Vorrei chiedere ai relatori se possiamo concepire la tecnica come azione tesa per conquistare la potenza tecnologica e sacrale (tecnici del sacro erano i magistrati romani che tramite il rito, si assicuravano le potenze cosmiche legandosi agli dèi, suggellando così la Pax Deorum). Come sostenne Severino, quindi, la tecnica non é altro che volontà di potenza che si erge in una dimensione politica che crede di ritornare ad un passato più o meno suggestivo (concezione prettamente avventista ed escatologica). Come sostenne Eraclito "tutto scorre, niente é immobile".

In un momento in cui il conservatorismo sembra tornare in voga, un manifesto come quello di Prometheica è un nuovo fuoco che spero riaccenda lo spirito di molti. La mia domanda è: nel gioco delle parole e nell'epoca dei social, dove tutto è diretto e banale e si raccolgono consensi postando foto con la nutella, Prometheica non "rischia" di apparire un argomento complesso ai più o è un manifesto destinato ad un élite? Grazie e complimenti per la trasmissione.

Complimenti per il progetto che come la freccia nietzschiana viene scoccata nel divenire per prevenirne il mutamento, essendo per l'appunto in movimento . Existere come manifestazioni ontologica del Dasein Heideggeriano che plasma l'altro diventando strumento.