto: provare a stimolare il divertimento seppur attraverso la lettura mi è sembrata una sfida edificante con una duplice opportunità: riconsegnare dignità all’amore per la lettura e per l’ascolto, da una parte, proporre un modo inedito di fare comicità che presupponga un testo di livello, lontano dal cabaret.
- Nei tuoi spettacoli, quali sono le criticità e i punti di forza relativi al leggere a voce alta?
Leggendo, c’è un po’ il grande rischio di non riuscire ad aver sempre alta l’attenzione sul pubblico: questo che, apparentemente, potrebbe sembrare un punto critico, in realtà mi consente maggior concentrazione sul testo e, di conseguenza, maggior divertimento. E se mi diverto io, in genere, si diverte anche il pubblico.
Il punto critico è solo uno, a mio avviso, banale ma essenziale: il testo scritto va sempre adattato alla lettura a voce alta, alleggerito, rinforzato dalla gestualità, dalle intenzioni ma anche dalla snellezza della sua traduzione ad una maggiore colloquialità, il più possibile informale.
- Hai aneddoti divertenti a voce alta, storie buffe al leggio?
Il classico soffio di vento che spara in aria tutti i fogli, accuratamente piazzati sul leggio e che ti fa alzare lo sguardo sul pubblico che, irrimediabilmente ti guarda con l’espressione di sfida “Ora vediamo se lo sai anche a memoria”. Maledetto pubblico!
- La tua lettura a voce alta è molto teatralizzata, specularmente prepari i tuoi monologhi leggendoteli a voce alta?
Cosa intendi per lettura teatralizzata? Nella mia lettura c’è dizione e le intenzioni di chi è appassionato al racconto ma di teatro, ce n’è davvero poco: infatti, non sono un’attrice e non preparo i miei monologhi: li scrivo e amo il gusto e l’emozione dell’improvvisazione. Quando mi capita di fare lezioni ed interventi nei licei, mi rendo conto che si teme moltissimo la lettura a voce alta poiché rappresenta un canale aperto al giudizio di chi ascolta e, per i giovani, è piuttosto compromettente; beh, in questi contesti cerco sempre di trasmettere ai ragazzi il gusto del divertimento nella lettura perché se ti diverti, il giudizio altrui pesa meno.
- Hai pubblicato vari libri, sei una scrittrice a voce alta?
Ho pubblicato due libri: Fottuta Campagna (2016) e Storie di Matti (2017) entrambi scritti in religioso silenzio.
- Nel privato, qual è il tuo rapporto con la lettura a voce alta?
Ho un pessimo rapporto con la voce alta e un ottimo rapporto con la lettura!
Nel 2008 Arianna attiva il blog di Madame Pipì, un contenitore di racconti definiti Tristocomici: brevi invettive contro piccoli e grandi drammi della nostra epoca composti con gli abiti eleganti di un umorismo soft, anche se nero.
Dal 2014 scrive libri per Fazi Editore: Fottuta Campagna (2015), un libro di racconti sulla sua esperienza di vita in solitaria in cima agli Appennini Pavesi e alle loro strane creature umane e animali.
Il secondo libro è Storie di Matti (2017), un viaggio tra personaggi perbene ammalati di società odierna.
https://www.ariannaporcellisafonov.com/
https://www.facebook.com/ariannasafonov/